L'urlo dell'ira

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importante avviso nell'angolo autrice

Il silenzio era padrone nel campo costernato da qualche pietra,il vento immobile e il sole batteva violento sul terreno,rendendolo cocente.
Le mura di fronte a lui,alte come giganti, facevano da testimone della sua rabbia,pronta ad esplodere come un vulcano in eruzione.

Si udiva solo il respiro affannato del corvino,bardato da una pesante armatura di bronzo. Con la mano destra impugnava la δορυ,una lunga lancia dalla punta affilata. Le nocche risultavano più bianche,conseguenza della forte presa che la mano esercitava. Sulla schiena portava un grande e pesante scudo,detto οπλον,che ora come ora gli sarebbe solo risultato d'intralcio.
I sandali dell'acheo erano ben piantati a terra,rovinati a causa di tutte le battaglie precedenti.L'elmo copriva tutto il volto del soldato,tutto meno che gli occhi,resi lucenti dalla scintilla d'ira presente in essi.

La pupilla,inghiottita dal grigio metallico dell'iride,quasi tremava.Lo sguardo risultava feroce,reso irrazionale dalla rabbia,stessa emozione che aveva riempito le vene di adrenalina. Il volto reso duro dalle sopracciglia aggrottate e la mascella serrata,mentre i denti per quanto fossero stretti si sarebbero potuti spaccare a momenti.

Un solo pensiero gli balenava in mente in quegli istanti. Quello di vedere il corpo del nemico squarciato,morente e sofferente a causa sua.
Lo stesso nemico che gli aveva portato via la sua pace.



[un giorno prima della guerra di Troia]

"Possibile che non ti puoi prendere nemmeno un momento per riposarti?"

"Eren lo sai che l'allenamento non si ferma mai,è mio dovere mantenerlo costante"

"Si ma così finirai per morire di sforzo,non in battaglia!"
Il ragazzo mise un leggero broncio infantile mentre il maggiore lo osservava,quasi divertito da quella testardaggine.

"mi sottovaluti se pensi questo"

"no mi preoccupo. Avanti ti chiedo di fermarti cinque minuti, poi non ti disturberò più, lo giuro"

I suoi occhi verdi si illuminarono di gioia nel vedere che il maggiore, dopo aver tirato un sospiro affranto, si mise steso sull'erba fresca,poggiando la testa sulle ginocchia del più piccolo. Quest'ultimo prese la sua lira iniziando a tirarne dolcemente le corde per comporre una melodia, accompagnata dal canto,canto che Levi pensava essere migliore di quello delle sirene. Sin dal primo momento che lo aveva sentito cantare ne era rimasto completamente ipnotizzato, così si lasciò cullare mentre intorno a loro si sentiva solo qualche uccello cinguettare

"parto domani mattina." Annunciò tutto d'un tratto il corvino che teneva ancora gli occhi chiusi. Subito sentì l'altro smettere di cantare così li aprì guardandolo dal basso. "Eren?"
"e ora che cosa ha in mente Agamennone?"

Disse con tono cupo il castano poggiando la sua lira e ritrovandosi di fronte Levi,che aveva alzato il busto per mettersi a sedere.

"a quanto pare hanno rapito la moglie di suo fratello, ma sono sicuro che non gliene importi completamente nulla. Si tratta solo di un pretesto per poter finalmente mettere le mani su Troia."

"Troia? Stai scherzando? Come credete di poterli vincere quando sono protetti da delle mura costruite da ciclopi"

"Eren non saranno sicuramente delle pietre messe in fila a fermare un esercito di settanta mila uomini."

"sai già quanto tempo dovrai rimanere?"

"penso che non più di 60 giorni e sarò di nuovo in patria."

➵ 𝐋'𝐮𝐫𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐢𝐫𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora