Per farti sedere in auto ci avevano messo almeno tre quarti d'ora, non volevi salirci perché c'era qualcosa che ti ricordava, un ricordo ben sepolto sotto anni di polvere e ragnatele, e non era piacevole, non ti sentivi al sicuro e percepivi che presto sarebbe successo qualcosa di brutto, lo sentivi dentro di te e quella sensazione ti aggrovigliava le budella.
Non volevi mangiare, non volevi che ti toccassero più, non volevi andare in ospedale, non conoscevi nulla di tutto quello e non ti piaceva per niente. Quella stranissima sensazione era angosciante, ti toglieva il fiato.
"Non fare storie bambina, dobbiamo andare, devono perquisire la casa e non possiamo tenerti qua. Su, dai..." quell'uomo di mezz'età era talmente irritante che avresti voluto strappargli gli occhi dalla faccia e spappolarli sotto il tallone.
"No!" urlavi, perché in fondo non volevi accettare che lui ti avesse lasciata andare, nessuno si sarebbe messo tra voi due, eri testarda, non ti avrebbero smosso facilmente. Ti dibattevi come una bestia in gabbia, scalciando e urlando contro tutti i poliziotti, che non avevano mai visto una bambina così insistente, così decisa ché pensavano fosse pazza.
Le serve uno psicologo, in quella casa da sola deve sicuramente aver perso la testa pensò la donna con un po' di pietà. Pietà che a te in quel momento non serviva, non ti serviva niente, nient'altro che lui.
"Non voglio! Lasciatemi!" continuavi ad urlare con tutte le tue forze, fino a che i tuoi polmoni non si fossero disintegrati, ma un guerriero ha sempre una paura nascosta e tu eri spaventata, terrorizzata a morte da quello che sarebbe potuto succedere. Eri fisicamente stremata, ma non volevi mollare.
"Dobbiamo portarla in ospedale, subito! Prendete il cloroformio!" sembrava che ad un certo punto si fossero resi conto che stavi facendo perdere troppo tempo e la donna si attivò, ma tu non la stavi ascoltando, eri troppo impegnata a dibatterti, perché se no quei tizi ti avrebbero bloccata, avevano le mani protese dappertutto, erano ovunque e tu non ci capivi niente.
Era una follia, qualcosa che non avresti mai immaginato potesse succedere perché tu eri al sicuro con lui e sembrava impossibile che ti avrebbero portato via.
E ora non reggevi più la situazione, volevi solo urlare e piangere, ma avevi tanta energia da sprecare che contorcerti era quasi una necessità. Poi sentisti uno degli uomini che tentava di immobilizzarti farsi da parte e per un attimo tutti si fermarono, anche tu ti tranquillizzasti solo per qualche secondo, perché poi una mano enorme ti arrivò in faccia, coprendoti bocca e naso. Strizzasti gli occhi, per proteggerti ti raggomitolasti su te stessa e non potevi più urlare, ma scalciavi con tutta la tua forza. Non volevi mollare. Sentivi la testa ciondolare, nel cranio ti rimbombavano delle voci, dei pensieri, de ricordi e piano piano tutto si fece più lento, i rumori più attutiti e ti sentivi strana, molle, avevi l'unico desiderio di accasciarti e lasciar perdere. Gli occhi li tenevi chiusi perché le palpebre sembravano troppo pesanti, le gambe che prima sbattevi ovunque, non le sentivi nemmeno più.
Nel giro di qualche secondo ti sembrò di essere rinchiusa in una bolla nera al di fuori di tutto, al di fuori del mondo, della tua stessa mente e immaginazione. Una bolla dove tutto era così silenzioso e tranquillo che sembrava surreale, ma tu ti sentivi bene, per la prima volta ti sentivi davvero bene.
Grazie al cloroformio i poliziotti riuscirono a metterti in macchina, eri svenuta ed eri tranquilla, sembravi quasi angelica con quel sorriso abbozzato sulle tue labbra sottili. La donna era alla guida dell'auto e partì subito per l'ospedale, dove già sapeva che lo psicologo vi aspettava.
Il percorso non fu proprio breve ma tu non te ne accorgesti nemmeno, appena arrivati all'ospedale due infermiere ti sdraiarono su una barella e ti portarono nella stanza 6A del reparto di pediatria. La donna poliziotto era sempre al tuo fianco, insieme alle due infermiere ad aspettare che ti svegliassi per eseguire degli esami. Le tre donne non parlavano nemmeno di te, spettegolezzavano di altro, di gossip, di uomini e di quanto fosse bella la nuova collezioni di borse di Luois Vuitton.
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Bewitched
RomanceOgnuno ha il proprio demone, il mio non mi ha mai abbandonato. Era come la mia ombra e non se ne è mai andato. L'ho odiato, l'ho amato e con lui il mio senno se ne è andato. Quella notte faceva freddo nei dintorni di Hawick in Scozia e tu eri sola...