Mentre dormi ti proteggo

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MARIA

Sono sul divano. Sono distrutta da queste giornate.

Solo a pensare a domani, mi viene il magone e mi viene voglia di vomitare.

Sento il suono del campanello, per fortuna va mio figlio ad aprire.

"Gabri chi è?"

Non sento nessuna risposta. Non voglio vedere più nessuno.

"Gabri chi è?"

Ancora nessuna risposta. Sbuffai sonoramente e mi avviai lungo il corridoio verso la porta d'ingresso.

"Gabri ma mi vuoi dire chi ..." il cuore smise di battere.

Era lì davanti a me.

Le mie gambe smisero di camminare. Il mio cuore di battere e mi mancò il respiro.

Era arrivata. Lo aveva fatto davvero. Per me.

"Tu abbi la certezza che io ti voglio tanto bene"

C'è sempre stata in ogni momento.
Si incazza sempre perchè non rispondo subito ai suoi messaggi o alle sue chiamate.
E ancora una volta è una delle mie certezze.


SABRINA

Arrivai con il fiatone alla porta.

Vedo la porta aperta ma non Gabriele.

Eccola. Mi bloccai prima di entrare e osservai quella figura esile.

Come è piccola. È dimagrita tantissimo. Il viso è stanco. Gli occhi sono gonfi.

Una fitta al cuore.

"Maria ... " sussurrai.

Entrai, gettai la borsa a terra e la strinsi fortissimo. Finalmente.



MARIA

Non riuscì a muovermi di un centimetro ma sentii il corpo di Sabrina addosso.
Mi strinse fortissimo e mi sentii così debole in quel momento.

Ricambiai l'abbraccio e mi abbandonai tra le sue braccia.

Mi morsi le labbra cercando di trattenere il pianto.

"Puoi farlo. Sono qua" mi disse.

Non volevo. Non volevo liberare quel dolore. Forse perchè era l'unica cosa che ancora mi legava a Maurizio.

Singhiozzai, feci un respiro profondo e mordendomi le labbra mi staccai un po' da Sabrina per guardarla.

Com'era bella. Anche se pure lei era stanca per il viaggio e aveva i capelli tutti arruffati.

"Sabri ..." riuscì solo a dire.

Una lacrima scese incontrollata, e mi rigò la guancia.

Lei prontamente me la scacciò via con il pollice e mi accarezzò il viso dolcemente.



SABRINA

Mi distruggeva vedere Maria così.

Ero sempre stata io quella che piangeva. Era sempre stata lei quella che mi consolava e mi asciugava le lacrime. Era sempre stata lei quella forte. Adesso lo sarò io. Per lei. Per entrambe.

Sapevo che si era staccata da me per non scoppiare a piangere. Per provare a nascondere ancora una volta il dolore.

L'avrei stretta ancora a me, ma aspettai. La assecondai. Le presi le mani e la guardai.

La guardai dritta negli occhi. Scappava con lo sguardo. Non lo faceva mai. Tranne quando era in difficoltà.

Una lacrima le scese e prontamente avvicinai una mano e glie asciugai con il pollice. Continuai ad accarezzarle il viso dolcemente e le feci un timido sorriso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 19, 2023 ⏰

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