2.

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Manuel quel giorno non aveva fatto altro che aspettare, aspettare mentre metteva a posto i pupazzi, aspettare mentre mangiava un panino seduto sullo sgabello dentro lo stand, aspettare mentre i bambini ed i ragazzi si susseguivano davanti a lui per poter giocare e aveva aspettato così tanto che arrivato alle nove di sera si era sentito un completo cretino, perché lui quel ragazzo non lo conosceva nemmeno.

Era rimasto in attesa di quei ricci e di quegli occhi enormi che non aveva confuso nemmeno una volta nella folla, talmente erano unici. Ma quell'attesa di fatto non aveva portato a nulla, almeno non fino nove e mezza di sera, quando stava scorrendo nella home di Instagram in modo distratto ed una voce forte attirò la sua attenzione.

«artro giro artra corsa» appena alzò lo sguardo i primi occhi che incontrò furono quelli di Jacopo che dopo aver parlato battè i palmi sui manici della sedia. «artra corsa pe modo de di'» continuò facendo ridere Manuel.

Fu quando sentì la risata leggera del ragazzo al suo fianco che alzò lo sguardo incrociando subito quegli occhi castani che aveva tanto ricercato. Fu immediata la reazione del suo corpo che si manifestò con un solletico all'altezza dello stomaco, difficile da ignorare per lui e in pochi secondi quasi dimenticò di dove fossero, riuscì solo a focalizzare l'attenzione su Simone che ricambiava il sorriso con la testa leggermente inclinata.

«ce riprovate?» chiese.
«seh, chi non se fa n'ora de strada pe spara' e vince 'n pupazzo, geni der marketing proprio» Simone boccheggiò un paio di secondi prima di colpire il fratello su una spalla.
«vale lo stesso discorso per mangiare olive ascolane» controbattè facendogli alzare gli occhi al cielo.

Manuel seguì quel battibecco con sguardo abbastanza confuso ma sempre con un sorriso divertito sulle labbra, d'altronde come poteva non sorridere quando per una giornata intera aveva aspettato quel momento?
Infilò il telefono in tasca appena lo schermo si spense e senza pensarci più di tanto uscì da dietro al bancone per raggiungere i due ragazzi, rendendosi conto solo in quel momento di quanta fosse effettivamente la differenza di altezza tra lui e Simone.

«vuoi spara' te ar posto suo? Magari così vince» lo prese in giro Jacopo.
«Ja' te giuro che te lascio qua oggi» Manuel si morse l'interno della guancia cercando di trattenere un sorriso e subito dopo scosse la testa.
«lo aiuto, sei tornato per imparare no?» chiese rivolgendosi a Simone, nonostante tutti i presenti sapessero che no, il motivo non era affatto quello, a confermarlo fu la risata di Jacopo che entrambi fecero finta di non aver sentito e che Simone sostituì con un cenno di assenso ed un sorriso.

Afferrò la pistola davanti al più alto e gliela posizionò tra le mani mentre Jacopo, in totale autonomia, iniziò a sparare contro i barattoli. Non che il fratello non avesse capito come si facesse, ma erano arrivati fin lì solo per rivedere Manuel e farsi aiutare anche per la cosa più stupida non gli dispiaceva affatto.
Si mise nella stessa posizione del giorno prima e subito una mano dell'altro ragazzo gli si andò a posizionare sotto il gomito per tirarlo più su, Manuel era leggermente più basso di lui ma riuscì comunque a sentire il suo fiato solleticargli l'orecchio quando gli si posizionò alle spalle.

«mira più su» disse e Simone come un automa mosse le braccia più in alto guadagnandosi un sorriso da parte sua. «spara» e Simone premette il grilletto colpendo la seconda fila di barattoli e buttandone giù la maggior parte.

Si girò subito verso il ragazzo dietro di se con un sorriso luminoso sul viso che Manuel ricambiò con una carezza impercettibile sul gomito, poiché la mano era rimasta ferma lì per tutto il tempo. Jacopo osservò la scena dopo aver sparato la maggior parte dei suoi colpi e si consolò con il fatto che almeno quell'ora di strada aveva portato ai risultati sperati, nonostante si sentisse il terzo incomodo in una situazione che non lo riguardava affatto.

Love gun. |Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora