3-Dipende

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Il sole sorgeva dando inizio ad un nuovo giorno per Kageyama. Una parte di sé gli diceva di lasciare indietro tutta la storia riguardante Hinata e andare avanti facendo tornare tutto alla normalità. L'altra diceva di scoprirne di più.
Non che abitualmente seguisse le lezioni, ma quel giorno la sua mente era stata particolarmente occupata e i dubbi gli rimbombavano in testa senza volersene andare nemmeno per un secondo. Non si rese neanche conto di aver pensato per un intero giorno solo a Shoyo, ormai il cervello di Kageyama, senza accorgersene, era diventato un piccolo sistema solare dove tutto girava intorno a quel piccolo sole, Hinata.

«Kageyama? Rispondi a questa domanda.» La voce del professore lo riporta sulla terra.
«Ehm, sì. Può ripeterla?»
«Nella frase sulla lavagna. Quale tempo verbale uso per esprimere questa frase in inglese?»
Diede un'occhiata veloce alla lavagna.
Da quanto studi inglese?
Subito il suo cervello andò in panico. Tra i suoi tanti pensieri provò ad aggrapparsi a una di quelle spiegazioni che l'avevano salvato dal non andare al ritiro.
«Present...ehm»
«Sì?» guardò un attimo il quaderno che aveva sotto, qualche millesimo che gli diede abbastanza tempo per rubare la risposta che gli serviva. Ovviamente gli appunti non li prendeva e se li faceva dare e rispiegare da Yachi, sia lui che Hinata avevano continuati ad andarci dall'estate.
«...perfect?» Non sapeva neanche come si formasse quel tempo ma la faccia del professore lo rassicurò.
«Esatto, bravo. Spero che tu lo sappia formare, ma non te lo chiederò. La prossima volta più attento, mi raccomando.»
Tirò un sospiro di sollievo e per la prima volta capì che, forse, Daichi e Ukai avessero ragione con l'obbligo di studio che avevano imposto.

Quando la campanella della ricreazione suonò, scappò subito dalla classe, il suo stile di vita gli impediva di stare seduto per più di qualche ora, soprattutto se si trattava di stare in classe ad ascoltare delle lezioni. Come al solito, si diresse alle macchinette per prendere il suo cartone di latte ma non lo bevve. Da lontano vide Tsukishima, quel biondo arrogante che non riusciva a sopportare, nonostante questo, capì che forse era la persona giusta a cui rivolgersi:

«Scusa Tsukishima, possiamo parlare?» Kageyama non riuscì a guardarlo in faccia.
«Che? Sua maestà desidera parlarmi? Quale onore...»
Tsukishima fece per andarsene ma Kageyama lo fermò per il braccio.
«Ti prego, ho bisogno di una mano»
Tsukishima alzò un sopracciglio e si sistemò gli occhiali.
«Sentiamo un po', allora.»
«Senti, non capisco più niente.»
«A scuola? Sai che devi chiedermelo ad alta voce per farti aiutare. Poi, Yachi ti ha stancato?»
«No, è riguardo ad altro... è più una cosa su di me.»
«Sono desolato informarla, sua maestà, che ha sbagliato persona a cui riferirsi, non sono uno psicologo.»
«Non sei tu quello fidanzato con un uomo?»
«Cosa? Non dirmi che-»
Kageyama sospirò.
«Sai di chi sto parlando, io non sono sicuro che mi piace ma, sento che non è come tutti gli altri.»
Sospirò anche Tsukishima.
«Se senti che non è come gli altri allora parti dal presupposto che, la vostra, non è una normale amicizia. Cercando di essere delicati, con lui vuoi comportarti da amico o da...altro?» Kageyama voleva rispondere ma le sue corde vocali non volevano saperne di muoversi.
Tsukishima alzò le spalle e se ne andò mentre la campanella suonava.
Intanto Kageyama era diventato completamente rosso in faccia. Comportarsi come amico? Cosa intendeva? Non sapeva bene come comportarsi con gli amici, ma con lui forse non voleva. Oppure si stava comportando da amico sin dall'inizio?

Tornò in classe senza bere nemmeno un sorso di latte, lo stomaco non lasciava spazio ad altro che farfalle.
Neanche a pranzo mangiò tanto, solo due o tre bocconi. Si sedette vicino alla palestra, su una panchina con il bento in mano. La sua mente vagava in quel suo piccolo sistema solare, lui era come un astronauta. Dipendeva tutta da lui la rotta del suo viaggio, doveva tornare sulla terra o restare ad orbitare intorno al suo sole?

«Kags!» stava provando a bere il latte avanzato dalla ricreazione, ma non si era accorto che qualcuno si stesse avvicinando. Gli andò di traverso e inizio a tossire.
«Idiota, mi hai spaventato!»
Hinata iniziò a ridere mentre si sedeva accanto a lui. Come poteva essere così stupido da non averlo capito prima, che se non si sta attenti il sole potrebbe affascinarti troppo?
Kageyama chiuse il bento, ancora praticamente pieno, e lo mise nel suo borsone.
«Oggi non ti ho visto a ricreazione, dov'eri finito?»
«Ero andato a prendere il latte. Dov'eri tu, invece?»
«Volevo passare davanti alla tua classe, però mi sono messo a parlare con Yachi. Pensavo che venivi, alla fine non importa.»
«S-Scusa»
«Scusa?» Hinata rimase bloccato. Stava aprendo il bento ma non si aspettava delle scuse, in particolar modo da Kageyama.
«Non sono venuto da te a ricreazione, scusa.»
«Oh, va bene.»

Seguirono alcuni secondi di silenzio, Kageyama pensò veramente di voler porre fine alla sua vita. Soprattutto da quel giorno, restare in presenza di Hinata con momenti di vuoto era estremamente imbarazzante. Sospirò.
«Oi Kageyama, tutto bene?»
«Cosa? Perché?»
«Oggi sei strano, stai bene?»
«Ah, sì.»
«Va bene, allora. Se lo dici tu.» Non era per niente ok, Shoyo lo sapeva bene, aveva notato quanto Kageyama fosse strano quel giorno. Ogni piccola cosa strana che aveva fatto.

Da lontano, Shoyo vide passare due senpai «Suga-san! Daichi-san!»
Si avvicinarono appena lo sentirono.
«Hinata, Kageyama, siete già qua?»
Chiese Suga, avevano entrambi le borse per l'allenamento in spalla.
«Dai, entriamo.» Daichi va verso la porta della palestra per aprirla.
Andarono a cambiarsi e un brivido percorse la schiena di Kageyama. L'inverno si avvicinava e, levarsi la felpa, faceva sempre più pizzicare la pelle per il freddo.
Il duo bislacco era sempre il primo che vedevi con una palla in mano. Finivano sempre di cambiarsi in poco tempo e, subito dopo, prendevano la palla per riscaldarsi con dei passaggi. Nel mentre, la palestra si riempiva sempre di più finché non erano al completo: dodici ragazzi, le due manager, il coach Ukai e il professor Takeda.
Come sempre durante gli allenamenti le cose da fare erano tante, ma il tempo passava troppo velocemente, tranne quel giorno.
Da quel giorno, stare in una stanza insieme ad Hinata, era diventato molto più difficile per Kageyama e tutto passava più lento.
Era come se il tempo si fermasse per lasciar battere il suo cuore più battiti del solito.

Quel giorno decretarono tutti che Kageyama fosse strano o distratto.
Sbagliava molto alzate, soprattutto se Hinata era in prima linea. Non si concentrava più sull'alzare bene la palla e questo, per un palleggiatore con una precisione chirurgica come Tobio, era un problema.
Ogni volta era un continuo di "scusa" o di richieste come "più corta".

Quando l'allenamento finì pulirono tutti e si cambiarono. Alla fine, rimasero solo Hinata e Kageyama.
Ormai conoscevano bene quel vecchio sgabuzzino dove si trovavano. Nonostante fosse buio e un po' impolverato, era abitato da ricordi, sentimenti e forse alcuni ragni.
«Andiamo al parco?»
«No.»
«Cosa? Perché?»
«Non mangi niente da stamattina e non hai nemmeno finito il latte! Non giocheremo finché non mangi il qualcosa.»
Hinata si era accorto di tutto e Kageyama avrebbe voluto solo sparire.
«Cosa? Da quando ti importa così tanto di cosa mangio?»
«Sei il mio alzatore, mi preoccupo per quello. Oggi hai sbagliato tutte le alzate, anche quando la palla era facilissima.» Dall'altro capo non ci furono risposte. Shoyo aveva ragione e stava servendo la verità a Tobio in un modo così spontaneo che si imbarazzò subito.
Hinata prese la mano di Kageyama. «Andiamo a mangiare insieme.»
Per tutto il tragitto dallo sgabuzzino alla porta della palestra, dove spensero le luci e chiusero tutto, le loro mani non si staccarono un secondo. Così rimasero fino al piccolo negozietto specializzato in onigiri vicino alla via dove abitava Kageyama.
«Veramente, perché lo fai?»
Le luci del negozietto li illuminavano.
«È il Gwaa, ricordi, Tobio?»

Scrivere questo capitolo è stato lunghissimo, mi scuso per l'attesa 😭😭.
Fun fact: questa fanfiction doveva essere una one shot.
+ Ho fatto sbagliare a Kageyama e Hinata qualche congiuntivo perché onestamente li sbaglierebbero e mi sembrava più realistico.

Non so se avete letto ma ho pubblicato anche un'altra fanfiction, cioè una oneshot AshEiji. Spero che la leggiate nel mentre che pubblico il quarto capitolo.
La trovate sul mio profilo JessYachi con il titolo "Lettere dagli Angeli.

Grazie a tutti, alla prossima settimana!

Dipende [KageHina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora