⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅ Interludio⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅

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Vi furono in passato tempi ricchi di passione, di ricerca, di voglia di conoscere, tempi in cui la mente umana non aveva confini, visto che non era ancora stata riempita.
Ma per una testa straripante di informazioni inutili e prive di utilità come quella del Signor Relever, cosa c'era da fare? Cosa POTEVA lui pensare, o fare, a quel punto?
Ma lasciatemi prima parlarvi meglio di quest'uomo.

Il Signor Relever era un giovane scrittore statunitense che si era ritrovato straordinariamente famoso grazie al suo libro pubblicato di fortuna all'età di 20 anni, un romanzo avventuroso che narrava di un giovane ricercatore alla Indiana Jones. Sorprendentemente, molti lo avevano incoraggiato a continuare, ritenendo la sua scrittura qualcosa di divino.
Ma no, Relever sapeva benissimo che in realtà quel libro era stato concepito da una sua compagna di collage, a cui aveva sottratto il manoscritto pochi giorni prima della sua pubblicazione. E a quel punto, come sarebbe andato avanti? Non era suo il "libro del secolo". Non gli appartenevano neanche un briciolo di complimenti. E cosa fare in quel momento, dunque? Questa domanda gli Roteava in testa da troppo tempo. Doveva assolutamente trovare dell'ispirazione, o sarebbe presto fallito.
Era tassativo replicare un capolavoro.

Fu quindi in una delle giornate piovose successive a quanto ho appena raccontato, che si diresse alla vecchia biblioteca della città, quella sudicia gattabuia dove solo quale ratto di biblioteca si rifugiava per sfuggire alla realtà.
Lui in effetti trovava i libri riluttanti a dirla tutta. In effetti, non si ricordava neppure perché avesse rubato e pubblicato a nome suo proprio un libro. Magari per una scommessa, o durante una sbronza, ma chi può dirlo?
Relever si affrettò dunque a fare il check-in in biblioteca e chiese alla bibliotecaria dove si trovasse la sala del silenzio per leggere in pace e trovare la sua fottutissima ispirazione.
La signorina (molto carina, aggiungerei) si protese in avanti ed indicò la scala che conduceva al piano di sopra.
-Sali una sola rampa e dirigiti sulla destra, poi cammina fino in fondo al corridoio- gli disse.
Relever, tornando alla realtà nel mentre che fantasticava sulle curve della Signorina, si diresse imbarazzato senza neanche ringraziare a passo spedito verso la scala. Salì di corsa, seguì le indicazioni e si ritrovò di fronte ad una sala bianca pallida, con un tavolino circolare nel mezzo. Solo andando avanti Relever si rese conto che proprio al centro del tavolino si trovava un grosso libro dalle pagine ingiallite e la dalla copertina scarnificata. Il titolo era (per quanto si riuscisse a leggere) "vicende macabre".
Relever si rese conto che era proprio ciò di cui aveva bisogno: molte delle avventure del protagonista del suo libro rubato avevano un retroscena grottesco, quindi perché non darvi un'occhiata?
Quindi pacatamente tirò a sé la sedia, si sedette adagio, stappò il suo thermos pieno di caffè (per cui aveva sviluppato una vera e propria dipendenza ossessiva come una droga) ed iniziò a leggere.

☠️𝚟𝚒𝚌𝚎𝚗𝚍𝚎 𝙼𝚊𝚌𝚊𝚋𝚛𝚎, 𝘌𝘥 𝘜𝘯𝘢 𝘛𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘋𝘪 𝘊𝘢𝘧𝘧𝘦̀☕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora