capitolo 4

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Era passata una settimana.
Un settimana in cui Harry e Louis non avevano minimamente parlato.
Nessun saluto, nessun messaggio, nessun abbraccio, niente di niente e Louis si sentiva in colpa.

Non era colpa sua, ovviamente non era colpa sua.
Alla fine non era successo niente ma allo stesso tempo
Louis aveva riflettuto dopo la conversazione con i suoi migliori amici, eppure, questo senso di conclusione, cioè di pace con se stessi, per aver trovato una soluzione al problema (cioè ignorare, per l'appunto, il problema) non l'aveva sentito, anzi si era trovato in confusione con se stesso.

Ammise, con stupidità, di essere andato a cercare un ragazzo in qualche bar squallido in quella settimana.
Si chiamava Sam, almeno credeva, non si ricordava molto di quella serata in effetti.
Sapeva solo che si era ubriacato, di brutto, e poi aveva flirtato con il primo ragazzo che lo aveva fissato per la sua bellezza (non era mai stato modesto in vita sua) e ci aveva provato.
Lo aveva limonato, toccato e scopato ma niente aveva funzionato come doveva.

Quel ragazzo dai capelli chiari e gli occhi verdi, non lo soddisfava.
Anzi, dopo aver toccato la sua pelle chiara, si ritrovò a cercare quei piccoli nei che coprivano la pelle di Harry.
A cercare quei occhi verdi, che non erano quelli di Sam, gemere anche il nome di Harry ma in fondo, era colpa dell'alcool.
O almeno così si diceva.
In effetti era molto fatto in quel momento e ovviamente quell'attrazione fisica per il riccio era solo aumentata, perché ci pensava dalla sera prima.
Ovviamente era quello.

E ora, si sentiva in colpa, non per il sesso ovviamente, intendeva il non sentirsi con Harry.
Si era formata una situazione d'imbarazzo e Louis non ebbe il coraggio di cercarlo.
Era un suo difetto, il non essere il primo a chiedere scusa, eppure con sua fortuna Harry lo aveva accettato comunque.
Era un codardo e infatti ad ogni litigata era il riccio che lo cercava per primo.
Era sempre stato così, fin da piccoli.




Un Louis di 13 anni guardò imbronciato il suo migliore amico Harry che portava a casa un moretto.
Il riccio stava sorridendo, con le fossette, al suo amico che parlava e parlava mentre Louis lo fissava da infondo la via.
I due non erano vicini di casa, ma vivevano sulla stessa via, solo uno all'inizio e uno alla fine, fu così che le loro mamme erano diventate amiche.
Comunque vide come il riccio lo notò da lontano e come si mise a correre verso di lui, ma Louis non si mosse aspettandolo con le braccia incrociate al petto e la faccia seria.
Harry arrivò con il fiatone in cinque minuti e gli sorrise "Louis! Vuoi venire a conoscere il mio nuovo amico? Si chiama Niall e viene dell'Irlanda! Tu ci sei mai stato? Io no ma dev'essere bella da come la descrive" disse subito ma Louis sbuffò.
"non voglio conoscere il tuo nuovo amico"
Harry fece una faccia confusa "ho fatto qualcosa di sbagliato?" chiese il piccolo di undici anni guardandolo.
Louis alzò gli occhi al cielo finchè non abbassò lo sguardo per fissare le scarpe che spostavano i sassolini sotto di lui "mi hai sostituito, ti sei fatto un nuovo amico e mi hai lasciato da solo" esclamò tradito.
Harry spalancò la bocca offeso "ma anche tu hai altri amici!" rispose ma Louis gli diede solo le spalle.
"ma io non ti ho abbandonato"

Non era vero.
Si erano visti cinque giorni prima, ma Louis era in un periodo particolare con i suoi genitori che si separavano. Onestamente voleva solo che Harry stesse con lui e non con quell'irlandese, perchè in fondo il riccio era l'unica che desiderava al momento.
Si rese conto di essere un coglione solo quando Harry si presentò alla sua porta con dei biscotti appena fatti e dicendo solo una frase.
"ti ho fatto dei biscotti, con la cioccolata, mi ha aiutato Niall ma non siamo molto capaci però mi dispiace di aveti lasciato da solo oggi prometto di vederti più spesso ma Niall rimane mio amico se tu mantieni i tuoi e ora mi dai un abbraccio così facciamo pace?"

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