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Simone non la ricorda la prima volta in cui ha messo piede dentro una sagra di paese, talmente era piccolo. Tutto quello che ricorda è che i suoi genitori avevano l'abitudine di portare lui e Jacopo in quei posti per allontanarsi un po' dalla città e a loro due tutto sommato non dispiaceva.
Ricorda che con gli anni quell'abitudine dei genitori era diventata anche una loro abitudine e, ovunque si trovassero, se c'era una sagra nei paraggi loro dovevano necessariamente farci un giro per respirare un po' di quell'aria felice, ma soprattutto per assaggiare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.

Per questo motivo quel giorno si ritrovarono in macchina tutt'e quattro per andare ad una sagra poco fuori Roma di cui Dante aveva letto la pubblicità su Facebook. Simone aveva interrotto la sua sessione di studio per la preparazione all'esame a causa di Jacopo che non aveva intenzione di andare senza di lui e che difficilmente si sarebbe arreso nel lasciarlo a casa o, peggio ancora, nel rimanere a casa con lui.

«dai Simo' senza te 'ndo cazzo vado, non me va de sta co mamma e papà» aveva detto, quindi il fratello aveva abbandonato i libri sulla scrivania con la promessa che il giorno successivo lo avrebbe lasciato in pace per permettergli di andare avanti.

Arrivarono dopo circa un'ora di strada passata perlopiù a litigare sulla musica da ascoltare, discussione che si era conclusa con Floriana che aveva smesso di ascoltare le varie lamentele ed aveva acceso la radio su una stazione casuale, non accontentando di fatto nessuno.

Appena messo piede a terra la famiglia si era separata abbastanza velocemente con i gemelli che avevano iniziato a vagare senza un'apparente meta con il solo scopo di dare un'occhiata in giro e Simone dovette ammettere che quella fosse una delle sagre più grandi mai visitate da loro. Gli stand del cibo erano innumerevoli, e si poteva dire altrettanto delle varie bancarelle e dei giochi dei bambini, la gente era tanta intorno a loro ed anche i ragazzi della loro età sembravano girovagare in gruppi numerosi causando ancora più confusione.

«Simo' ma te sei fatto da qualche soldo pe' magna' da mamma e papà? Perché io non c'ho na lira» chiese Jacopo attirando l'attenzione del fratello su di se, lo vide con una mano premuta sullo stomaco e gli occhi fissi su uno stand di olive ascolane poco lontano da loro.
«seh, c'ho trenta euro» disse. «non li spenderemo tutti in olive ascolane» fu costretto a dire quando gli occhi del fratello si illuminarono.
«sarebbero i soldi mejo spesi della vita tua, 'n capisci 'n cazzo» sbuffò Jacopo spingendosi verso lo stand, Simone alzò gli occhi al cielo prima di muovere un paio di passi ed afferrare le maniglie della sedia di Jacopo per poterlo portare fino al loro obiettivo.

Jacopo posizionò le mani sui braccioli della sedia a rotelle e fece leva sulla braccia per potersi tirare un po' più su e vedere oltre la vetrata del camioncino, la ragazza aldilà del banchetto li osservò in attesa di una loro indicazione e Simone le sorrise cordialmente rendendosi conto di non aver nemmeno salutato.

«ciao, scusalo è un cafone» disse dando un colpo leggero sulla spalla al fratello che solo in quel momento sembrò rendersi conto della presenza di un altro essere umano davanti a se.
«ciao, scusa è che da qua sotto non vedo 'n cazzo» borbottò indicando la sedia a rotelle sotto di se, la ragazza ridacchiò.

Con gli anni Jacopo aveva imparato ad accettare gli strascichi lasciati dalla meneningite che lo aveva colpito a tre anni, anche se inizialmente spiegare ad un bambino il perché il giorno prima correva con il fratello ed il giorno dopo non sentiva più le gambe non fu proprio semplice per i loro genitori. Simone aveva sempre invidiato la forza del fratello, più volte si era chiesto perché il destino avesse scelto lui, ma era abbastanza convinto del fatto che, fosse stato al posto suo, non avrebbe mai avuto la sua forza e soprattutto non avrebbe sviluppato la sua autoironia nel tempo.

«allora di base sono tutte olive ascolane fritte, cambia solo la vaschetta e il prezzo»

Gli spiegò la ragazza affacciandosi per poterlo guardare da sopra il piano rialzato, Jacopo le sorrise vedendo il volto associato a quella voce e Simone vide la ragazza castana fare altrettanto portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non riuscì a trattenere l'espressione divertita che si formò sul suo volto perché in una manciata di secondi si era ritrovato a sentirsi invisibile davanti a quei due che in teoria stavano semplicemente decidendo la vaschetta delle olive da prendere.

Love gun. |Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora