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Caro diario,

Eccomi di nuovo qui, perchè oggi voglio raccontarti di Parigi.

La città dell'amore, sai? La chiamano così.

Beh, ho da dirti alcune cose su Parigi, era il 2012.

Quando ci stavano intervistando, e si, vorrei sottolineare che c'eravamo solo io e lui quel giorno, credo di aver detto una cosa che ha smosso qualcosa dentro la testa di Louis, ma partiamo dall'inizio.

Ci chiesero se eravamo mai stati a Parigi e si, c'eravamo stati, io e lui.

Ci chiesero diverse cose sulla città e noi, sinceramente, rispondemmo che ci piaceva molto.

Io amo Parigi anche ora, ma sai, la amavamo davvero, io e lui.

Comunque, ci chiesero se fossimo amici ed io, controllato dall'ansia, risposi che per me Louis era più di un amico, un fratello.

Raccontai che passavamo moltissimo tempo insieme e che eravamo molto intimi.

Ti ripeto, come fratelli.

Fu menzionato San Valentino, e Louis sottolineò che aveva una ragazza.

Mi diede fastidio? Si. Ma non importava, sapevo già che durante quell'intervista avrei detto qualcosa di scomodo, aspettavo solo l'occasione.

E sapevo che magari gli intervistatori neanche se ne sarebbero accorti, ma lui si, e i nostri fan.

E fu così infatti.

Quando chiesero a Louis che tipo di fidanzato era, lui rispose che credeva di essere un tipo di fidanzato giusto, o carino e gentile, comunque.

Così intervenni dicendo che Louis mi trattava molto bene, che si interessava a me.

Si, lui si accorse subito che mi stavo riferendo a me stesso.

L'intervista andò avanti e non so dirti se le persone che avevamo davanti avevano colto in pieno quello che avevo detto, ma non importava.

Lui tirò fuori il discorso dentro l'ascensore del palazzo, neanche due minuti dopo.

Mi chiese perchè avessi per forza dovuto dire una cosa del genere, perchè fossi intervenuto su qualcosa che era stato chiesto a lui.

Dissi solamente che mi era venuto di istinto, che non lo avevo fatto apposta.

Non era vero, ovviamente.

Come ti ho detto, sapevo che avrei voluto dire qualcosa di scomodo ed ho aspettato il momento giusto per farlo.

Quel giorno non ci siamo calcolati tanto, fino a sera.

Abbiamo passato la giornata con gli altri tra chiacchiere ed incontri vari.

Sai, non so spiegarti bene il perchè, ma quel giorno mi ero messo in testa di smuovere di più le cose tra di noi, e visto che ormai avevo iniziato, perchè non continuare?

Mi infilai nella sua stanza d' hotel, seguendolo e chiudendomi la porta dietro le spalle.

Mi chiese cosa stessi facendo ed uscii subito il discorso, chiedendo se si fosse arrabbiato per quella frase che avevo detto.

Rispose di no, che se l'era presa solo perchè lo avevo interrotto, ma che non gli importava di ciò che avevo detto perchè nessuno se ne era accorto.

Dio, non saprei spiegarti quanto ci rimasi male.

Mi arrabbiai così tanto e sapendo che l'intervista era già stata pubblicata nel pomeriggio, tirai fuori il telefono aprendo twitter e glielo lanciai.

Vide che tutti ne stavano parlando, si, esatto, di quello che avevo detto io.

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