Eccomi

348 22 5
                                    


MARIA

Questa notte era passata. Tra occhi gonfi dal pianto, attacchi di panico e mal di testa.
È il momento della giornata in cui si perde il controllo. Tutto si amplifica e non riesci a distrarti.

È infinita. Ma fortunatamente, come ogni cosa, che sia bella o brutta, ha una fine.

Sono le 6 di mattina e sono già qua in cucina a prendere il mio caffè per provare a darmi un po' di forza. Anche se è vana illusione. Apro la finestra e intravedo l'alba. Il sole illumina con i sui primi raggi la camera da letto.

Tutto era difficile da quando Maurizio non c'era più. Neanche 48 ore. Ancora non ci credo.

Maurizio lo diceva sempre, sia a me che ad ogni intervista: "Sei la donna nella quale mano voglio morire."

Ogni volta mi incazzavo e facevo gli scongiuri.

Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, perchè la differenza d'età era tanta.
Ma ho sempre avuto paura della morte e delle malattie.

Cercavo di non pensarci e cacciavo via i pensieri mettendomi a fare altro.
Sono fatta così. Non riesco ad affrontare determinati dolori. Li metto da parte.

"Il mio nulla è tutto. E' un armadio dove ripongo le cose importanti. Le butto dentro senza aprire troppe ante, anzi ne dischiudo leggermente soltanto una e con un gesto veloce ci nascondo dentro il mio dolore.

Ciao. Vai. Se rimani lì dentro non esisterai più qui fuori, ti lascio nell'ombra, dove non posos vederti.
Se non ti vedo non esisti."

Così, in preda ai mille pensieri, con lo sguardo perso, iniziai a prepararmi per andare alla camera ardente.

......

Una volta arrivata, con tutti i miei assistenti, mi misi in centro, vicino a dove passavano le persone che ormai avevano salutato Maurizio e si dirigevano verso l'uscita.
Li ringraziai ad uno ad uno, porgendo e stringendo la mano a tutti e sforzandomi a fare un sorriso di cortesia.
Era difficile, molto difficile. Ma era la cosa che mi sentivo di fare. Anche Maurizio avrebbe voluto ringraziarli, se gli fosse stato possibile. Lo facevo io per lui.

Era un uomo che si stupiva sempre del grosso affetto e stima che riceveva da parte del pubblico, delle persone che lo circondavano, dopo tutti questi anni di televisione.

E io, ero li, al suo posto, per fare quello che lui non poteva più fare.

Vedo un ragazzo avvicinarsi con il telefonino, non riesco a capire subito le tue intenzioni. Poi mi chiede se potesse scattare un selfie, quando ormai aveva il telefono già in posa con la fotocamera aperta.

Rimango senza parole. Non sapevo che fare, acconsentì. Non mi sembrava vero. Era tutto surreale.
Se ne andò e vedo la ragazza subito dopo lui, anche lei pronta a richiedermi un selfie.

Pazzesco. Ma come gli viene in mente?

"Certo!" Dissi di anche lei, ma nel mentre mi girai verso i miei collaboratori scioccata e scioccata.

Per fortuna nessuno ebbe il coraggio e l'indecenza di chiedermi altre foto.


SABRINA


Durante questo viaggio infinito guardo fuori dal finestrino.

Penso che per un attimo, sono un po' più vicino a Maurizio. Proprio in quel momento un raggio di sole penetra il tappeto di nuvole bianche e lo prendo come un segnale e scatto una foto.

Poi penso a lei, Maria. A quanto possa essere fragile in questo momento e quanto non vedo l'ora di starle vicino.

Ho sempre avuto un debole per lei. L'ho detto anche in una intervista a CineCiák d'oro a Riccione.

È l'unico tassello, dove potrebbe succedere di tutto. Potrei fare qualsiasi cosa per lei.

Sono sempre stata una attenta agli anniversari, i compleanni, alle ricorrenze, alle cose importanti e fondamentali della vita. Ma con lei è diverso. Tutto prende un'altra piega.

Non saprei spiegare. Ma sicuramente non avrei mai lasciato Maria da sola in questa situazione, a costo di farmela di corsa. Io. Che andavo a fare le gare di atletica e mio padre mi aspettava con il motore acceso per andarci a mangiare un bel piatto di amatriciana tutti insieme.

Avrei voluto essere già a Roma, ma la distanza non me lo ha permesso.
Ma finalmente stavo per arrivare.

Ci sono Marì. Aspettami.

Ore 20, atterrammo a Fiumicino. Flavio mi aveva accompagnato ed era tornato con me a Roma.

Chiesi a lui di prendere le valigie e io corsi verso i taxi. Non volevo perdere un minuto di tempo.

Mandai un messaggio a Raffaella, il braccio di destro di Maria, e le chiesi dove poterla raggiungere.

Salì sul taxi e così anche la mia agitazione. Fremevo dalla voglia di abbracciarla e tenerla tra le mie braccia.

Presi in mano il cellulare per ammazzare il tempo e provare rilassarmi un secondo.

Entrai su Instagram e come primo post mi uscì quello di Selvaggia. C'era un video di Maria alla camera ardente con una ragazza che chiedeva il selfie.

Mi salì una rabbia dentro che avrei voluto fermarmi, scendere e urlare per strada.

Ma come cazzo se fà? Ma le gente con che coraggio esce de casa?
Ma come minimo doveva mandarla a fanculo. Invece no, è sempre troppo educata.

Avrei voluto essere li e aver rotto il cellulare a quella ragazza in diretta nazionale. Non me fregava un cazzo. Era un vaffanculo, come scrisse Selvaggia, al primo cellulare che vedevo.
Senza troppi giri di parole e cortesie.

Perchè se a casa non ti hanno insegnato l'educazione, non credo che te la possa insegnare io. Sicuramente farei capire che non si fa.

"Signora siamo arrivati"

Mi svegliai dai miei pensieri. Pagai e scesi.

Suonai e feci la strada che mi divideva da Maria di corsa. Avevo il cuore in gola e le lacrimaeche facevano capolino dai miei occhi.

Non era più un "arrivo".

ECCOMI.



MARIA


Ero distrutta sul divano. Questa giornata mi aveva tolto le poche forze rimaste. 

Pensa domani. No meglio non pensarci. Mi viene da vomitare dal dolore e dal vuoto che sento, solo al pensiero.


Sentì suonare il campanello. Ma chi poteva essere?

Vidi Grabiele andare a rispondere e aprì il cancello.

"Gabrì chi è?" urlai dal salotto.

Non sentì nessuna risposta.

"Grabrìììììì? Chi ha suonato?" mi alzai dal divano contro voglia. 

Arrivai all'ingresso e svoltai verso la porta ...

Il mio cuore stanco perse un battito. Un altro. E poi prese a battere forte.


--------------------


Ciao :) 

Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni. Se vi piace, se avete immaginato anche voi quei giorni così o nel caso come.

Mi farebbe veramente piacere :) 

I'll be there for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora