II

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trigger warnings
presenza di slur/parole forti

🪽

Ogni tanto capitava a Simone che si sentisse sopraffatto dalle emozioni che lo invadevano, una tempesta che lo faceva annegare in un mare di confusione. Neanche il senso di colpa riusciva a toccarlo, la sua mente troppo lontana per permettere alle grinfie di quella morsa di raggiungerlo.

In quei giorni, si rifugiava fuori dalla scuola, vicino al cortile, dove un largo contenitore blu si appoggiava lungo le pareti bianche della struttura.

Stando in piedi sulle scale che portavano all'uscita, Simone riusciva a raggiungere il contenitore e anche salirci su.

Si sedeva lì, a guardare la città che si estendeva davanti ai suoi occhi, i tetti delle case, le strade trafficate e le persone che passavano di fretta, ignare della sua presenza. Ogni tanto, quando il rumore del traffico si faceva più intenso, metteva le cuffie e ascoltava la sua musica preferita, lasciandosi trasportare dalle note e dai testi che gli parlavano direttamente al cuore.
Una cuffia sempre rigorosamente abbandonata nella sua mano in modo tale che potesse accorgersi se qualcuno stesse per uscire.

Fino ad ora, tuttavia, non è stato mai sorpreso a saltare le lezioni. Infondo era un avvenimento raro e intendeva mantenerlo così.

Oggi era uno di quei giorni.

Era lì, seduto su quel contenitore con la schiena appoggiata al muro e il cellulare abbandonato accanto a sé, mentre la cuffietta sinistra riproduceva della musica rilassante.

Si sentiva un po' in colpa per aver saltato le lezioni, ma allo stesso tempo aveva bisogno di quel momento di distacco per poter riflettere e ritrovare un po' di serenità. Era una sensazione strana, quella, sentirsi fuori dal mondo eppure così presenti.

Laura, era la sola persona con cui si sentiva veramente a suo agio, e il fatto che fosse assente lo faceva sentire ancora più solo e disorientato. Il suo sospetto di essersi raffreddata era stato comprovato dalla febbre, perciò Simone si era ritrovato a dover frequentare le lezioni da solo quando avrebbe voluto essere con lei, per tenerle compagnia.

Ovviamente l'appuntamento che si erano dati per il venerdì era stato cestinato —un po' come i fazzoletti usati di Laura — e a Simone onestamente non fregava un cazzo di seguire nessuna delle lezioni.

In quel momento stava saltando inglese, aveva programmato di saltare anche educazione fisica, già che c'era. Forse se si fosse sforzato un po', sarebbe riuscito a presentarsi almeno per la lezione di matematica con la speranza che nessuno notasse la sua assenza nelle prime ore. Forse.

Per ora, voleva soltanto stare lì, libero e senza pensieri.

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Un'ora passò velocemente e anche se la mattinata era abbastanza calda, Simone rabbrividì leggermente, stringendo le braccia al petto nella speranza di scaldarsi un po.

Aveva considerato inizialmente di farsi una camminata in giro per Roma, magari prendersi qualcosa da mangiare — aveva ancora i cinque euro che la nonna gli aveva dato l'altro giorno — ma il rischio di essere scoperto era più grande. Così allungò le braccia per sgranchire la schiena e tirò le maniche della felpa giu fino ai polsi per preservare un po' di quel calore.

All'improvviso — la porta si aprì e si chiuse di colpo.

Istintivamente Simone si fece più vicino possibile al muro, mentre il suo cuore prese a battere velocemente nel suo petto.

Era la prima volta, in quelle rare volte che aveva saltato scuola, che qualcuno uscisse dalla porta proprio mentre lui era lì.

Cercò di pensare a una giustificazione, ma non riuscì a trovare nulla di convincente. Per un attimo, si sentì bloccato, incapace di muoversi o di reagire. Era come se il tempo si fosse fermato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 13, 2023 ⏰

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