Capitolo 7

44 5 3
                                    

Ron si alzò dal suo posto e appoggiò le mani sulla maniglia d'acciaio. «Noi del primo anno dobbiamo scendere per primi dal treno.»

«E le valigie?», gli chiese Harry e mi resi conto di essermi completamente scordata delle mie di valigie, le quali in quel momento si trovavano altrove...

«Non preoccuparti, non c'è bisogno che te le porti dietro. Fred e George mi hanno detto che con la magia verranno trasportati nella tua stanza dopo lo smistamento» rispose il ragazzo dai capelli rossi alla domanda di Harry, tranquillizzando me più che altro, vedendomi impallidire con la coda dell'occhio.

Non appena uscimmo dalla cabina, fummo travolti dalla folla rumorosa che si era creata nel corridoio. Era un caos totale, con persone che ti spingevano da tutte le parti per poter avanzare, il che mi ricordava perché odiavo posti del genere...

Lentamente ci incamminammo verso le porte d'uscita, scendemmo con cautela le scale e ci ritrovammo in mezzo ad altri ragazzi della nostra età che aspettavano sul marciapiede stretto.

All'improvviso, udii una voce familiare che gridava: «Primo anno! Primo anno! Da questa parte!»

Harry corse verso la direzione della voce, facendosi strada tra la folla, seguito, ovviamente, da me e Ron, finché non ci imbattémo in Hagrid con una lanterna in mano.

«Ciao Harry, tutto bene?» Gli chiese, mentre gli accarezzava i capelli. Harry annuì con la testa, sorridendo.

«Su ragazzi, ci siete tutti, vero? Svelti, seguitemi, tutti dietro di me. Dobbiamo sbrigarci!» esclamò il gigante barbuto, sollevando la lanterna in alto in modo tale che tutti la potessero vedere e ci condusse lungo un sentiero stretto che si addentrava nella foresta.

«Mi raccomando, state attenti a dove mettete i piedi!»

Era talmente buio che non si vedeva niente tranne la lanterna che attirava a se gli insetti notturni.

Durante il tragitto, nessuno parlò. Si sentiva soltanto il fruscio del vento che soffiava tra gli alberi.

Il sentiero, ad un certo punto, si allargò portandoci sulle sponde di un lago da cui si poteva vedere in lontananza un castello illuminato dalle finestre ricco di torri e torrette. Non c'era alcun dubbio che fosse Hogwarts.

«Wow!» esclamò Ron, ammirando la grandezza del castello. Se da lontano sembrava enorme, non riuscivo ad immaginare quanto fosse grande da vicino.

Sul lago c'era una flotta di piccole barche vicino alla riva. Hagrid ci avvisò che non più di tre persone potevano salire su una barca e che una persona per ogni gruppo doveva tenere una lanterna. Per la nostra barca, Ron si offrì volontario.

«Tutti a borda?» chiese Hagrid, sporgendosi in avanti con la lampada ancora in mano. In quella posizione mi ricordò Jack di Titanic, e sperai di non finire con la stessa sorte. «Allora, si parte!»

Notai con sorpresa che le barche si stavano muovendo da sole senza l'aiuto dei remi e, incuriosita, immergei una mano nell'acqua gelida. Questa si illuminò di un blu fluorescente, ma la ritirai immediatamente per lo spavento.

Quando alzai lo sguardo dall'acqua, notai una barca poco distante da noi e intravidi chiaramente le fattezze di un ragazzo dai capelli biondo platino e dalla voce riconobbi subito che era lui.

Draco Malfoy...

Era in compagnia di altri due ragazzi, probabilmente anche loro di famiglie purosangue.

Ricordai l'ultima volta in cui ci eravamo visti, quando avevo avuto il piacere immenso di conoscere anche sua madre, la signora Malfoy, che insieme alla signora Avery ci raccontarono come si erano conosciute e come, per destino, fossero finite nella stessa casa e nella stessa stanza a Hogwarts, legando fin da subito.

Purtroppo dopo una guerra fatta tra maghi e streghe, avevano perso i contatti.

Erano entrambe convinte che era destino che si fossero incontrate quel giorno e entrambe erano entusiaste riguardo al fatto che i loro figli avrebbero seguito le loro stesse orme, convinte del fatto che anche io sarei finita in Serpeverde...

Assorta nei miei pensieri, non mi accorsi di essere entrata in un tunnel che ci condusse ad un porto sotterraneo, dove tutti scesero dalla propria barca.

Una volta a terra, si ricreò di nuovo la fila davanti a Hagrid, che si trovava dietro una grande porta fatta di quercia.

«Da qui in poi, dovrete andare da soli.», proferì Hagrid spostandosi da un lato.

La porta si aprì rivelando una sontuosa scalinata in marmo e i primi studenti salirono le scale entusiasti.

Io invece restai immobile, avevo il cuore che batteva a mille, ancora incredula di essere finalmente arrivata a Hogwarts.

«Su, vieni, Sabrina!» disse Harry, afferrandomi la mano trascinandomi su per le scale finché non arrivammo di fronte a un'altra enorme porta.

Lì ad attenderci c'era una signora anziana con un'espressione accigliata che le conferiva un'aria severa. Indossava un lungo mantello color smeraldo e aveva i capelli raccolti in un chignon, nascosti sotto un capello da strega.

«Benvenuti a Hogwarts» annunciò in tono autoritario.
«Avete davanti a voi la porta che vi condurrà alla Sala Grande, dove vi unirete ai vostri compagni. Ma prima che prendiate posto, sarete smistati nelle vostre case: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Per il tempo che starete qui a Hogwarts, la vostra casa sarà la vostra famiglia, i trionfi che otterrete le faranno guadagnare punti e ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, la casa con più punti vincerà la Coppa delle Case.»

«Seguitemi!» esclamò poi la signora aprendo l'enorme portone.

Entrammo in un'ampia sala con quattro tavoli disposti uno accanto all'altro, ognuno associato alle quattro case: i Serpeverde a sinistra, poi Tassorosso, Corvonero e infine Grifondoro.

Alzai gli occhi verso il soffitto, rimanendo incantata dalla visione di un cielo stellato con delle candele che fluttuavano sopra di noi.

Arrivati al fondo della sala, ci radunammo attorno a uno sgabello di legno su cui era appoggiato un vecchio cappello sporco e rattoppato, in attesa di essere smistati.

«Appena dirò il vostro nome, verrete avanti e vi sederete qui, su questo sgabello. Poi vi metterò il Cappello Parlante sulla testa, il quale vi assegnerà alle vostre rispettive case», spiegò con voce ferma.

Poco dopo srotolò una pergamena che aveva in mano e cominciò a chiamare il primo nome della lista: «Abbott Hannah»

Una ragazzina dai capelli marroni si diresse titubante verso lo sgabello e la signora le posizionò sulla testa il cappello magico.

Dopo lunghi minuti di silenzio il Cappello Parlante annunciò «Tassorosso!»

Adesso era il turno di un'altra ragazza, ma non le prestai attenzione, perché il mio sguardo si spostò verso il tavolo dei professori, collocato di fronte a noi.

Al centro, c'era una grande sedia d'oro occupata da un anziano dai capelli argentati e la barba altrettanto candida, che doveva essere il preside. Gli altri professori erano disposti ai lati, tra cui anche Hagrid.

Poi, guardando di nuovo verso lo sgabello, notai che nessuno era seduto su di esso, né si stava avviando verso di esso.

All'improvviso, Harry mi diede una gomitata e mi bisbigliò: «È il tuo turno, ti hanno chiamata!»

Cosa?! Era di già il mio turno?

L'ansia prese per un momento il sopravvento, ma poi presi un respiro profondo e mi avviai verso lo sgabello dove mi sedetti e aspettai il verdetto del capello parlante.

Cercai di non pensare a tutti quegli occhi puntati su di me, ma il mio sguardo cadde su Neville che mi rivolse uno sguardo confuso...

SPAZIO AUTRICE
Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo!

Avendo conosciuto un po' meglio Sophia, in quale casa la mettereste? Trai Serpeverde come la madre di Draco, oppure in Corvonero? E chissà, magari potrebbe addirittura finire in Griffondoro o Tassorosso...

E che ne pensate del rapporto che si sta instaurando tra Harry e "Sabrina"?

Insonnia [Draco Malfoy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora