Capitolo XXXVII

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Morte osservava con eccessiva curiosità l'acquario di Iris, mentre la ragazza, ancora priva di sensi, riposava estenuata sul sofà.
Il fulvo battè la punta dell'indice sulla sua liscia superficie trasparente, nel tentativo di richiamare l'attenzione del particolare esemplare marino che vi nuotava dentro: non ne aveva mai visti di così belli o colorati.
E Sebastian sembrava proprio desideroso di farsi ammirare, volteggiando nell'acqua alla stregua di una ballerina classica.
Le sue pinne facevano da tulle, le sue movenze apparivano magnetiche.

"È un pesce combattente, se ti interessa", biascicò una flebile voce alle sue spalle.
Iris si stropicciava le palpebre, tentando di mettere di nuovo a fuoco l'intera stanza, dopo il blackout subìto.
"Meraviglioso... Dovrebbe essere originario della Thailandia, se non sbaglio", continuò lui, totalmente rapito.
"Esatto ma... Non credo che siamo qui per parlare di questo, Robert. O dovrei chiamarti Morte, ormai, date le recenti scoperte?", tagliò corto lei, severa.
"Già...", sbuffò il Mietitore, aggiustandosi le larghe falde del cappello, quasi a imporsi controllo.

"Bene! Cominciamo dall'inizio, allora. Avanti!", lo invitò.
"Io non so... Non so cosa raccontarti di me. Sono ciò che vedi, nè più, nè meno"
"Io stavo imparando a fidarmi di te, Rob! Tu... Tu mi devi delle spiegazioni!"
"Perchè?"
"Perchè mi piaci! Mi sei sempre piaciuto, Rob! Non è un mistero! Pure un cieco lo capirebbe, cazzo!", sbottò lei.
"E credi davvero che sia la persona adatta a te?"
"Dimmelo tu! Coraggio! Concludiamo questo teatrino, una volta per tutte!"

Morte la fissò.
La fanciulla, a braccia conserte, lo mirava con espressione accusatoria, caustica.
"Non ho memoria del mio passato. Mi dispiace. Però, qualcuno... Mi ha confidato che siamo in qualche modo connessi"
"Provo ad indovinare! Ti va? Una Creatura Celestiale dotata di ali e aureola, per caso? Smettila di scherzare, per cortesia! Basta discutere con enigmi! Maledizione! Sii chiaro! Sono stanca, adesso!"
"Se non sei disposta ad ascoltare argomentazioni su Divinità, Aldilà e Reincarnazioni non andiamo da nessuna parte, Iris! Il tuo becero scetticismo è un'inutile barriera!"
"NON PARLARE COME MIA NONNA! VOI E LE VOSTRE FESSERIE ULTRATERRENE! IDIOZIE PER ABBINDOLARE DEI POVERI CRETINI CHE HANNO BISOGNO DI CONFORTO E CHE ABBOCCHEREBBERO A QUALUNQUE FANDONIA!"
"TU NON SEI INCROLLABILE! Mascheri con l'intraprendenza la sofferenza che provi. A chi vuoi prendere in giro? Fingi! SEI UGUALE A COLORO CHE RITIENI PEGGIORI! IDENTICA A TUO FRATELLO! Persino un albero si spezza sotto le intemperie. TE NE ACCORGERAI, UN GIORNO!", ribattè Morte.
"Sei ridicolo!"

"Questa realtà non è l'unica, Iris. C'è un mondo dietro, e tu ne sei un tassello fondamentale"
"Dovevo starti lontana! Bibi aveva ragione! Sei soltanto un bugiardo schizzato! Stupida io ad esserci cascata!"
Il rosso ebbe un sussulto a quel rimprovero.
"Ne sei sicura?", domandò con tono lugubre.
I suoi occhi divennero due fessure.
Lei impietrì, colta da un sinistro sospetto.
Avrei potuto percepire la paura insidiarla con sadica flemma, sostituire la foga che l'aveva ispirata fino a quel momento e farne poltiglia.
Il sangue le si solidificò, trasformandosi in sottili lastre di ghiaccio a gelarle le arterie.
In seguito, un mantello scuro la avvolse di colpo, obbligandola a precipitare nel buio.
"Permettimi di mostrarti chi sei stata, dunque...", le sussurrò un tagliente bisbiglio all'orecchio destro.

Infine, delle labbra si poggiarono morbidamente sulle sue. L'urgenza di quel gesto era palpabile nei loro fremiti impellenti e parzialmente incauti.
A quel contatto, la sua bocca si dischiuse leggermente. Un dolce profumo la inebriò ma il suo cuore andò in contemporanea rallentando, sfiorando frequenze da pericolo.
RESISTI, la scongiurai.
Ancora un secondo, infatti, e sarebbe deceduta: i suoi polmoni smisero di incamerare aria, la sua temperatura corporea crollò a picco, il rigor si impadronì delle sue membra, cristallizzandone la struttura in un'eterna, turpe immobilità.

Pur tuttavia, prima che il baratro l'accogliesse definitivamente nella sua morsa, un fresco alito attraversò il suo corpo, dissolvendo ogni nefasta traccia di imminente dipartita e ridonandole viceversa Vita.
Mille immagini le si accavallarono nella testa, scorrendo l'una di seguito all'altra a velocità stratosferiche, similmente alla grigia pellicola di un antico proiettore.
Eppure, il film in questione, presentava lei stessa nel ruolo di una giovane protagonista coinvolta in dinamiche di cui non era assolutamente a conoscenza.
Era proprio come riportavano le sconsolate lettere di Ileen: le giornate monotone a studiare tappata in casa, le innumerevoli speranze di felicità disattese, Scott eternamente lontano per la guerra, il diario unico confidente a lei caro, l'ignoto ragazzo che la spiava dal porticato...
Ma... Perchè il suo volto era quello di...

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