7. (VM 18)

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PRESENZA DI CONTENUTI ESPLICITI!





<< Puoi provarci tutte le volte che vuoi, ma io questo gioco non lo capirò mai. Mi arrendo! >> disse per la terza volta Sergio.

<< Allora facciamo qualche altro gioco che conosci, dai...>> propose Vittorio.

Quel teatrino andava avanti da un'ora e non era la prima volta che mi capitava di assistere a quella scena. Dalla cucina potevo sentire chiaramente le discussioni tra il mio miglior amico e Vittorio, era una strana routine che aveva preso avvio il giorno dopo la chiacchierata avuta con il ragazzino a notte fonda. La mattina seguente si era fatto accompagnare a casa per cambiarsi, ci demmo appuntamento in ufficio ma io feci una breve sosta a casa di Sergio, completamente assonato. Non mi ero presentato a mani vuote, ma grazie alla mia ricca colazione fu propenso ad ascoltare i miei deliri. Lo scambio di opinioni avvenute con Vittorio mi avevano turbato, ma non riuscivo ad inquadrare in quale modo le sue parole potessero influenzare il mio umore e per evitare ripercussioni sul lavoro mi ero fiondato da Sergio per parlarne con lui.

<< Mi hai svegliato alle sette e mezzo del mattino per venirmi a dire che ti piace, cosa che ti sto dicendo io da giorni, ma che tu continui ad ignorare? >> mi disse mentre buttava giù il primo cornetto ripieno di nutella.
Il mio stomaco si era chiuso ore ed ore prima senza volerne sapere di spalancarsi al cibo.

<< E' che è difficile trovare qualcuno che soddisfi tutte le mie esigenze sessuali...dovrò ripartire da zero. >> risposi mentre provavo a sorseggiare un bicchiere d'acqua, Sergio mi fissò con la bocca piena e lo sguardo scocciato.

<< Tu sei un coglione. Ed io devo proteggere quel cucciolo dalla tua coglionaggine, poi quando ti sveglierai un bel giorno e ti renderai conto di quanto tu sia stato un emerito cagasotto...solo allora ne riparleremo, ok? Ora evapora.>>

Dovevo dare atto che mantenne la parola data, perché da quel martedì, ogni sera Sergio stazionava a casa mia dando avvio ad una serie di discussioni con Vittorio, una volta per la cena, per il film da guardare, per il burraco e così ci eravamo trascinati fino al venerdì.

Fu una settimana lavorativa strana, Vittorio era rimasto quasi sempre nel reparto pubblicità, rientrava nel mio ufficio solo per raccogliere alcuni fascicoli creando un vortice di disattenzione da parte del sottoscritto. Era professionalmente perfetto, i rapporti tra di noi in ambito lavorativo erano rimasti pressappoco uguali, certo avevamo più familiarità l'uno con l'altro, frutto soprattutto del viaggio a Tokyo dove Vittorio si era rivelato essere un membro indispensabile per lo staff. Comprendevo che fosse meglio per tutti e due separare la sfera privata da quella lavorativa, ma la serenità con cui lui ci riusciva metteva a dura prova la mia psiche. Ogni sera raggiungeva casa mia con la sua vettura, nell'eventualità in cui dovesse rientrare a cosa, eventualità che durante la settimana non si era mai presentata. Rientrati dall'ufficio si dedicava al suo lavoro di mediatore piazzandosi nel mio studio, lì restava chiuso fino ad ora di cena o meglio fin quando Sergio non bussava alla porta di casa imponendo la sua presenza. Per recuperare più tempo possibile avevo preso l'abitudine di non trattenermi a lavoro oltre le 18, capitava che mi portassi il lavoro a casa e mi ci dedicassi stando sul divano, ma lo facevo solamente per avere Vittorio intorno ogni qualvolta entrambi avessimo avuto voglia di stare assieme. Stesso quel venerdì, prima dell'arrivo del rompi scatole, ero seduto sul divano a revisionare alcuni dettagli per la cena di fine anno, mi era stato dato l'incarico di indicare l'ordine dei posti, per evitare che qualche collega si sentisse messo in disparte dal proprio settore. Mi ci stavo dedicando con la stessa gioia dell' andare al patibolo, specialmente quando ebbi la chiamata dal presidente in persona.

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