「」 ซิงก์

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lo pregai di allontanarsi, almeno per un momento poteva lasciarmi in pace

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lo pregai di allontanarsi, almeno per un momento poteva lasciarmi in pace.

Mi prese il braccio costringendomi a girarmi verso di lui, sbuffai quasi rischiando di piangere.
Lo stress, l'ansia, il nervoso, tutto questo mi porta a piangere. Odio quando le cose non vanno come devono.

Spostai lo sguardo altrove, alzai la manica dell'altro braccio per potermi asciugare una lacrima traditrice.

"Stai piangendo.."
"E ti importa?"
Scansai il braccio riuscendo a liberarmi, lo guardai con disprezzo e corsi via.

Era meglio quando mi trattava con disgusto, adesso che mi sono innamorato di lui, del mio capo, non riesco a tornare indietro.

Pensavo di licenziarmi, ma ho bisogno di questo lavoro fargli da segretario è orribile. Ma sempre meglio di altri posti in questa azienda.

Ogni giorno devo assistere alle innumerevoli persone che si porta in ufficio per fare tutt'altro invece di lavorare. Ogni volta mi chiama, non si interessa neanche di sistemarsi.

Mi volto di scatto, era dietro di me, mi stava seguendo.
"Sai cosa, non ti sopporto più. Ogni giorno devo subirmi tu e le tue fughe d'amore."
Punto un dito contro il suo petto, lui ancora non dice una parola.

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"Basta, vattene."
"Ma non ho fin-"
"Non mi importa. Esci di qui e fai chiamare il mio segretario."

La porta si aprì di scatto rivelando un ragazzo con le lacrime agli occhi, mi guardò e si accorse della pila di documenti che portavo tra le braccia.

"Il tuo capo ti cerca."
"Lo so .."
Sussurrai, appena il ragazzo scomparì dal mio campo visivo entrai nell'ufficio.

"Mi cercava?"
Dissi tenendo lo sguardo basso.

"Perché non mi guardi più in faccia?"
"U-uhm, m-mi dispiace."
Iniziai a sentire le gambe cedere, stupida ansia.
Alzai lo sguardo incrociando il suo. Camicia mezza aperta, pantaloni con la zip ancora aperta, capelli spettinati. Solita scena che vedo ogni giorno.

"Qui dentro non mi soddisfa nessuno. Odio questo mondo."
Fece scontrare le sue mani con il legno della scrivania producendo un suono che mi fece spaventare.

Mi ricomposi e parlai, riuscendo a non balbettare.
"Ha bisogno di qualcosa? di qualcuno?"

Mi osservò per quelle che sembravano ore intere, poi fece segno di sì con la testa.
"Sì, vieni qui."

Si risedette sulla sedia e mise le mani sulle sue gambe. Rimasi congelato sul posto, non capisco se scherzasse o fosse serio.

"Vuoi farmelo ripetere un'altra volta?"
Scossi la testa e lentamente mi avvicinai, appoggiai i documenti sulla scrivania. Tutto sotto il suo sguardo.

Dopo essermi avvicinati e seduto, in modo veramente molto lento, sulle sue gambe cinse le sue braccia attorno ai miei fianchi. Sussultai spalancando gli occhi.

"E s-se entra qualcuno?"
"Mh, non entrerà nessuno. Però per ora basta. Alzati."

Mi alzai alla velocità della luce, inchinandomi e uscendo da quella stanza, sospirai. Non era la prima volta che succedeva, non riuscivo a capirlo.

Prima faceva il carino, poi tornava una persona senza cuore.

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Flashback

"Mi piace Jungkook, oggi glielo dirò.
Ho fatto davvero lo stronzo in tutto questo tempo, non so neanche io perché, però voglio sappia che sono dispiaciuto."

"Sicuro?"
"Mai stato più sicuro!"

Sorrise a suo fratello, che ricambiò, finalmente sarebbe stato felice. Insieme alla persona che ama.

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"Jungkook ti prego ascoltami, non so chi ti abbia mandato quella lettera ma non ero io."

"Non voglio essere preso in giro un'altra volta. È sempre così, prima fai il dolce poi smetti e torni stronzo. Mi inviti a casa tua e poi neanche mi lasci entrare scartandomi perché « Ormai è tardi » come devo fare con te? dimmelo perché sono stanco."
Mi avvicinai un po' troppo pericolosamente al bordo del tetto, ci trovavamo sopra il grande grattacielo che ospitava l'azienda. Il mio luogo di lavoro.

Sospirai, non ascoltai neanche una parola di quello che Tae stava dicendo, ero stanco di ascoltarlo.

Mi prese il braccio, io lo strattonai incitandolo a lasciarmi andare.

"Tu mi odi, perché non lo dico apertamente."
"Non mi interessa di te." Mi lasciò il braccio, ma facendo così persi l'equilibrio.

Cascai nel vuoto più totale, l'ultima cosa che vidi fu la faccia spaventata di Tae, sorrisi leggermente. Non pensavo riuscisse a provare paura.

Chiusi gli occhi aspettando di arrivare alla fine e smetterla una volta per tutte.

Non riuscirò mai a sapere che in realtà lui mi amava, si poteva risolvere ma ha voluto continuare sulla sua strada.
Lo amo anche io, mi mancherà.

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