Ciao, questa è la mia storia.
Di notte sono Rosa, di giorno Manuel.
Sono un travestito di merda. Sì, è come mi etichetta la maggior parte della gente, soprattutto quegli uomini che mi accolgono nella loro casa per poi cacciarmi via come merce usurata.
Chi ti rappresenta di più: Manuel o Rosa?
Questa è una delle domande che mi vengono fatte spesso dalle ballerine degli strip club. Io rispondo che sono una sola persona sola, ma con personalità diverse. Rosa è sé stesso, Manuel è intrappolato in una realtà che gli sta stretta.
Mi prostituisco il fine settimana, mentre gli altri giorni faccio pole dance nei locali notturni.
È brutto, vero? C'è di meglio, ma se l'unica soluzione per vivere è il mio corpo allora non mi resta che usarlo. Parole forti, parole amare. Ma con il tempo sono diventato di ghiaccio, egoista pure con me stesso.
Mio padre da quel giorno non l'ho più rivisto, neppure mia madre, ma lei da sempre. Non l'ho mai vista, sono cresciuto solo con mio padre.
Inutile dirvi che è stata dura. Non mi ha mai capito, nemmeno quando lo supplicavo di perdonarmi se sono diverso, se non gli piaccio.
Ma la diversità che cos'è?
È distinguersi, è libertà, unicità. Se essere normali significa essere come mio padre, una persona meschina e senza cuore, allora lasciatemi essere diverso per sempre.
«Zia, esco!» grido scendendo le scale ripide che portano al soggiorno.
Sospiro e abbozzo un sorriso, è distesa sul divano con un calice penzolante fra le mani. Poggio il calice, sa di vino rosso.
«Oh, scusami Manuel... esci già?» dice sedendosi sbadigliando.
«Sì, non ho voglia di cenare, torno tardi, non aspettarmi» le bacio la fronte ed esco di casa.
Respiro aria pulita, in casa di zia Clara c'è solo puzza di fumo e alcolici.
Pensavo che rivederla dopo tanto tempo fosse migliorata, invece è entrata in un turbine, oramai impossibile farla ritornare al suolo. E mi piange il cuore, vorrei tanto aiutarla. Mi vuole bene, mi riempie sempre di complimenti, mi lascia i soldi che vince alle slot machine. È un modo strano di voler bene, ma apprezzo i suoi sforzi.Sono nei camerini di uno strip club, l'ennesimo locale notturno. Lavoro in nero, sono amico di tante prostitute che conoscono locali dove ti pagano bene.
Ora mi sto preparando per questa sera. Mi infilo un vestito nero in latex che mi copre a malapena il sedere e stivali del medesimo colore lunghi fino alle ginocchia.
«Sei bellissimo!» esclama una delle ballerine.
Sorrido tirandomi il vestito un po' più giù per coprirmi le cosce. Mi guardo un'ultima volta allo specchio e sono fiero di ciò che vedo. Sistemo la frangia della mia parrucca bionda.
«Aspetta, mettiti questo!» sventola un rossetto color rosso fuoco.
Mi faccio colorare le labbra da Irina, una bellissima stripper giovanissima. Sorride soddisfatta e poi esco dal camerino.
Nessuno deve sapere che sei un uomo.
Questo è quello che mi disse il capo del night club appena mi vide la prima volta. Infatti ho un make-up pesante, le gambe depilate e una maschera nera che mi copre metà volto.
Non mi vergogno di essere un uomo che si traveste, ma sono costretto a non mostrare il mio volto a nessuno. Solo gli occhi e le labbra. Peccato sprecare ore davanti allo specchio per creare un make-up stupendo senza essere mai visto.
«Hey, bella troia, scendi da lì!» grida un ragazzo biondo sulla trentina d'anni facendo svolazzare delle banconote.
Io mi inginocchio e allungo un braccio per farmi baciare la mano, ma vengo deriso immediatamente appena sfiora le mie dita.
«Ma questo è un uomo...» bisbiglia il ragazzo di fianco a lui trascinando via il biondino.
Ci sono abituato. Non importa.
Continuo a ballare sul palo, intanto si aggiungono altre ballerine che subito vengono scrutate da tutti con uno sguardo perverso. Io invece, tra tutte, sono una presenza sgradevole.
Ma va bene così.
Io non voglio essere come mi vogliono gli altri.
Voglio essere semplicemente Rosa.
Libero di essere una persona.
Finalmente noto che qualcuno mi sta fissando, ma non in modo spregevole. Inarco le labbra per sorridere alle sue occhiate e il ragazzo mi imita. Mi ha sorriso per davvero.
Si avvicina e mi lascia una banconota da cento. Scendo dal palco e mi avvicino per vederlo meglio. È un bel ragazzo, sembra abbia la mia età. Ha dei capelli nero pece come i suoi occhi e una pelle olivastra. Sembra colombiano.
«Ciao» mi dice.
«Anche se non potrei dirtelo, sono-»
«Lo so. Non ti preoccupare»
Inarco le sopracciglia, anche se non sta vedendo la mia espressione, sono sorpreso dalla sua risposta immediata.
«Come ti chiami?»
«Chiamami Rosa»
«Beh, piacere Rosa... io sono Cesar»
Ci stringiamo la mano per presentarci.
«Cosa vuoi fare, Cesar?» gli chiedo scompigliandogli i capelli.
«Aspetto che finisci il turno di lavoro per portarti a casa mia» mi sussurra all'orecchio.
Rabbrividisco. «Non è proprio così che lavoro qui»
«Con me puoi fare un'eccezione... ti aspetto fuori...» mi lascia solo, sparendo tra la folla.
Mi sento stupido, stavo per fidarmi di uno sconosciuto.
Non sarà mai lì fuori quando avrò finito il mio turno.spazio autrice:
ed ecco il primissimo capitolo... sperando che non sia l'ultimo. Che ne dite? Vi intriga un po'? 💗
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SIGNORINA ROSA, non è normale! // Rosa Chemical
Fanfiction"E confondevo l'amore con tutti gli orgasmi" trama: Manuel, meglio conosciuto come Rosa Chemical, interpreta un uomo travestito innamorato dell'amore. Sfrattato di casa dal padre per il suo modo di vivere, Manuel vivrà per le strade, costretto a dar...