Marla guardò inebetita la donna.
<<Scusi?>> chiese perplessa.
<<Dicevo,>> si schiarì la voce <<la stavamo aspettando miss Marla.>> detto ciò la domestica, presuppose Marla, si spostò dal camino e le si avvicinò.
"Ma come diavolo fa a sapere come mi chiamo?" Si chiese tra sé dato che la voce le era morta in gola.
<< Si starà chiedendo come faccia a conoscere il suo nome immagino.>> la cameriera la guardò con fare gentile <<Ebbene. Semplicemente perché lei viveva qui!>> poi si voltò e si diresse verso una porta dall'altra parte della stanza.
Marla rimase sbigottita da quell'affermazione e la fissò allontanarsi.
L'esile donna si fermò davanti alla porta e le fece cenno di seguirla.
Come sotto trance, si alzò e la seguì nella stanza adiacente che si rivelò essere un'enorme cucina.
Era arredata deliziosamente in stile rustico, tutta in legno di rovere.
"Fuori così decadente, dentro così perfetto." Constatò sedendosi sullo sgabello posto accanto alla penisola dove la domestica si stava già apprestando a preparare una bevanda calda.
<<Io non ho mai visto questo maniero prima d'ora!>> sbottò di colpo Marla.
<<Oh mia cara, ma non è la verità. Non mi dica che non ha fatto dei sogni ricorrenti ultimamente.>> disse placidamente l'interlocutrice iniziando a versare in una tazza dell'acqua bollente.
"Ricorrenti? È da una vita che sogno il maniero. Ma lei come fa a saperlo!" Di nuovo le parole non uscirono dalle sue labbra.
<<Il padrone l'attendeva da così tanto tempo che quasi aveva perso le speranze...>> disse la donna intristita, poi subito si sollevò e sorridendo << ma ora lei è qui e tutto andrà per il meglio!>> detto ciò inserì due bustine nella tazza e l'allungò a Marla, la quale prendendo la tazza la fissò cercando di chiederle spiegazioni ma ancora una volta fu colpita da mutismo.
<< È tardi per le spiegazioni. Beva la sua tisana e intanto mi segua, l'accompagnerò nelle sue stanze. L'indomani le sarà tutto più chiaro>> detto ciò si incamminò verso la porta dalla quale erano entrate, poi attraverso il soggiorno, infine , presumendo che Marla la stesse seguendo, iniziò a salire la scalinata.
Dal canto suo, Marla non la perse di vista un secondo e, rassegnata, la seguì su per le scale e poi lungo un corridoio interminabile, illuminato alle pareti da piccole lampade sospese.
"Sono troppo stanca per protestare, domani sarò più lucida e pretenderò risposte." pensò sbadigliando.
La domestica si fermò, alla fine del lungo corridoio, davanti ad una porta color avorio stupendamente decorata da intagli. Allungò la mano e fece scattare la serratura, la porta si aprì.
Si voltò e fece segno a Marla di accomodarsi.
Entrambe entrarono e, dopo aver acceso un'abajour posata su di un grosso comò in legno, anch'esso di rovere come la cucina e come del resto tutto il mobiglio della stanza stessa, la donna chiese congedo assicurando che l'indomani avrebbe risposto a qualsiasi domanda.
Rimasta sola, posò la tazza ancora fumante a fianco della lampada e si guardò in torno. Il comò si trovava a sinistra della porta mentre a destra della stessa uno specchio con toeletta occupava quasi per intero la parete. A terra era steso un bellissimo tappeto che copriva un pavimento anch'esso ovviamente in legno. Il letto era a baldacchino, federe e lenzuola color bordeaux sembravano di seta, dedusse sfiorando il tessuto. Accanto notò una parta che aprì subito per scoprire un delizioso bagno. Richiuse la porta pensando di doversi dare una sciacquata prima di poter entrare tra quelle lenzuola perfettamente pulite. Anche i pesanti tendaggi della struttura a baldacchino erano bordeaux così come le tende che erano tirate sulle finestre. Di fronte al letto, per completare il tutto, un immenso armadio a 6 ante occupava tutta la parete.
Si avvicinò ed aprirì uno sportello. Vestiti su vestiti si affacciarono dall'apertura come se fossero desiderosi di uscire. Chiuse e ne aprì un altro e poi un altro ancora.
"Non posso di certo andare a letto vestita così." Si disse chiudendo l'ennesima e ultima anta senza aver trovato qualcosa per potersi cambiare. Si diresse verso il comò dove aprì il primo cassetto e qui vi trovò quello che stava cercando. Era pieno di camice da notte di tonalità pastello, decisamente di altri tempi, abbinate ad altrettanti completini intimi.
Prese al volo un completo poi guardò negli altri cassetti dove trovo asciugamani e quant'altro.
Si diresse al bagno ma prima di entrarvi si tolse scarponi e calze, quindi entrò e vi si chiuse dentro.
Le mattonelle color panna erano fredde sotto i piedi nudi. Le pareti, anche essere ricoperte di mattonelle,erano color menta con ,qua e là, immagini floreali. Posò i vestiti puliti sul marmo del lavandino e scelse di farsi una doccia veloce. "Sono troppo stanca e troppo sporca per farmi un bagno nella vasca, anche se a vederla sembra così allettante" pensò sfiorando il bianco bordo dell'enorme vasca con zampe di leone dorate, avviandosi verso la doccia. Questa era larga quanto il bagno stesso ed era divisa da una vetrata opaca, in pratica una stanza nella stanza. Si spogliò e adagiò i vestiti su una poltroncina appena fuori la porta della doccia poi entrò.
L'acqua arrivò subito calda fuori dalla rosa attaccata al soffitto.
"Certo che per essere un vecchio maniero ha un sacco di comodità" pensò passandosi le mani tra i capelli.
Il vapore prodotto e il rilassamento dato dallo scrosciare dell'acqua sul corpo le fecero effetto soporifero e senza accorgersi di nulla rimase lì in piedi per un tempo interminabile.
Destatasi dal torpore uscì, si asciugò e si vestì. Avvolse i capelli in una delle asciugamani che aveva preso e si diresse a letto dove si addormentò subito.
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Non era un Sogno
Mystery / ThrillerUna ragazza perseguitata da un sogno scoprirà che è tutto fuorché un sogno...