Carrie era una bambina vivace e spensierata: aveva dei lunghi boccoli biondi spumeggianti, degli occhi verdi come smeraldi e soprattutto un'ossessione per le bambole. Lei amava tutto ciò che avesse a che fare con quegli esserini: pizzi, pezze, vestitini, accesorietti, scarpettine, e molto altro. Aveva un particolare interessa sopratutto per ciò che riguardava le minuscole abitazioni di quei giocattoli: suo nonno le aveva costruito personalmente un enorme casetta a due piani per le sue bambole, con tanto di mobili e tutto il resto.
Ogni bambolina avea il proprio lettino, la propria sedia, il proprio tavolino, la propria poltrona... Carrie non smetteva mai di giocare con loro. Ogni giorno la mattina le salutava, le faceva alzare dal letto e le metteva a fare colazione;
Le metteva nello zaino e le portava con se a scuola;
Infine faceva loro il bagno, dava loro da mangiare e rimboccava loro le coperte per il giorno successivo.Ma col tempo Carrie iniziò a perdere interesse per quei giocattoli tanto amati. Cominciò a poco a poco a non rifare sempre loro il lettino, a lavarle solo poche volte a settimana se non nessuna, a lasciarle a casa piuttosto che portarsele a scuola.
Le stava lentamente abbandonando.
La sua routine non era più incidente con quella delle bambole, ma bensì staccata, parallela.
Oramai, all'età di 8 anni, le aveva totalmente chiuse in quella casetta e mai più fatte uscire.
Le aveva imprigionate ed aveva buttato via la chiave.
Aveva rinchiuse le sue bambole e la sua infanzia stessa, in quella casa.
Carrie ora aveva dei compiti da fare, degli argomenti da studiare, usciva con gli amici al parco ogni tanto, si interessava a tutt'altro.
Le bambole le vedeva solo attraverso uno schermo, nei cartoni animati.Finché un giorno, i giocattoli decisero di avere la loro vendetta.
Carrie stava placidamente rintanata nella sua poltrona nel soggiorno;
Sua nonna tesseva nell'altra stanza, suo nonno dormiva. Lei invece, si limitava a guardare la televisione.
Era tutto perfetto.
Carrie sbattè gli occhi.
Li riaprì.
Non era più in casa sua.Aprì e richiuse convulsamente le palpebre, ma niente. Davvero non era più in casa sua.
Si trovava in una stanzetta dalle pareti rosa, con dei piccoli tavolini, delle piccole poltroncine e una piccola cucinetta;
Era seduta proprio su una di quelle piccole poltroncine, a dirla tutta.
Non poteva muoversi.
Provò a urlare. Fu tutto vano.Le bambole non parlano perché non vogliono essere sentite, e nel loro silenzio trovano sempre un modo per vendicarsi.
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☠️𝚟𝚒𝚌𝚎𝚗𝚍𝚎 𝙼𝚊𝚌𝚊𝚋𝚛𝚎, 𝘌𝘥 𝘜𝘯𝘢 𝘛𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘋𝘪 𝘊𝘢𝘧𝘧𝘦̀☕
Horror(DA COMPLETARE) Cosa accade quando un giovane scrittore sull'orlo del fallimento ossessionato dal caffè non trova ispirazione per i suoi libri, e quindi la cerca in una biblioteca proibita? Questa inedita raccolta di racconti Horror vi trascinerà i...