Un nuovo inizio

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In cucina mangiai la mia classica colazione: latte e cereali.

Andai immediatamente a preparare il mio zaino e subito dopo controllai il mio orologio: segnava le sette e trenta. Penso di essermi quasi presa un infarto in quel momento. Presi i primi vestiti che trovai nell'armadio e li indossai. Notando la mia fretta Lauren mi chiese: "Allison tesoro, perché tutta questa fretta? Sono solo le sei e un quarto!" Ma come, il mio orologio non segnava le sette e trenta? "Ieri Marc doveva cambiarti le pile dell'orologio ma se ne è completamente dimenticato." Tirai un sospiro di sollievo.

«Hai rischiato di prenderti un infarto anche oggi? Dobbiamo avere degli operatori sanitari a casa tutti i giorni per te» ridacchiò Henry.

«Il solito simpaticone» dissi con una smorfia di disapprovazione.

Dopo questa "sventura" partii per andare all'università. Ho deciso di studiare medicina, il mio sogno è sempre stato quello di curare le persone più sfortunate di me.

Quando entrai mi sentii disorientata, era un nuovo posto che non conoscevo.

C'erano ragazze che parlavano e si stringevano la mano, ragazzi che si battevano il pugno e si salutavano. Io non conoscevo nessuno.

Dal nulla cominciai a sentire una voce dietro di me: era una ragazza con i capelli biondi e mossi, gli occhi marroni e un sorriso sulle labbra. Appena mi girai mi salutò con la sua mano. Mi fissava già da molto tempo, come se pensasse che fossi qualcuno che conosceva. «Piacere, mi chiamo Chanel, Nellie per gli amici. Ti ho vista qui tutta sola e pensavo stessi cercando qualcuno. Tu sei...»

Un po' confusa le sorrisi. «Allison. Mi chiamo Allison. Piacere mio. A dire la verità non stavo cercando nessuno, stavo solo esplorando il posto.»

«Sei nuova? Se ti va potremmo diventare amiche, la mia aula è quella là infondo.»

«Certo, perché no. Mi farebbe piacere. Anche io sono in quell'aula!»

«Perfetto! Allora era destino che ci incontrassimo.» Disse ridendo.

Risi anche io. «Andiamo a sederci, altrimenti ci ruberanno il posto.»

«Raccontami un po'... hai dei fratelli?»

Impallidì. Non sapevo cosa rispondere. Generalmente quando mi veniva chiesto mentivo, e dicevo di non avere fratelli, ma Chanel mi sembrava una ragazza così dolce, e non sono riuscita a non dirle la verità.

«D-diciamo che è una storia complicata. Sono stata adottata, quindi non ho un fratello vero e proprio ma in un certo senso sì, ho un fratello. Si chiama Henry. Lo adoro, è sempre stato protettivo con me dal primo giorno che sono arrivata a casa. Ero terrorizzata dell'idea che a casa avrei avuto anche un fratello, avevo paura che fosse geloso di me, o peggio, non mi volesse bene. Invece è successo tutto il contrario e io ed Henry siamo complici in tutto.»

«Oddio, scusami tanto Allison. Non lo sapev..»

"Non ti preoccupare, è acqua passata ormai. Ora sono felice, ho una famiglia che mi vuole bene e non vivo più in orfanotrofio." La interruppi.

«Scusami, ho una brutta abitudine di interrompere le persone mentre parlano.» Risposi imbarazzata.

Io e Chanel abbiamo dei caratteri molto diversi. Lei vuole sempre divertirsi, va alle feste e parla sempre. Io sono l'esatto contrario: per divertirmi mi basta avere davanti un romanzo e la mia affidata matita. Non vado mai alle feste, non ho mai partecipato ad una festa in venti anni della mia vita, tranne le piccole festicciole che facevamo in orfanotrofio per i compleanni. Non ho mai accettato un invito delle feste che facevano i ragazzi della mia vecchia scuola. Tutti sapevano cosa succedeva a quelle feste. Ma io sto bene così, non mi piace stare al centro dell'attenzione, né fare colpo sulle persone.

Come Stelle nel CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora