Era sera oramai, e la notte aleggiava su Los Angeles. Una pallida luna illuminava le tenebre, come un tenue faro, e le stelle vi danzavano intorno. Mary era distesa in meno che semplice biancheria intima sul letto, con le coperte gettate in un angolo, e le finestre spalancate. La leggera brezza estiva le delineava le linee del corpo, facendo svolazzare la sua sopraveste merlata. suo marito se ne era andato da tempo, oramai: era partito poche ore prima per lavoro. Dove aveva detto che andava? Dubai? Non ricordava con esattezza, ma certamente un posto lontano da lei.
Bene così.
Lei non lo sopportava, quel vecchio bacucco peloso e senza un briciolo di sentimenti. Ma d'altro canto, aveva una cassaforte molto consistente. Quello era il motivo del suo matrimonio così distante d'età, a dirla tutta.
Poco le importava di amore, benevolenza e tutte quelle stupidaggini, lei voleva solo raggiungere il potere, e quello era uno dei sacrifici che doveva compiere.
Cominciò ad avere sete.
Si alzò piano piano dal letto, sentì i brividi salirle per tutto il corpo per il contatto dei piedi nudi con il gelido Parque. Si diresse verso la cucina, schiacciò l'interruttore e la stanza si illuminò. Mary poté notare i calici ancora imbrattati di vino buttati nel lavello, risalenti alla sbronza di qualche giorno fa. Lei non era una donna di casa, non sapeva neanche cosa fosse un detersivo, figurati se si occupasse di cose così umili come pulire. Lei era una donna di potere, ricordate bene, non se lo poteva assolutamente concedere. Sarebbe toccato alla domestica di suo marito fare il tutto. E chissà, magari la donna andava pure a letto con lui. Ma quello non le avrebbe certo dato fastidio, finché rimaneva lei l'erede di tutti i suoi milioni.Fu pochi secondi dopo che Mary notò la lettera appoggiata sul tavolo.
Era imbustata con tanto di francobollo, ma non vi era nessun ricevente e nessuno mittente scritto. Era totalmente anonima. Magari non era neanche per lei, o per suo marito. Decise comunque si scartarla: al massimo sarebbe venuta a conoscenza di un altro sporco affare di quell'uomo.
Le bastò leggere poche righe per capire di cosa si trattasse: era una lettera d'amore da parte del ragazzo cotto di lei che aveva incontrato pochi giorni prima in discoteca. Quello le aveva proposto un giro di vino molto costoso, e lei aveva subito accettato: si era poi lasciata andare a lui dopo poco meno di qualche minuto di euforica danza. La faceva vomitare la sdolcinatezza delle sue parole, la stessa cura dei dettagli con cui le aveva voluto scrivere.
Non gli sarebbe bastato semplicemente rubarle il telefono mentre era totalmente fatta e segnarsi il suo numero di telefono, no, aveva voluto fare le cose in grande.
La faceva DAVVERO vomitare. Poi semplicemente decise di lasciar perdere (avere un amante le avrebbe solo causato problemi con suo marito, se l'avesse colta nel sacco) e quindi si limitò semplicemente ad accartocciare la lettera e a buttarla nel cestino lì vicino, uccidendo e ripudiando e buttando via malamente tutti i suoi sentimenti.
Aveva ucciso il cuore di quel ragazzo, lo aveva accartocciato e lo aveva buttato via.Ma le ragazze cattive si divertono di più, no?
Non andò così per lei.Mary prese un Lercio calice e lo riempì fino all'orlo di vino buono e ne bevve un po', il resto lo portò con se e fece ritorno al suo giaciglio, si lasciò cadere all'indietro sul materasso e chiuse gli occhi. E fu così per sempre.
Iniziò a sentire formicolare d'ovunque sul suo corpo, finché il formicolio non si propagò a tutte le cartilagini del corpo, e cominciò ad intensificarsi.
E poi..... E poi *crack*. L'avambraccio si ripiegò sul braccio così velocemente e con tale forza che si ruppe. Mary urlò con tutta la forza che aveva nei polmoni, ma non riuscì ad aprire gli occhi. Poi *crack*. E *crack. Stavolta si era piegato su se stesso, spaccando in 4 pezzetti l'ulna e il radio, facendo toccare la mano col gomito in una posizione assolutamente contorsionistica ed innaturale. Il dolore era più che lancinante, peggio, terribile, straziante. Il braccio si spezzò definitivamente rigirandosi su se stesso fino a staccarsi dalla spalla, ruotando all'indietro di quasi 260°. Poi toccò lo stesso alle gambe. *crack. Crack. *
*crack*.
*crack*.
Si stava lentamente accartocciando.
La spina dorsale si spezzò , rompendo con se anche la gabbia toracica. Mary, poco prima di spirare, potè sentire che persino il suo cuore si era accartocciato su se stesso. Tutto il suo corpo era stato fatto a brandelli, come un inutile foglio di carta. Poi anche la sua testa si frantumò, il suo cranio esplose, e le macchie di sangue si fusero col vino del calice bevuto poco prima.
Mary morì quel giorno.Pochi giorni dopo, suo marito fece finalmente ritorno a casa, e quando entrò in camera non vide altro che un semplice scarto di carta e un calice versato per sbaglio sul pavimento. Pensò prima a ripulire quella porcheria, rispetto a concentrarsi su cosa fosse accaduto a sua moglie.
Quindi prese Mary incurante con le sue dita lerce, la portò al cestino e la buttò via, a fare compagnia in eterno al suo amante.
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☠️𝚟𝚒𝚌𝚎𝚗𝚍𝚎 𝙼𝚊𝚌𝚊𝚋𝚛𝚎, 𝘌𝘥 𝘜𝘯𝘢 𝘛𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘋𝘪 𝘊𝘢𝘧𝘧𝘦̀☕
Horor(DA COMPLETARE) Cosa accade quando un giovane scrittore sull'orlo del fallimento ossessionato dal caffè non trova ispirazione per i suoi libri, e quindi la cerca in una biblioteca proibita? Questa inedita raccolta di racconti Horror vi trascinerà i...