PARTE 1

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l'aria era pensante il giorno in cui doyoon è morto.
le ambulanze non cessavano di suonare, la gente era in subbuglio per cercare di scoprire cosa fosse successo, ma niente.
nessuno sapeva niente, tranne me, intak ed il suo assassino.
strinsi forte il braccio del moro, nascondendo il viso nella sua manica per non vedere la scena.
a terra era completamente pieno di sangue, la macchina ribaltata contro un albero e lui, che era un pezzo di me, disteso sull'asfalto privo di sensi e privo di sé.

« ha ucciso mio figlio!
meriterebbe di bruciare all'inferno!
non può riportarmelo indietro e non si è fatto neanche un graffio! » urlò.
« signora choi, la prego, si calmi.
stavo male, ho perso il controllo, io... » venne interrotto il signor kang durante il suo discorso.
« male?
lei stava male?
lei è un assassino, kang changsu, ed ha ucciso un ragazzo di quattordici anni perché era ubriaco alle dieci del mattino.
non si tratta di star male: il mio bambino stava uscendo di scuola come tutti i giorni insieme ai suoi due migliori amici e lei me l'ha portato via. » disse la donna, per poi prendere per mano me ed intak e portarci fuori dalla sala d'ospedale.
le lacrime scendevano sul mio viso come fossero fiumi in piena, mentre intak restava impassibile a guardarmi, cercando a volte di sorridere per non farmi stare peggio.
eravamo nella stessa classe da anni e doyoon era diventato l'altra parte di noi.
saremmo dovuti essere un per sempre, rimanere inseparabili, eppure lui non c'era più.

gli anni successivi non facevo altro che piangere, piangere per cercare di dimenticare quanto doyoon fosse importante per me e quanto io non fossi nessuno senza di lui.
in quanto a intak, lui era fondamentale per me, senza il suo aiuto negli anni successivi sarei morta anche io probabilmente.
c'era solo un grande problema tra di noi:
« smettila di fumare, ti fa male. » gli dissi mentre accendevo la sigaretta tra le mie mani.
« il bue che dice cornuto all'asino, ma fammi il piacere y/n.
sei tu quella che dovrebbe smettere, a te resta sicuramente più che a me da vivere. » sputò acido il ragazzo accanto a me, aspirando per la prima volta da meno di un'ora.
« non fare queste scene, non stai morendo.
quella...cosa che ti hanno trovato non è così estesa, ed è benigna. » mi lamentai della sua drammaticità, sedendomi sul gradino accanto a lui.
« tu sei sana, perciò butta via quel fumo e goditi la vita, dato che puoi farlo.
gli altri pagherebbero oro per essere al tuo posto, io pagherei oro per essere al tuo posto.
se ci tieni davvero a me, smettila. » disse con durezza, colpendomi nel profondo e prendendo dalle mani la mia per spegnerla a terra.
« dovevo esserci io al suo posto. » dissi di botto prima di andarmene.
« cosa cazzo dici y/n, non fartelo passare neanche per sbaglio nella mente, sai anche tu che non potevamo prevedere quello che è successo.
non voglio più sentirti dire una cosa del genere, intesi?
pensavo ti fosse passata questa fissa di pensare di essere sempre il centro dei problemi del mondo. » si alzò in piedi di scatto, puntandomi un dito contro.
« sappiamo entrambi che se doyoon è morto è solo perché mi ha tolta dalla strada, la macchina avrebbe investito me se non si fosse messo in mezzo.
ora se non ti dispiace vado in classe ad iniziare la mia interrogazione di botanica. » dissi raccogliendo la borsa da terra e dirigendomi verso l'aula.

mi sedetti al mio posto ed aspettai intak arrivare nel suo in ultima fila: nonostante con me fosse sempre il più solare possibile, agli occhi di tutti rimaneva cupo e misterioso, evitava contatti con gli altri e se ne stava sempre in disparte.
la morte del nostro migliore amico ci aveva segnato entrambi, ma la verità è che per lui era un vero e proprio fratello che gli era stato tolto.
intak non aveva paura della morte, non la temeva, bensì la odiava perché gli aveva portato via una parte importante di sé.
forse era per questo che fumava quando era solo o con gli amici, o forse perché credeva gli restasse poco tempo da vivere; la realtà è che i medici avevano sempre detto che stava bene, che poteva fare ciò che voleva e bastava tenere la situazione sotto controllo, ma lui non ne voleva sapere niente, preferiva farmi credere di avere poco tempo per godersi la vita al massimo.

« buongiorno ragazzi e buongiorno y/n, facciamo questa breve breve interrogazione sui girasoli e passiamo ad un nuovo argomento. » iniziò il prof appena arrivato.
quando disse breve non immaginavo così tanto: durò davvero poco, mi chiese qualcosa ed io risposi a tutto, poi alzai la mano e domandai di poter andare in bagno.
uscii dalla stanza ed entrai nell'ultimo rimasto aperto, per poi aprire la finestra ed accendermi una sigaretta.
ultimamente pensavo troppo spesso a doyoon, mi mancava e la scena di lui ricoperto di sangue tornava ogni volta nei miei peggiori incubi.
credevo mi perseguitasse, avevo sempre un grillo per la testa che mi faceva sentire la causa di quella tragedia:
« anche se apri la finestra si sente la puzza. » si lamentò una voce dall'altro bagno.
« anche qui?
hai deciso di pedinarmi? » mi lamentai, buttando fuori altro fumo e lanciando poi la cicca ancora quasi intera fuori dalla finestra.
« ti sta cercando maya in classe, e poi il prof stava spiegando un altro argomento inutile. » rispose con tono annoiato.
« sei tu che dovresti rimanere a seguire le lezioni, non io.
vuoi farti bocciare un'altra volta per caso? »
mi arrabbiai ed uscii dalla stanza per lavarmi le mani, quando sentii le sue sulle mie spalle che si muovevano per farmi un massaggio.
« cara y/n, dovresti rilassarti un po', sei stressata.
senti qua che nervi... » mi ripetè all'orecchio mentre procedeva.
detestavo questo suo lato così spocchioso e confidente di lui, mi faceva sentire piccola ed insignificante davanti a lui, non per fargliene una colpa.
mi girai per guardarlo in faccia qualche istante e scoppiammo a ridere entrambi, per poi prenderci per mano ed uscire da quella galera.
cosa facemmo quel giorno?
scappammo da scuola senza dirlo a nessuno ed andammo a farci un bagno al lago del paese, urlando mentre facevamo i tuffi dallo strapiombo e divertendoci con le sciocchezze più minuscole ed insulse del mondo.
« manca anche a me y/n, da morire.
vorrei poter tornare a quando eravamo noi tre, come harry, ron ed hermione. » disse lui sorridendo malinconicamente e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
« mi chiedo perché sia successo proprio a noi, perché ci sta succedendo tutto questo. » mi guardai intorno con le lacrime agli occhi.
« non lo so, ma una cosa è certa: ti proteggerò sempre, proprio come ron ha sempre protetto hermione. »

ANGOLO AUTRICEera una vita che non portavo nuovo contenuti qui su wattpad, ma questa storia mi sta molto a cuore e volevo condividerla con voi

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ANGOLO AUTRICE
era una vita che non portavo nuovo contenuti qui su wattpad, ma questa storia mi sta molto a cuore e volevo condividerla con voi. <3

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