Non chiedeva mai scusa, ti guardava con quei suoi occhi che sembravano ingoiare tutto ciò che gli era accanto, ti guardava senza mai abbassare lo sguardo, senza nessun cedimento, fino a farti piegare le ginocchia, e tu allora pensavi che forse avevi esagerato, che non era quello che avevi capito, che non era così: era di più, doveva esserci di più di quello, di quell'indifferenza ostentata. Ma poi parlava, solo poche parole distratte, e il gelo ripiombava su ogni respiro, su ogni lembo di pelle, fino a paralizzarti le ossa, i muscoli, l'anima.
Parlava, e allora ti accorgevi, che la tua voce sporcata di parole era solo un'eco lantana; parole urlate, come solo il silenzio sa urlare, ma che alla fine è il ronzare fastidioso di un insetto molesto.
Le gabbie di solitudine hanno maglie fitte di buio, silenzio che soffoca, paralizza, rende l'aria liquida.
Nel mare della vita ti ci buttano senza preavviso, incominci annaspando, poi lo stile verrà da se ti dicono, lo perfezionerà l'esperienza che ti costruirai sulla tua pelle tra i morsi degli squali a cui sarai scampato.
Nel mare della vita rischi di annaspare per tutta la vita, senza riuscire mai ad avere un cazzo di salvagente, ma solo zavorre sempre più pesanti, come la speranza di farcela, che si sostituirà alla rassegnazione di non potercela fare, di non poter riuscire a dire o fare niente che valga veramente la pena.
Nel limbo della mediocrità, ti sbatti tra il questo, e il quello della banalità, che sfoca i contorni fino quasi a cancellarti.
Cosa vuoi che faccia?
Cosa vuoi che faccia. Dovrei rinunciare?
Ma a quante cose si può rinunciare, quanti pezzi di se si possono lasciare andare, con la certezza che non torneranno più.
Pezzi di te, che neanche conosci, avuti accanto per così poco, guardati solo di sfuggita.
Imparare a camminare cercando ad ogni passo un appiglio per non poterlo abbandonare mai veramente, che riesca a non spegnere la luce negli occhi.
La voragine del fallimento è un enorme buco nero, che arriva improvviso, implacabile, cancellando l'universo dentro.
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Fiori di carta
PoetryTra le pagine di un libro, fiori colorati a fermare frammenti di stagioni.