ero seduta sul divano con una tazza di the tra le mani, mentre fissavo il vuoto con un sorriso amaro sul volto e ripensavo a quanto quel momento intimo con intak fosse stato fantastico.
avrei voluto dire che quello fosse il giorno migliore della mia vita, perché sotto certi aspetti forse lo era per davvero, ma poi ripensavo a lui e tutto crollava di nuovo.
lo avevo lasciato dormire nello stesso letto in cui avevamo giaciuto prima insieme, volevo che potesse trovare un secondo di pace in tutto il gran casino che lo circondava.
la verità?
avevo iniziato a vederlo più stanco ogni giorno che passava ed ero certa che, anche se fosse stato così, non me lo avrebbe detto o comunque avrebbe cercato in tutti i modi di non farmelo notare.
avevo sentito la sua telefonata coi medici, quella in cui gli chiedevano di tornare per vari controlli dato che i sintomi stavano peggiorando di giorno in giorno.
il mio cuore era rotto, o almeno, aveva perso un po' dei suoi pezzi, ma volevo comunque fare finta di non saperne niente, solo per non recargli ulteriori dispiaceri e preoccupazioni.
lo guardavo negli occhi sempre, proprio come ogni altro giorno, come se non fosse cambiato nulla, sapevo che avrebbe voluto questo, sapevo che teneva troppo a me per farmi anche solo un minimo preoccupare della sua situazione.
tornai in camera dopo aver bevuto la bevanda allo zenzero e cannella che avevo tra le mani e mi sedetti ai piedi del letto in cui stava beatamente riposando intak: era perfetto, i suoi lineamenti sembravano scolpiti da canova (che non a caso era proprio il mio artista preferito) ed ero certa di non aver mai amato nulla così intensamente:
« vuoi continuare a fissarmi ancora per molto?
capisco che il mio fascino sia irresistibile, ma attenta o ti accecherò con la mia bellezza. » disse con voce calma, ma quasi come stesse cercando di urlare in un sussurro.
avevo di nuovo quella sensazione, sapevo che sarei esplosa da un secondo all'altro, per poi lanciarmi ancora e ancora tra le sue braccia in lacrime.
« non riesco a smettere, sei troppo bello ed è una cosa che odio di te. » dissi con la voce rotta, ma cercando di mascherarlo il più possibile.
« sai qual è l'unica cosa che odio di te? » mi domandò improvvisamente, confondendomi completamente e senza darmi neanche il tempo di ragionare prima di dare una risposta.
« cosa, takie? » dissi chiamandolo con il nomignolo che usavo solo quando ero ironica o nel mio momento di dolcezza.
« la tua voce.
aspetta, prima che ti arrabbi ed inizi ad urlarmi contro, intendo che mi fai male, terribilmente.
quando non ci sei tu o quando non ci sono io e non posso essere accanto a te ad ascoltarla per ore ed ore, questo mi logora dentro. » sentenziò.
gli poggiai una mano sulla guancia, poi si avvicinò a me e posò le sue labbra sulle mie.
mentre percepivo il suo sapore e le nostre lingue danzavano a tempo, mi sentii avvolta dal suono dei nostri schiocchi come se fossero una musica leggera, leggerissima e da ballare in punta di piedi.
ma poi quella sensazione, quella maledetta sensazione tornò più forte di prima e mi staccai da lui, nascondendo il volto nel suo petto.
« y/n, smettila di pensare alla mia morte, ti prego, non credo sia così vicina da doversi preoccupare tanto.
hai sentito la mia telefonata, vero? » mi disse con la voce ovattata per colpa dei miei capelli.
« scusami, mi ero promessa di non dirti nulla perché non volevo sembrarti incoerente.
sai, ti ho detto sempre di vivere da sole piuttosto che da luna o nuvola, eppure ora sono io la nuvola, non riesco a non esserlo se ho paura di perdere l'unica persona che voglio per sempre al mio fianco.
intak, voglio che tu sappia che sei l'unica cosa di cui ho bisogno per vivere, sei la parte di me che non posso perdere.
ti prego, dimmi come stanno davvero le cose, non mentirmi o me ne accorgerei. » lo convinsi, lo notai subito da come mi guardava negli occhi, mantenendo i suoi più fermi, ma lucidi, possibile.
« è peggiorato.
non so nient'altro, perciò mi hanno chiesto un'altra visita.
a quanto pare le cure non sono abbastanza forti, gli specialisti stanno cercando di capire se con un intervento si possa attenuare la situazione, ma probabilmente bisognerà solo aspettare. » mi disse lui, abbassando sempre di più il tono della voce ad ogni frase che pronunciava.
era come se per qualche attimo fossi diventata sorda: tutto intorno a me era vuoto, le orecchie stavano fischiando, o forse neanche quel suono era abbastanza percettibile, vedevo la sua bocca muoversi parola dopo parola a rallentatore, come se il tempo di fosse rallentato ed avesse deciso di interrompere il suo corso per farmi restare intrappolata nella sua psiche.
« aspettare?
ma aspettare cosa?
che tu...che tu...oh, fanculo. » dissi per poi riprendere la tazza e lanciarla a terra, rompendola in mille pezzi.
era la tazza con i gattini che tanto amavo e romperla aveva mandato in frantumi anche il mio cuore e tutte le certezze che cercavo di ricavare.
mi sentivo le gambe cedere e la mente crollare, non avevo più niente che nascondesse il fatto che in realtà sono sempre stata una nuvola di pioggia, finché non ho imparato a nasconderlo con tutti i complessi e le cazzate che mi sono creata da sola.
« y/n.
guarda me, lascia stare tutto, solo guardami negli occhi ed ascoltami bene: ti amo, voglio che tu lo sappia, qualsiasi cosa accada, ti amo e non smetterò mai di farlo.
non voglio nemmeno che tu mi risponda, anzi preferirei tu non lo facessi adesso o saresti condizionata dalla situazione, ma se mi vuoi bene anche solo per quello che sono sempre stato per te, il tuo migliore amico, accompagnami domani alla visita e rimani dentro la stanza anche se andrà tutto male, va bene? » mi domandò lui, alzando un mignolo in segno di giuramento.
esitai, non volevo assolutamente rimanere ad ascoltare un gruppo di medici che ci diceva che gli restavano solo anni, forse mesi o addirittura alcuni giorni da vivere per colpa di un tumore che doveva essere benigno e per cui non si sono ancora trovate cure adatte.
nonostante tutte le paranoie, però, lo feci: porsi il mignolo e giurai di restargli accanto sempre, anche durante il peggio, perché lui l'avrebbe di certo fatto per me proprio come ha fatto in passato quando abbiamo perso doyoon.
« non andrà tutto male, ricordi?
sono il sole, non vivere da nuvola tak, oppure mi farai ammalare con la tua pioggia e tu vuoi solo il meglio per me.
ti scalderò sempre con i miei sorrisi, è una promessa. » dissi.
ci baciammo come sempre.
ormai era l'unico appiglio che avevamo per non mollare la presa.
sapevo che non sarei caduta, non da sola, lui non mi avrebbe mai potuto lasciar cadere.
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serendipity : ̗̀➛ 인탁.
Romancejust let me love u • hwang intak x reader!! da un gruppo di tre amici a due rimasti, che di amicizia hanno ben poco. quando intak scoprirà una cosa assurda che gli cambierà la vita e y/n si renderà conto di amarlo, cosa succederà tra i due? la loro...