Capitolo 2

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"Ha fatto un punteggio di..."

Era veramente necessaria tutta quella attesa? Louis riusciva a capire che era fatta giusto per portare un po' di suspense, ma c'erano delle vite in ballo, come quella di Louis, il quale stava per collassare da un momento all'altro. Si sentiva come se potesse urlare all'improvviso o staccarsi i capelli dal fastidio.

"Ha fatto un punteggio di undici su dodici, non ci posso credere!" Esclamò Ceasar, ridendo subito dopo, con la sua risata così finta e 'ricca' se si poteva dire. Louis rimase immobile mentre tutti quanti attorno a lui esultavano. Undici. Era un punteggio quasi perfetto porca troia. Non riusciva a crederci "Congratulazioni Louis, a quanto pare, il distretto dodici, quest'anno, non ci fa mancare mai delle sorprese eh" ancora quella odiosa risata "beh, signore e signori, per oggi è tutto, ma restate con noi, domani intervisterò i nostri speciali tributi"

Come detto da Ceasar, il giorno dopo, tutti i tributi, compresi Harry e Louis, erano posti nel backstage ad aspettare aspettare essere chiamati. Una volta chiamati, sarebbero dovuti salire sul palco di quell'enorme... teatro? A Louis sembrava essere un teatro. Comunque, poco importava in quel momento. Louis era molto più impegnato a scuotere le mani nell'aria, cercando di levarsi quel fastidioso sudore.

Cinna si avvicinò a lui con un empatico sorriso sul volto "Sei pronto?" Gli chiese poggiandogli le mani sulle spalle.

Louis sospirò e scosse la testa, muovendo le gambe "si?" Tentò ma grugnì "no" sbuffò "non lo so, ho paura sinceramente, non sono bravo a piacere alle persone, Cinna, mi odieranno tutti, a nessuno piace il mio carattere"

"A me piaci" rispose Cinna, portando le mani sui capelli del ragazzo, cercando di metterglieli a posto.

Louis abbassò il capo, così da rendere più facile al suo stylist ordinargli le ciocche di capelli e sospirò "con te è diverso, con te non stavo provando a piacerti"

"Esattamente" rispose l'uomo, prendendo il viso del ragazzo con una mano, obbligandolo ad alzarlo. Gli sorrise, accarezzandogli uno zigomo col pollice "Sei forse un po' aspro certe volte, ma vedrai che ti adoreranno tutti una volta scoperto il tuo vero io, fidati di me" Louis fece un sorriso di circostanza, così "Vai e spacca tutto, Lou"

"Sempre se non mi spacco prima io" borbottò tra sé e sé. Sentì proprio in quel momento la voce di Ceasar chiamarlo, così, preso un bel respiro, iniziò a camminare verso le scalette laterali del palcoscenico e ci salì sopra. Un solo passo e tutti quanti in quella enorme sala iniziarono ad applaudire, urlare e fischiare.

Guardandosi attorno rimase scioccato dal numero di spettatori che lo stavano guardando. Il suo respiro si fece ancora più pesante di prima al solo pensiero di quanti occhi lo stessero guardando in quel momento, non contando poi le persone che lo guardavano da casa, persone, compresa la sua famiglia e il suo distretto.

Sperava tanto non sarebbe svenuto di fronte a così tante persone.

Al centro del palco c'erano due poltrone, una occupata da Ceasar, mentre l'altra era vuota, riservata a lui.

Preso un bel respiro, si fece in avanti, traballando e quasi cadendo per colpa di quelle stupide scarpe col tacco che Cinna gli aveva fatto indossare 'il tacco va di moda Louis, e poi, ci stai favolosamente' tutte stronzate, Louis si sentiva ridicolo con quegli stupidi tacchi e quello stupido trucco attorno agli occhi e quello stupido corsetto che non lo faceva respirare. A cosa gli serviva poi un corsetto se non aveva nemmeno un seno? Louis non lo capirà mai.

Riuscì ad arrivare alla sua poltrona senza cadere e si sedette su di essa. Era molto comoda, ancora non riusciva a capacitarsi di tutto il comfort che Capital aveva. Mosse il sedere più volte, sentendo il morbido cuscino che era sotto di lui. "Allora, Louis Tomlinson" Sentì la voce di Ceasar chiamarlo, così Louis smise di strusciare il culo su quel cuscino dannatamente comodo e guardò l'uomo "come stai? Come ti trovi qui a Capital City?"

Ti Sto Ricordando (hunger games)|| LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora