ADE x READER 💀

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Richiesta di ObsessedOfElysia
Ho pensato ad una storia un po' alternativa, spero piaccia e non ci siano errori
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Passeggio nella foresta vicino casa aspettando l'arrivo della mia amica, nonché unica. Da quando mia madre è morta, mio padre è diventato troppo protettivo e non posso mai allontanarmi da casa.

"Y/n, come va?" Mi volto e Dafne, la mia amica driade, mi saluta sorridente. I suoi lunghi capelli verdi scuro muschiati sono raccolti in una treccia e dei fiorellini azzurri risaltano tra le ciocche. Gli occhi blu risaltano sulla pelle verde chiaro e i suoi denti bianchi e perfetti risplendono.

"Ciao" tutte le volte che la incontro resto sorpresa di vederla solo io. È un'abilità che ancora fatico ad accettare, ma che è parte di me da tempo.

Ci siamo conosciute che avevo 10 anni e ci siamo sempre state l'una per l'altra nonostante la nostra diversità.

"Perché sei così cupa?" ci sediamo sul tronco di un albero caduto e mi scruta con i suoi occhi profondi. "Vorrei festeggiassi con me..."

Sbuffa "Ancora con questa storia... tuo padre non sa chi sono e non posso allontanarmi troppo dal mio albero" sospiro e lei continua "Sono i tuoi 18 anni, è una tappa importante, ci vedremo la sera e festeggeremo qui, assieme"

Sorride, ma non ricambio. Un brivido mi attraversa la schiena e sento un sussurro dietro di me, mi volto e non c'è nessuno.

"Che succede?" La guardo dritta negli occhi e le racconto delle recenti preoccupazioni "Nelle ultime settimane percepisco delle stranezze, mi sento come richiamata, ho paura"

Mi abbraccia "Sarà la tua abilità che migliora, non devi avere paura, ci sono io"

Facciamo un giro e parliamo, finché inizia a farsi buio e torno a casa.

"Dove sei stata?!" mio padre mi osserva dalla porta della cucina "Ho fatto una passeggiata" salgo le scale e mi dirigo in camera. Mi butto sul letto e sento una voce ovattata chiamare il mio nome.

Scendo velocemente e corro in cucina. "Dimmi papà..." mi guarda sospettoso "Non ti ho chiamato" "Ah" un brivido sulla schiena e una tenaglia mi stinge il cuore.

"Y/n domani diventi maggiorenne e potrebbe accadere un fatto inspiegabile, non ho la facoltà di dirti altro, però vorrei indossassi sempre questo ciondolo"

È una collana stupenda argentata e con un ciondolo a forma di croce rosso. "Era di tua madre, voleva l'avessi te" Sorrido e lo ringrazio

Mangiamo e guardiamo un film d'azione assieme. Alle 23 circa vado a letto e decido di leggere un po' il mio libro preferito, la famosa Odissea di Omero. Mi sono sempre piaciuti i miti greci e non mi annoio mai di leggerli.

Scocca la mezzanotte e mi canto da sola Tanti Auguri. Apro la finestra e guardo la stella polare, che ho sempre associato a mia mamma. "18 anni anche per te" oltre al mio compleanno è anche l'anniversario della sua morte.

Mi sdraio a letto e sto per addormentarmi quando la finestra si chiude all'improvviso. Un'ombra si staglia davanti ad essa. Urlo, ma non sento i passi di mio padre sopraggiungere.

"Chi sei?! Cosa vuoi?!" chiedo mentre mi alzo e mi avvicino alla porta. Nessuna risposta, abbasso la maniglia, ma la porta non si apre.

"Non scappare..." l'ombra parla e la sua voce è maschile, calda e forte. "Y/n..." mi è davanti, ma non riesco a vederne il volto, è solo un ombra.

Si abbassa e mi sussurra nell'orecchio "Ricorda!" percepisco odore di bosco e sento il suono delle fiamme.

Apro gli occhi e sono a letto, il sole illumina la stanza e sento la radio in cucina trasmettere il resoconto dell'ultima partita di basket.

È stato solo un incubo? O era reale?

Mi vesto e scendo da mio padre. "Ehi, ho fatto un incubo terribile" alzo la sguardo, ma lui non c'è. "Papà?!"

Esco in cortile, ma non è neanche lì. Continuo a chiamarlo finché una voce che riconosco richiama la mia attenzione.

"Non è qui" l'ombra di ieri sera appare tra gli alberi. "A-allora non è stato un s-sogno..." balbetto mentre il mio cuore aumenta i battiti.

Emette una risata possente e tranquilla. "Invece di ridere, mostrami il tuo volto" rispondo leggermente infastidita e mi rendo conto di quando coraggio possiedo.

"Prima devi ricordarti di me" ora sono io a ridere "E come faccio?! Non ti conosco"

Due lucine rosse appaiono dalla sua ombra "Ci siamo promessi amore eterno..." la confusione più totale mi esplode in testa. Come faccio ad aver promesso amore ad un'ombra e a non ricordarmi niente?

Non so cosa dire e vedo che si avvicina. Lo osservo che capisco che le lucine sono i suoi occhi, ma perché sono rossi e brillano proprio non me lo spiego.

Ed è in quell'istante che ricordo una delle canzoncine che mi cantava il papà da piccola "...e la morte con i suoi occhi di brace ti osserva, piccola fanciulla, raccogli i fiori, ma non distrarti Lui ti attende..."

L'ho sempre adorata perché racconta il mito di Persefone, ma in questo momento non sono felice di ricordarmela.

"Ade... il dio dell' oltretomba..." rialzo lo sguardo e mi è di fronte "Già" mi appoggia una mano sulla spalla, indossa dei guanti di pelle nera.

Chiudo gli occhi e lo abbraccio "...sveglia bambina, ritrova te stessa e torna ad amare..." il seguito della canzone mi risuona nelle orecchie.

Il suo profumo è diverso da tutto quello che conosco, ma è comunque familiare. Cenere, sottobosco e pioggia, mi ricorda l'autunno.

Rivedo scene di vita che non ricordo di avere vissuto, ma che riconosco. Rappresentano alla perfezione la storia di Ade e Persefone.

"Περσεφόνη" mi stacco da lui mentre pronuncia il mio nome in greco " Io sono Persefone?!" mi siedo a terra e mi tengo la testa tra le mani.

"Sei la sua reincarnazione... è strano, ma ti rendi conto anche tu di possedere i suoi ricordi." si siede vicino a me e mi prende la mano.

"Mostrami il tuo volto" lo guardo dritta in quegli occhi che mi attirano così tanto "Ti spaventerai... ma va bene, se è quello che vuoi, farei tutto per te, anche perderti per sempre"

Schiocca le dita della mano libera dalla mia presa e le ombre svaniscono dal suo volto.

È un volto dolce, ma i lineamenti non si vedono perché la parte superiore del viso è coperta da una maschera a teschio.

Allungo la mano e sfioro la maschera. Ne raggiungo il bordo e provo a sollevarla, ma non si toglie.

"Non puoi, è la mia maledizione. Sono un mutaforma, ma tutto ciò in cui mi trasformo porta una maschera a teschio"

Abbasso la mano e gli sfioro le labbra morbide e carnose con le dita. "Mi piace..." mi allungo e velocemente lo bacio.

Ricordo tutto, i prati in fiore, le fiamme dell'Inferno, Ade, Cerbero e la mia vita.

"Ade, mi sei mancato" sorride "Anche tu, Persefone cara"

Ci baciamo ancora e ancora, il tempo si ferma per noi. Mi prende in braccio e mi guarda negli occhi "Torniamo a casa, piccola" mi da un bacio sul naso e delle fiamme ci avvolgono, senza bruciarmi.

Appariamo davanti al nostro castello, la nostra casa. Cerbero mi corre incontro e lo coccolo. Tutto è tornato normale, non mi sento più fuori posto e non ho paura delle mie abilità perché mi permettono di essere chi sono, la Regina dell'Inferno.

Mix Oneshot Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora