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Per tutta la prima settimana di stage tenni l'ombra sempre accanto a me, gli mostrai ogni anfratto dell'azienda, mi seguì durante alcune riunioni con i dirigenti e scese in fabbrica seguendo i miei passi. La rabbia per la discussione del primo giorno scemò gradualmente, non perché avessi cambiato idea sulla sua persona, ma perché lui stesso mi aveva fornito le basi per una idea alquanto geniale. Se voleva conoscere davvero l'azienda senza dover starsene seduto lo avrei accontentato. In effetti tenerlo a non fare nulla iniziava ad urtare anche la mia persona, soprattutto quando ero in una accesa discussione e lo guardavo fissare i dipendenti. Lo avrei ripagato con la sua stessa richiesta, facendogli scontare anche il ritardo che mi aveva fatto fare a quei colloqui, dove tra l'altro non riuscì a trovare un candidato decente. Il settore di gestione del personale continuava la sua assidua ricerca, nella speranza di potermi presentare dei validi candidati.

La sua prima settimana alle mie calcagna filò senza ulteriori problemi, non ci rivolgemmo più la parola se non per le comunicazioni strettamente necessarie, tanto meno ci eravamo più guardati in faccia, proprio a sancire che entrambi ci detestavamo a pelle. Durante la settimana ebbi modo di presentare al presidente il programma di stage che avevo appositamente ideato per suo figlio, fu titubante quando lesse alcuni inserimenti in settori dove nessun altro era stato mandato, ma gli spiegai che era l'unico modo per presentargli in toto i singoli movimenti aziendali. Non sollevando ulteriori questioni mi accordò il programma. Così il venerdì sera, prima di lasciarlo tornare a casa, gli chiesi di attendere in ufficio che finissi il briefing con i sottoposti perché avevo necessità di comunicargli alcune novità. Non rispose, ma tornò a sedersi sulla poltrona fissando il suo cellulare.

<< E' segno di educazione rispondere quando qualcuno le fa una domanda.>> gli dissi in procinto di lasciare l'ufficio per la sala riunioni.

<< Ma la sua non lo era. >> tagliò corto.
Per la prima volta, dopo cinque giorni di pedinamento costante ci guardammo in faccia. Sembrava visibilmente stanco e questo mi alterò non poco. 
Mentre raggiungevo gli altri continuavo a riflettere sul tipo di vita che quel ragazzino faceva, di certo non si era stancato per il lavoro in azienda, visto che lo avevo lasciato andare via ogni giorno allo stesso orario. Me lo immaginavo passare di locale in locale ogni sera, come la prima volta all' Hell, l'unica motivazione che giustificasse quelle occhiaie inguardabili e la stanchezza sul volto.

La musica però sarebbe cambiata a breve.
Avevo richiesto il briefing urgente proprio per il programma di stage che avevo ideato, avrei dovuto aggiornare ogni settore dell'inserimento di una persona a loro parzialmente sconosciuta. Evitai di menzionare la sua parentela, perché doveva essere trattato come chiunque altro e mi limitai ad elencare settimanalmente dove sarebbe stato ubicato la persona in questione. Fui breve e conciso senza lasciare alcuno spazio ai dubbi, ma comunque permisi ai subordinati di porre domande qualora ne avessero. Fu il responsabile della sezione rifiuti ad alzare per primo la mano, lavorava in azienda quasi dall'inizio e di stagisti ne aveva visti mille, lui conosceva bene il modus operandi indetto dalla dirigenza.

<< Mi scusi signor Mantovani, ma come mai è stato inserito anche nei turni per i rifiuti? Non mi è mai capitato una cosa del genere...>> insieme a lui anche un altro paio di responsabili annuirono, curiosi nel leggere il nome dello stagista nel programma dei mesi a venire.

<< Il ragazzo in questione vuole avere un ampia presentazione dell'azienda, quindi ho ideato un programma in cui ha modo di conoscerne ogni aspetto. Mi è stata fatta richiesta esplicita affinché conoscesse tutto, non solo un singolo settore. Il presidente stesso ha approvato il programma, quindi possiamo procedere. Mi raccomando di non trattarlo con i guanti, voglio vederlo sempre impegnato a fare qualsiasi cosa ci sia da fare, ci siamo intesi? >> dissi guardandoli uno ad uno annuire.
Il parassita non avrebbe avuto più tempo ed energie per andare a divertirsi in giro sperperando i soldi del padre.
Terminata la riunione tornai in ufficio trovandolo esattamente dove lo avevo lasciato. Mi accomodai di fronte e gli comunicai la nuova notizia.

<< Da lunedì, fino a data da definirsi, sarai impiegato nella fabbrica. Lunedì mattina troverai il responsabile di settore ad accoglierti con tutto il necessario che ti servirà per lavorare, quindi arriva prima del solito e non far tardare l'inizio dei lavori. >> mi ero preparato ad una furiosa discussione che avrebbe seguito l'annuncio, invece lo vidi solo prendere un respiro profondo ed annuire. Restai a fissarlo un po' stupito, sembrava quasi che non fosse presente lì davanti a me, ma che stesse già con la mente altrove.

<< Può andarsene  ora. >> lo congedai sperando di scorgere qualche accenno di frustrazione, rabbia, fastidio, che invece iniziai a provare io quando lo vidi semplicemente alzarsi e lasciare la stanza. Sebbene fossi irritato cercai di non pensarci più, mi ero finalmente liberato di quell'ombra silenziosa, avrebbe lavorato e sudato in ogni settore di quell'azienda in cui tutti avevamo impiegato la nostra fatica.

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