CAPITOLO 6.
Brooklyn's Point Of View:
«Quindi se quel pezzo di merda non mi porta ciò che ho chiesto,lo faremo saltare in aria.» disse Justin con un sorriso sghembo appena accennato sul sul volto.
Eravamo in salotto,o per meglio dire 'sala delle riunioni' dato che ogni volta che ci doveva parlare ci riunivamo tutti lì.
Erano passate due settimane da quando avevo mandato l'indirizzo a Ryan,che per poco,non si fece beccare,ma alla fine riuscì a prendere tutta la quantità di droga che gli serviva.
Per quanto riguarda Justin sonoilpiùgrancoglionemaiesistito Bieber... Beh,continuava -appunto- a fare il coglione.
Non la finiva un attimo di darmi fastidio,non lo sopportavo più.
Se ne usciva sempre con dei nomignoli al quanto irritanti come ad esempio 'Bambolina','Zuccherino','Pasticcino',certo,a volte mi chiedevo,'Pranzo Da Sposa' no? Poteva benissimo chiamarmi così,non so,giusto per completare il menù.
Gli altri,invece,non erano per niente come lui,ma ormai questo si sapeva.«Potete andare» disse poi,svegliandomi dai miei pensieri.
Erano le 23:40 del venerdì sera,ed ero stanca morta.
Se avrebbe continuato a parlare un altro po' giuro che sarei crollata.
Non vedevo l'ora che finisse di parlare -inutilmente-.«Tu,no.» disse indicandomi.
Sbuffai sonoramente e roteai gli occhi al cielo.
«Credevo di essere stato chiaro quando ti ho detto di non alzare gli occhi,bambolina» disse a denti stretti mentre si avvicinava -troppo- a me.
«Beh che dire.. Non prendo ordini da nessuno,tantomeno da te.» risposi,fronteggiandolo,«Quindi,vai dritto al punto perché,se premetti,vorrei andare a dormire.» conclusi facendo un sorriso falso e incrociando le braccia al petto.«Ecco vedi,ho avuto modo di vedere che hai una mira favolosa..» cominciò,girandomi intorno,«Per questo motivo,se il nostro 'amico' -disse amico mimando le virgolette- non ci porterà,ciò che IO ho chiesto,sarai TU ad ucciderlo.» disse poi con un sorriso malizioso sul volto,marcando le parole 'io' e 'tu'.
«Sarà fatto.»,dissi convinta,prima di girarmi e salire le scale:
Una bella dormita era quello che ci voleva in quel momento.Justin's Point Of View:
Quando Brooklyn si girò per andarsene,notai che aveva dei glutei niente male,ci avrei fatto un pensierino.
Istintivamente mi leccai le labbra e,dopo aver spento la luce,salii sopra in camera.Mentre salivo il telefono vibrò,segno che,era arrivato un messaggio.
Lo sbloccai e andai a vedere chi poteva essere a quell'ora.Messaggio Da: Sconosciuto
La tua Cocaina ci è stata di grande aiuto ma... Impara a controllare bene i tuoi depositi amico. ;)
Dopo quel messaggio andai su tutte le furie.
CHI CAZZO SI ERA PERMESSO DI ENTRARE IN UN MIO CAPANNONE E RUBARE LA MIA DROGA? LE TELECAMERE,CHE CAZZO DI FINE AVEVANO FATTO? MA C'ERA DI PIÙ: CHI ERA QUELLO STRONZO CHE ERA RIUSCITO A MANOMETTERE LE TELECAMERE?Non seppi rispondermi subito alle mie interminabili domande ma una risposta era certa: chiunque sia stato,a fare ciò,me l'avrebbe pagata,con la vita.
Tirai un pugno al muro per la frustrazione,e Scooter se ne accorse.
«Bro,tutto bene?» chiese.
«Tutto bene un cazzo.» tirai un altro pugno,questa volta sullo scorri mano delle scale.
«Hey amico,calmati e dimmi che succede» disse poi Scoot tenendomi una mano sulla spalla.
«Qualche bastardo ha manomesso le telecamere del capannone di Royal Street,quelli dove abbiamo la Cocaina,e ne hanno sottratto una buona quantità.» mentre lo dicevo,la rabbia cresceva sempre di più,e il sangue ribolliva nelle vene.
«Porca puttana -si passò una mano tra i capelli,tirandone le punte per la frustrazione- tranquillo,lo troveremo,chiunque sia stato e ci rimetterà la vita. E comunque sia,lo sai,noi siamo tutti con te.» concluse Scooter.
«Grazie amico» gli tirai una pacca sulla schiena e mi diressi,finalmente,in camera mia.Brooklyn's Point Of View:
*Driin*
Ah. Quel maledetto suono.
Maledissi mentalmente chiunque sia stato l'inventore di questa fottuta cosa che rompe le palle tutte le sante mattine.
La sveglia cominciò a suonare ed io,mugugnai qualcosa nel sonno del tipo 'non rompere il cazzo e fammi dormire',ma quest'ultima,non ne volle sapere minimamente,perciò,fui costretta ad alzarmi -svogliatamente- dal letto.Presi l'intimo,un pantalone nero della tuta,ed una felpa bianca con con su scritto in nero 'Damn',le mie amatissime Vans nere e mi diressi in bagno per una doccia calda.
Dopo essermi privata del mio pigiama, -se così potevano essere definiti un pantaloncino grigio ed una vecchia maglietta rossa- entrai nella doccia e,nel momento in cui il getto d'acqua venne a contatto con la mia pelle,rilassai i muscoli,e tutta la tensione accumulata la sera prima,scivolò via dal mio corpo,come quelle piccole e,per alcuni,insignificanti goccioline,ma che per me valevano molto dato che erano l'unica cosa che riusciva a farmi rilassare del tutto.
Dopo un buon quarto d'ora sotto la doccia,mi vestii e scesi di sotto a fare colazione sperando di non incontrare Bieber.
Ovviamente,così non fu,anzi,quella mattina c'era solo lui.
Non avendo voglia di parlargli,mi sedetti sullo sgabello tentata a prendere un cornetto al cioccolato,l'unico a dire il vero.
«Buongiorno anche a te,Brooklyn» disse sarcastico il caprone.
«Non mi sembra di averti dato il buongiorno,Justin» risposi con lo stesso tono che aveva usato lui qualche istante prima,per poi prendere il cornetto.
«Sempre così acidella eh? Ma,ho notato che lo sei soprattutto di prima mattina,rilassati piccola.» disse ridacchiando per poi prendermi il cornetto dalle mani.
«Ridammi il cornetto.» ringhiai a denti stretti.
«In realtà,c'ero prima io qui,e quindi il cornetto dovrebbe essere mio,ma siccome sei arrivata tu a rompere i coglioni ed io non sono stronzo come te,faccio a metà.» disse spezzando il cornetto in due e porgendomene una metà,che subito afferrai.
Cominciai a chiedermi se nel cornetto ci avesse messo qualcosa.. Voglio dire.. Justin Drew Bieber che mi offriva un pezzo della SUA colazione...Doveva essersi sicuramente fatto qualche tre,quattro,cinque,sette,venti canne,ma non avendo voglia di litigare,tantomeno con lui,gli chiesi semplicemente «Dove sono i ragazzi?»,«Non te lo dico» rispose indifferente.
«Mh. Vaffanculo.» sussurrai scendendo dallo sgabello prima cercando di andare sopra.
«Che hai detto?» disse venendomi incontro e,di conseguenza,facendomi sbattere contro il muro.
Strinsi gli occhi e mi mordi il labbto inferiore per soffocare un gemito di dolore.
«Hai capito. Sai che ODIO ripetere le cose due volte.» dissi marcando la parola 'odio'.
«Ed io sai che cosa odio?» disse guardandomi dritta negli occhi,che,in quel momento,mostravano lussuria.
«Te» disse senza lasciarmi il tempo di parlare,per poi iniziare a baciarmi il collo,baciandolo e mordendolo.
Solo allora mi accorsi se mi stava per fare un succhiotto.
«Credevo di essere stata chiara quando ti ho detto di non toccarmi» dissi usando le stesse sue parole della sera prima -mentre lui ridacchiava- e scansandolo bruscamente per poi salire per andare a lavarmi i denti «E comunque» dissi mettendo un piede sul primo gradino,«Sappi che l'odio è reciproco.» detto ciò,sorrisi fintamente e salii.Poco dopo scesi,e lui,mi stava già aspettando in macchina.
Entrai nella sua Ferrari Rossa,e,per tutto il viaggio,regnò il silenzio.Arrivati a scuola scesi dall'auto seguita da Justin e,come al solito,tutti gli occhi erano puntati su di noi.
Odiavo quella situazione.
Odiavo la gente che guardava così. Cos'avevano da guardare? Che si facciano una padellata di cavoli loro.I ragazzi più sfacciati,mi guardavano con sorrisi sghembi e maliziosi,che,sinceramente mi facevano salire i conati di vomito.
Quelli più timidi,invece,mi guardavano con desiderio.Le ragazze,invece guardavano Justin lanciandogli sguardi colmi di lussuria,voglia,frenesia,sul volto di quelle più troie comparivano sorrisi maliziosi di ogni tipo,mentre quelle più timide,si limitavano a guardarlo da lontano,ma,da lontano,si vedeva benissimo un velo di speranza attraverso i loro occhi.
Tutte quante però,sia timide che non,guardavano me,con un velo di invidia che trapelava i loro occhi,ma subito le ammonivo lanciandogli occhiate intimidatorie.Ma dopo tutto,come biasimarle? Era un ragazzo bellissimo. Non mi ero mai soffermata su di lui,e per il fatto che fosse l'assassino di mia sorella,non avevo mai provato nemmeno a conoscerlo caratterialmente,ma a me,forse,andava bene così.
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Lascio a voi lo spazio per i commenti:)
Lasciate qualche stellina se vi va:)Vi voglio tanto bene,
-Jay💎
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Dangerous Angel
FanficBrooklyn Smith,16 anni,vive a Los Angeles con suo fratello,Ryan Smith,capo dei "The Blade". Non è per niente la classica ragazzina innocente,anzi,è tutt'altro. Ribelle,stronza,fredda e acida. Justin Bieber,18 anni,vive a Los Angeles insieme alla sua...