Moonlight

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Bokuto aveva volontariamente messo il proprio telefono con la modalità silenziosa.
Non voleva che, a detta sua, degli stupidi scherzi rovinassero quella che sarebbe stata una delle serate più belle della sua vita.
Le chiamate con Akaashi riuscivano sempre a calmargli l'anima e rasserenarlo, al contrario di sua madre che diventava ingestibile quando entrava nel suo "mood euforico", che tradotto in termini comprensibili ai comuni mortali era "romanticismo allo stato puro".
Durante il tempo trascorso nella vasca da bagno, si era ricordato di un piccolo aneddoto che gli raccontò suo padre anni prima di come si sono conosciuti lui e sua madre:

« Non puoi cambiarla, è proprio fatta così.
Sai, quando ho conosciuto tua madre al liceo, lei non aveva chissà quali amici proprio per via del suo carattere aperto e cristallino. Alcuni la chiamavano addirittura "ragazza stramba".
Era sempre in classe a scrivere storie fantasiose o romantiche, diciamo che era la cosa che l'aiutava ad andare avanti.
Mi piaceva che fosse così spontanea, diversa dagli altri e mi incuriosii.
Un giorno, durante un'uscita didattica a Okinawa, con stupore di tutti, la invitai a ballare al falò, pensa non ci credeva nemmeno lei! Ma così tanto che mi fissò con occhi spalancati per dieci minuti buoni!
Fu in quel momento che iniziai a capire quanto fosse speciale, e siamo rimasti insieme per tutti questi anni.
Non criticarla troppo, per alcuni versi le somigli molto caratterialmente.»

Ripensando a quella breve conversazione conversazione con suo padre, non poteva non accennare ad un piccolo sorriso e pensare che un po' avesse ragione.
Quando si trattava di Akaashi era perennemente su di giri, pensava accuratamente a dove portarlo agli appuntamenti, al suo regalo di compleanno e chi più ne ha più ne metta.
Effettivamente erano tutti comportamenti da persone affette da "romanticismo puro".
Immerso nei suoi svariati pensieri, il  ragazzo non si era accorto di tre cose fondamentali: per prima cosa stava diventando carne lessa per essere rimasto a tempo indefinito a mollo nell'acqua.
Seconda cosa, aveva tanto da fare e doveva sbrigarsi, dato sarebbe passata la madre di Akaashi a portargli il vestito.
Terza ed ultima cosa, non si era accorto che gli fossero arrivati tre messaggi al telefono, poi che lo aveva messo in modalità silenziosa.
Avrebbe voluto godersi un altro po' di meritato relax ma, non che fosse novità, una voce che ben conosceva lo riportò sul pianeta terra.

« Quanto ancora vuoi rimanere lì dentro? Non vedi che stai diventando come una platessa in sconto al supermercato ? »

« Mamma!? Ma quando sei entrata???» replicò Bokuto con aria alquanto spaesata

«Vorrei ricordarti che devi aiutarmi a portare le cose e finire i preparativi. Inoltre devi andare a casa di Akaashi per il tuo abito e devi provarlo, così vediamo se ti va perfettamente. Inoltre ti si è illuminato il telefono che evidenziava tre messaggi. E per finire sono quasi le 18:15. » replicò sua madre con le sue solite risposte pronte.

«Già così tardi? Ma quanto sono rimasto dentro?? »

« Il giusto per diventare una succosa platessa. Magari il buffet lo facciamo cucinandoti. Dai, muoviti!»

Senza perdere altro tempo, che in pratica non aveva più, uscì dalla vasca e si infilò il suo bellissimo accappatoio color vaniglia e si diresse verso il lavello, dove lasciò il proprio telefono.
Asciugandosi per bene le mani, lo prese e si accorse che da tre i messaggi erano diventati cinque, accompagnati da dieci chiamate perse: tutte di Akaashi.

«Ma che diamine... » inarcò perplesso un sopracciglio e scorse tutti i messaggi, per lo più di amici che gli facevano le congratulazioni, eccetto uno.

«Stai facendo un errore madornale, vedrai. Non siete compatibili a differenza nostra. Te lo dimostrerò stasera. »

«Questi scherzi quando iniziano non finiscono più, poi sono così ripetitivi questi messaggi....Mah, mi vesto e vado da Akaashi per il vestito che sto già tardando troppo. »

Andò di fretta e furia, nemmeno corresse per le olimpiadi, nella sua camera e si infilò a mo' di flash un jeans blue scuro ,una maglietta azzurra e una giacchetta grigia scuro.
Si lasciò i capelli tirati giù, che ricadevano a malapena sulle sue spalle e si infilò il telefono in tasca. Non gli serviva altro.
Salutò i suoi  di fretta e furia, sgattaiolando fuori in direzione di casa di Akaashi, come fosse questione di vita o di morte, o quasi.
Akaashi continuava a guardare ininterrottamente l'orologio in cucina mentre guardava svogliatamente svariati programmi che trasmetteva la tv in quella fascia oraria.
Cambiava canale ogni secondo, come se avesse un tic nervoso.
Passava da un programma di varietà ad un programma musicale, da uno musicale ad uno comico, da uno comico ad un film d'azione e così via finchè un suono interruppe felicemente il suo loop.

Ding dong

«Akaashi puoi andare ad aprire? Sto finendo i ritocchi ai vestiti. » incitò sua madre dalla camera di sopra.

Spense così la televisione, poggiando il telecomando sul mobiletto accanto alla credenza e si diresse ad aprire la porta.
La scena che gli si parò davanti era la seguente: un Bokuto con un viso rosso, con il fiatone, poggiato al muretto e con i capelli scompigliati.

«Era ora. »

«E dai Akaashi!  Ho fatto solamente dieci minuti di ritardo! Ho corso tantissimo! » esultò il ragazzo, oramai in condizioni tali da aver bisogno quasi di una bombola di ossigeno.

«Dai entra, che ti offro dell'acqua! Tra poco mi cadi a terra. »

Il ragazzo entrò in casa del suo futuro sposo semi-vivo poggiando il telefono sulla crenza e, come avrebbe voluto commentare l'altro da quella presa visione, da Bokuto a Bakato è un'attimo.
Ebbe giusto quel tempo di bere ben tre bicchieri d'acqua, dare un bacio di saluto al fidanzato e recuperare almeno un polmone che, dalla scalinata si udirono dei passi felpati che segnavano la tempesta prima della "quiete".

«Finito! Finalmente ho concluso il lavoro e sono proprio soddisfatta! » esultò la madre di Akaashi come se avesse vinto al lotto.

«Mamma puoi evitare di fare baccano? Non siamo sordi. »

«Scusami tesoro ma ero così felice di confezionarli io stessa e finirli dopo ore passate a cucire che mi sento così leggera ora! »

«Bhe, Bokuto credo ti tocchi andare a provare l'abito. Io farò lo stesso. »

«Forza, non c'è tempo da perdere! »

I due seguirono la donna su per le scale emozionati , pensando a quanto belli sarebbero stati belli su di loro, o meglio al proprio fidanzato.
Tutti questi pensieri e sorrisi felici, li distolsero dal telefono di Bokuto, che nel mentre si era illuminato mostrando una chiamata sconosciuta in arrivo.


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N.B

Ragazzuoli, finalmente sto aggiornando anche se a fatica per via del tempo che è poco ed ho tantissima roba.
Spero ancora mi perdoniate e tenterò nelle mie capacità di stare al passo ç_ç


Ci vediamo la settimana prossima con "Quiet before the storm" <3


-Vinea-Hime

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2023 ⏰

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