Capitolo XI

37 7 96
                                    

Victoria passeggiava verso la macchina, rimuginando e grattandosi in disagio il cuoio capelluto.

'Pensa se fossi tu, al suo posto... Ti piacerebbe?'

"Grandissima conquista, Vic! È un bellissimo ragazzo. Ti invidiamo un sacco!", commentarono gli Erranti alle sue spalle.
"Mmm... Frenate le vostre fantasie"
"È così dolce, educato, premuroso..."
"E io sono la persona più sbagliata per lui. Anzi... Per tutti"
"Perchè?"
"Finirà come con Phil. Alla lunga, mi accuserà di non essere completamente sincera. E come dargli torto, d'altronde... Sarà un altro rapporto destinato a naufragare, alla deriva. Lui non se lo merita"
"Ti stai sabotando da sola, secondo noi"
"Gente! Vedere Fantasmi non è normale! È da pazzi squilibrati! Da manicomio! Sconvolgerebbe la salute mentale di chiunque! Non...", ma si interruppe.

Ad attraversare la strada in direzione di un vicolo stretto senza alcuna via d'uscita, c'era un giovane dall'aspetto conosciuto. Passeggiava beato con una sigaretta appoggiata fra le labbra e la mente tra le nuvole.
"Junior?", mormorò.
Si nascose, in appostamento, accanto un motorino, scrutandolo da lontano, sino a che non sparì.
Poi, acquattata, si avvicinò.
La sua testa sbucò impacciata dall'angolo, con l'occhio sinistro di vedetta: da fessurato e attento, esso si spalancò di sorpresa.
In quel piccolo, angusto calle, si trovavano soltanto due bidoni della spazzatura.
Junior sembrava essersi smaterializzato.

"Grave... Parecchio", esordì nel silenzio una delle anime vacue al suo seguito.
"Terribile"
Victoria avanzò, tenendosi radente al muro di mattoni. L'acciotolato umido provò a farla scivolare sulla sua superficie liscia.
"Io non credo sia una buona idea, Vic!"
Tuttavia, qualcosa la induceva a proseguire.
"Andrà bene. State zitti!"

Un'apertura fluorescente di ghirigori floreali si delineò sulla parete, a quel punto.
La sua maniglia scattò in autonomia, facendo scricchiolare il battente, proprio come succede in qualche film dell'orrore.
"Caz..."
Un sentiero si prolungava al di là dello stesso e un sontuoso villino su due piani, con porticato esterno sorretto da colonne a base quadrata, si ergeva quale suo mite custode nella sua elegante, composta imponenza.
"WOW!", esclamò superando l'entrata.
"È la caverna del Goblin", le suggerì qualcuno.
"Non dovrebbe essere sporca, buia e inospitale, in teoria?", domandò lei, osservando con stupore la fontana zampillante o il gigantesco stagno recintato nel giardino, con decine di enormi carpe koi bianche e rosse.
"Dimentica le favole. Scott Keithen non è quel tipo di Goblin. Fidati"
"Adesso me ne rendo conto..."
"Hai intenzione di parlargli?"
"Non facciamo programmi, amici miei. Improvvisiamo! Vi va?"
La scalinata le mise soggezione.
Rischiò di inciampare.
Deglutì.
Protese l'arto in avanti e, infine, con il respiro mozzato suonò al campanello, premendo il pulsante dorato.

DIN. DON.

Morte e Goblin trasalirono, guardandosi l'un l'altro, impauriti.
Junior cominciò a tossire, strozzato da una chewing gum di traverso.
"Se... Se siamo tutti e tre qui... Chi... Chi... è là fuori?"
"Hai chiuso con cura il passaggio, Junior?", lo fulminò lo zio.
"Sì, sì. Certo! Non sono mica deficiente!", sbottò.
"Ho i miei dubbi"
"Grazie per la fiducia zio, eh! Sei squisito..."
"Sono le due del mattino!"
"Magari è il nonno!"
"Duncan?! Sei scemo? Impossibile..."

DIN. DON.

"Ho capito... Vado io... Shh!", bofonchiò Morte, avvilito, zittendo i due litiganti.

Victoria aveva appena staccato il dito, attenzionando i balconi e le balaustre verniciate, quando una testa fulva a precedere un corpo vestito interamente di nero comparve dalle vetrate colorate dell'ingresso, trapassando entrambe le imposte ermeticamente sigillate.
"Porca... Merda...", balbettò lei, riconoscendolo.
Il Cupo Mietitore sghignazzò, subdolo.
"Se Maometto non va alla montagna... Già. Divertente, mai nata, sai?"
La ragazza si voltò di colpo, prendendo le distanze, incapace di spiccicare parola.
Lui le afferrò il braccio.
"Anche tu mi sei mancata, dolcezza. Non fare la timida", la schernì.

The GoblinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora