primo capitolo

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Non era la prima festa a corte a cui Naruto partecipava, ma quella l'avrebbe ricordata per sempre. Era stato piuttosto fortunato per essere un erede al trono, suo padre era stato fin troppo comprensivo -secondo l'opinione del Consiglio del Re- gli aveva concesso forse troppe libertà.

« Avevamo fatto un patto. » Naruto era seduto, le gambe stese, il gomito sul bracciolo della poltrona, il mento poggiato sul palmo della mano, guardava suo padre in modo duro. « Un Uchiha era abbastanza. »

« Lei non è il tuo Protettore. » Ribadì il padre. « E il nostro patto valeva finché tu fossi stato capace di dominare la Volpe. »

« E non lo sono? » Il suo tono perse di credibilità ricordando gli eventi di qualche sera prima. « Lei è riuscita a fermarmi, perché non può semplicemente starmi intorno finché non riuscirò a domarla? »

« Lo sai. »

« E tu sai che non voglio nessuno di loro intorno. »

« Perché li odi tanto? » Suo padre gli poneva periodicamente la stessa domanda .

« Non c'è niente di nuovo che tu non sappia. »

« Naruto, tua madre... »

« No, padre. » Lo interruppe.

Minato sospirò. « Non devo spiegarti perché hai bisogno di un tuo Protettore. » Concluse il Re. Il più piccolo annuì, restando immobile.

Una settimana dopo la sua corte era in festa, la sala del trono addobbata, un ampio tavolo ricco di primizie accoglieva sul lato destro gli ospiti del regno e lui, come sempre, si annoiava. I sovrani erano su un piano rialzato in marmo bianco, il trono in pietra di suo padre imponeva sulla sala, Minato sedeva sorridendo al trono accanto a lui, più basso e sempre in pietra, dove Rinako Uchiha, la prediletta di suo padre, sedeva in un ampio abito nero, i ricami rossi richiamavano le labbra della donna, i lunghi capelli neri erano stretti in una treccia. Porgeva la mano al Re che la stringeva dolcemente. A sinistra di Minato c'era un altro trono, più alto rispetto a quello su cui sedeva Rinako, ma non imponente come quello di suo padre. In una mano un calice di acqua ghiacciata, l'altra lasciata penzolare dal manico in pietra, Naruto aspettava.

Fra la folla rumorosa, fra gruppi di dame sorridenti, fra i gruppi di cortigiani persi in conversazioni futili, riuscì a scorgere dei capelli rosa così familiari capaci di tranquillizzarlo. La ragazza gli scoccò un'occhiata complice, il verde acqua dei suoi occhi era profondo, gli sorrise. E poi le luci si abbassarono, le voci ammutolirono quando un oratore, che di solito annunciava gli ospiti, richiamò l'attenzione della sala. Le porte si spalancarono, Minato si alzò, invitando il figlio a fare lo stesso, ma Naruto non si mosse.

Il primo ad entrare fu un uomo dai lunghi capelli neri legati di uno chignon basso. La figura slanciata, la pelle candida, gli occhi neri come la pece, un completo blu scuro, in vita una cintura rossa, e un ventaglio ricamato sul busto. Naruto lo guardò con disprezzo, erano tutti uguali. « Vostra maestà. » L'uomo fece un lungo inchino. Si poggiò una mano sul petto. «Ryoko Uchiha, rappresento il capostipite Fugaku Uchiha. » Ancora con il capo basso si presentò. « Il clan ringrazia dell'ospitalità e della rinnovata alleanza. »

Minato si inchinò a sua volta, un gesto che lasciava sempre sbigottiti tutti, sebbene fosse da tradizione per le due famiglie rispettarsi in tale modo.  « Lungi da me non accogliere un fratello, ma aspettavamo un'altra visita. »

Ryoko non alzò il capo, dalla voce del Re traspariva il suo fastidio. « Abbiamo avuto un inconveniente. » E l'inconveniente portava un nome e un cognome, aveva i capelli neri, la pelle candida. L'attenzione di Naruto venne catturata dal ragazzo trascinato nella sala da una guardia. Il ragazzo era legato, venne fatto inginocchiare accanto a Ryoko. Minato fece un passo avanti, sgomentato. « Vi presento il Protettore del Principe. » Ryoko guardò il Re. « Sasuke Uchiha. »

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