Parte II

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Un suono costante.

Il rumore del respiro.

L'odore di medicine.

Il vociare lontano, il brusio fastidioso.

Il corpo pesante, la pelle un po' calda.

La stanchezza che nonostante tutto iniziava ad accompagnarlo fuori da quell'oblio senza inizio né fine.

La luce gli si infilò con prepotenza negli occhi rossi. Lì per lì questi rimasero a fissare in modo vuoto il soffitto, dopodiché sfarfallarono all'uomo in camice bianco che lo stava osservando con una pila in mano e dei grossi occhiali sul naso.

– Ben svegliato. Come ti senti, Katsuki-kun? –.

Il biondo corrugò le sopracciglia. Non aveva ben capito. L'altro gli sorrise semplicemente mentre scribacchiava qualcosa sulla pila di fogli contenuta nella cartella rossa poggiata tra il palmo della sua mano e la piegatura del braccio.

– L'operazione è stata un successo –.

Questo, però, l'altro lo riuscì a recepire. Così sollevò di poco la mano libera dalla flebo, anche se sinceramente non comprese il motivo di quel suo stesso gesto. Forse erano ancora gli strascichi dell'anestesia. Ma poi... quando era stato portato in sala operatoria?

– Sei stato operato d'urgenza questa notte alle ore tre e venticinque. Il primo cuore è stato trapiantato a un ragazzino di undici anni con sole poche ore di vita; tu sei stato ugualmente fortunato perché in seguito a un terribile incidente che ha ucciso un ragazzo, hai comunque potuto ricevere il tuo nuovo cuore. Per ora non hai bisogno di sapere altro. Riposati –.

E detto ciò, l'uomo lo lasciò da solo nella stanza dov'era stato portato solo due giorni prima. O perlomeno, pensava che fossero trascorse solo quarantotto ore.

Mentre chiudeva le palpebre stanche e pesanti, però, un pensiero terribile e improvviso esplose nella sua mente. Quel ragazzino dai capelli verdi dov'era comunque?! Izuku Midoriya dov'era finito?

– Psss! –.

Katsuki sollevò di poco la testa dal cuscino. Gli ci volle un attimo per riconoscere chi era la figura entrata con aria furtiva nella sua stanza e che ora gli sorrideva con gioia.

– Ciao, Katsuki-san! Come stai? –.

– Izuku... – rispose l'altro stupito. – Come vuoi che stia? Mi hanno operato –.

Tutti e due osservarono lo spesso stato di bende che ricopriva il torace nudo del giovane sedicenne, con ancora molti elettrodi sull'intero addome e collegati da diversi macchinari.

– Sono felice che adesso in poi potrai avere una vita migliore! – gli disse il più giovane, mentre gli prendeva dolcemente la mano. – Posso chiamarti Kacchan? –.

Il biondo fece solo un rumore dal profondo della gola mentre si abbandonava al sonno.

– Ad ogni modo, sappi che non vado da nessuna parte. Quando ti sveglierai di nuovo, mi troverai al tuo fianco –.

"Perché ti ostini a voler essere mio amico? In fondo non ci conosciamo..." fu l'ultimo pensiero del biondo prima del tanto agognato mondo onirico.



– Come ti senti, amore? –.

Mitsuki era seduta su uno sgabello bianco e lo stava aiutando a mangiare un po' di zuppa senza sale. Masaru, invece, sistemava la biancheria pulita nell'armadietto tra la porta d'entrata e quella del bagno.

Meiosei - Soft BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora