4. Leaving.

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Le settimane passarono inesorabili e senza pietà su Doncaster e sul viso di Louis ormai scavato dalla tristezza.
In alcune circostanze lasciar perdere non significa per forza uscire dalle situazioni come ''un grande signore'', a volte bisogna insistere su ciò che davvero ti rende felice.
Il libro sul suo comodino letto per metà rappresentava esattamente una situazione che non voleva essere vissuta fino alla fine.
Era inutile guardarlo ogni sera e non avere la forza di aprirlo per leggerne il contenuto.
Chissà se alla fine i due protagonisti si sarebbero finalmente dichiarati amore eterno l'uno per l'altro, oppure se avrebero cambiato idea e si sarebbero semplicemente lasciati con un "arrivederci" in preda alle lacrime.
Ma la vita molto spesso ci riserva sorprese che non possiamo prevedere con certezza ed è forse questo il bello di vivere in un mondo in cui non basta voltare pagina per continuare la narrazione della nostra vita, ma serve coraggio, un grande respiro e voglia di ricominciare.

Fermo a pensare nella sua stanza buia, decise di prendere in mano il telefono e chiudersi un po' in se stesso ammirando la vita utopica che gli altri mostravano attraverso i social.
Sbloccò il telefono ed il numero uno attirò la sua attenzione sopra l'icona dell'applicazione verde.

Harry Styles.
"Dormi?"

Un sussulto gli fermò per un attimo l'ossigeno nei polmoni e il cuore cominciò ad accelerare notevolmente mentre le mani cominciavano a sciogliersi a contatto con lo schermo.

Louis Tomlinson.
"Cosa c'è?"

Harry Styles.
"Io voglio ancora parlarti."

Louis Tomlinson.
"Mi sembra tu abbia già detto tutto."

La risposta del riccio fu un visualizzato dalle spunte blu.
Louis continuò a fissare il telefono per un paio di secondi e poi lo bloccò con l'intenzione di mettersi a dormire.
Poggiò la testa sul cuscino e strinse i pugni battendoli sopra al materasso, poi accese la TV mettendo il volume basso per farsi cullare dalle voci lontane del protagonisti della soap che andava in onda.

Nel cuore della notte una vibrazione ripetuta svegliò il moro che con la bocca impastata di sonno guardò la sveglia poggiata sul comodino alla sua destra. Erano le 4.32 del mattino.
Allungò le braccia fino a raggiungere il suo telefono che si illuminava su una chiamata in entrata.

《Pronto?》-domandò con la bocca secca e gli occhi ancora socchiusi.

《Scendi.》
Una voce rauca e decisa si presentò dall altra parte del telefono.
Era lui. Era Harry.
Lo riconobbe immediatamente e si alzò di colpo dal letto.

《Ma sono le 4 del mattino, Harry.》

《O scendi tu, o salgo io.》

In quel momento mille pensieri si fecero spazio nella testa di Louis e con un po' di esitazione, rispose:"scendo io" per poi chiudere il telefono e posarlo accanto a lui.
Si tolse il pigiama e indossò i vestiti della sera prima buttati per terra insieme alla prima giacca che si trovò davanti.
Scese le scale e dopo aver preso le chiavi, uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.
Il freddo gli entrò nelle ossa al primo passo e si chiuse la giacca incrociando le braccia.
Un auto nera aveva i fari puntati direttamente sulla sua porta di casa e dovette coprirsi gli occhi con l'avambraccio per vederci qualcosa.

Arrivato davanti alla macchina, Harry lo stava aspettando con un sorriso malizioso e gli fece cenno di entrare in auto.

《Non potevi aspettare domani?》-Disse Louis aprendo la portiera.

Harry lo guardò e sorrise soddisfatto nel vederlo distrutto dal sonno.

《Assolutamente no. Ho una sorpresa.》

Inserì la retromarcia e uscì dal vialetto immettendosi poi sulla strada.
Louis cominciò a squadrare la figura che aveva accanto di sottocchio: indossava scarpe sportive accompagnate da un paio di pantaloni neri e un maglione bianco candido, tutto nascosto sotto un giaccone nero in panno.
Il suo viso era concentrato e segnato dal tempo passato sveglio con un leggero accenno di occhiaie. Aveva la mascella serrata e guidava verso una meta non ancora chiara con il braccio disteso e una mano sul volante, mentre l'altra era intenta a tenere ben saldo il cambio.

《Dove stiamo andando?》

Alla domanda il riccio gli risolse uno sguardo veloce e poi sorrise.
"Presto lo scoprirai, siamo quasi arrivati."

Dopo poco più di mezz'ora, Harry fermò la macchina davanti ad una piazzetta che affacciava sul mare.
Era deserta. Il mare era agitato e i cavalloni si avvicinavano alla riva per poi infrangersi sulla battigia.

《Ricordi questo posto?》- disse Harry.

Louis lo guardò confuso.-《dovrei?》

Il riccio si girò a guardare il mare per poi rivolgere lo sguardo ancora su di lui.

《È successo qui la prima volta, ricordi?》

Improvvisamente tornarono alla mente tutti i ricordi di quella sera.
C'era una festa con un falò in mezzo alla spiaggia. Erano tutti ubriachi fradici e ballavano sulle canzoni più ascoltate in quel periodo.
Louis aveva appena finito di scrivere il suo primo album e aveva deciso di festeggiare con i suoi amici questo piccolo grande traguardo.
Alla fine, però, si erano aggiunte persone che lui non conosceva e con le quali non aveva intenzione di socializzare. Era seduto con una birra su una piccola sdraio portata da qualcuno e teneva a bada il fuoco affinché non si spegnesse.
Tra un sorso e l'altro, la musica smise di uscire dalle casse bluetooth e lasciò spazio ad un urlo: "la polizia!"
Presi dal panico cominciarono a correre tutti in direzioni diverse e Louis si ritrovò a chiudersi un piccolo sgabuzzino poco lontano dalla spiaggia.

Dopo un paio di secondi un'altra figura entrò in quello sgabuzzino.
Puzzava di alcol e aveva il fiatone dovuto alla corsa che aveva fatto prima di raggiungere la stanza.

Louis lo guardò e divertito esclamò:"che nascondiglio perfetto, eh?"
Il ragazzo davanti ai suoi occhi annuì sorridendo mentre la luce soffusa che entrava dall'unica finestra del ripostiglio lasciava intravedere le sue fossette ai lati della bocca e i suoi capelli di un marrone scuro.

Quel ricordo gli rimbombava nella testa come il rumore di un tuono.
Sì, era quello il posto in cui incontrò Harry Styles per la prima volta e ne fu assolutamente rapito.

I suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime a cui non lasciò spazio.
《Portami a casa》disse soltanto.
Harry lo guardò con tenerezza.
《Cosa succ-》

《Ho detto portami a casa.》
Harry sembrava non capire quanto questo ricordo avesse fatto del male al ragazzo al suo fianco.
Alcuni ricordi radicati provocano dolore come il primo giorno. La consapevolezza di non poter più rivivere un momento ti affonda le lame dentro la pelle e ti lacera il cuore facendo fuoriuscire il dispiacere sotto forma di lacrime amare.

Il riccio si voltò in avanti e mise in moto la macchina inserendo la marcia.

Il primo sole del mattino bruciava davanti ai loro occhi su una strada dritta in una giornata che non prevedeva in nessun modo loro due insieme. Di questo Louis ne era sicuro.

I minuti sembravano passare in battiti di ciglia scanditi dalla voce candida del riccio che canticchiava la canzone passata in radio in quel momento.
La sua voce dolce era solo il coronamento di quel viso angelico, dei suoi occhi verdi che viravano verso l'azzurro quando colpiti lateralmente dal sole.
Quello era un quadro che Louis avrebbe voluto ricordare per sempre.

Lo studio del moro durò abbastanza da far sentire il riccio osservato.
Questo si voltò verso Louis e con una smorfia di sorriso disse:

《Svegliati, Lou.》

Il moro lo guardò confuso.

《Svegliati!》

L'immagine del riccio improvvisamente cominciò ad essere avvolta dalla nebbia ed un grande carico d'aria invase i polmoni di Louis che si ritrovò a stringere le coperte del letto con il corpo in una puzza di sudore.
Gli occhi fissi sul soffitto bianco candido illuminato dal sole che segnava l'inizio di un'altra giornata.

Era solo un sogno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2023 ⏰

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