Capitolo 2

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Una voce metallica mi sveglia dai miei sogni. "Si prega a tutti i passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, tra 15 minuti atterreremo. Grazie per aver scelto questa compagnia di volo." Feci come avevano detto e poi mi voltai verso il posto vicino al mio: Erika stava guardando un film nel piccolo schermo posto nello schienale di fronte al suo.

Lei amava i film a lieto fine, le storie d'amore in cui i protagonisti crescevano assieme e tra alti e bassi passi, passavano la loro vita con quella persona, costruendo magari anche una famiglia.
Io invece ero molto diversa da lei: preferivo i film dove il lieto fine non era concesso, dove i protagonisti morivano durante un attentato, dove c'erano sparatorie, vampiri e cose del genere.  
Dopo solo alcuni minuti si accorse che ero sveglia, e ricambiò con uno dei suoi migliori sorrisi, facendo spuntare, a lato della sua bocca, anche le fossette.

Il tempo era passato velocemente, e ormai eravamo già atterrate.
Eravamo in terra australiana.

Non ci credevo, anzi credevamo, ancora.

Tutto questo davvero era un sogno, ne ero convinta: tutto questo sarebbe finito, come finivano quelli da piccola.
Invece erano le 11 del mattino e nell'aeroporto di Sidney c'era molta confusione. Infatti proprio quando eravamo vicine all'uscita, un ragazzo si scontrò con me. "Oddio! Scusami tanto,non volevo davvero! Ti sei fatta male?" "No no tranquillo non è successo niente " risposi. Quando però alzai il volto, vidi che quel volto, nonostante fosse con gli occhiali da sole e cappuccio.
Lui era lì, il mio idolo era lì.
"Ma..ma..t-u se-i..Lu-ke Hem-ming-s?!?" "Ehm..si sono io, scusami ancora non volevo romperti il telefono.." Pensate che con tutto quello che era successo non mi ero nemmeno accorta che si era rotto il mio iPhone. "Tranquillo non importa davvero. Tanto avevo deciso di cambiarlo"
"No cavolo non ho parole, facciamo così: venite con me, ho la macchina parcheggiata qui fuori. Vi accompagno a casa nostra, cenate con noi e poi vi riporto a casa. È il minimo che posso fare, per ripagarti in parte il danno."
A quel punto non sapevo più che dire. Ero in Australia da meno di due ore e avevo appena incontrato il mio idolo, il quale mi aveva rotto il telefono ma ci aveva appena invitato a casa loro.
Devo dire che il mio arrivo era stato abbastanza movimentato e sentivo una strana sensazione: un misto tra felicità e l'essere lì lì per svenire.

A farmi ritornare sulla terra ci aveva pensato la mia migliore amica che era rimasta in disparte a osservare la scena.
"Ok va bene accettiamo, anche perché ho una fame da lupi" e così assieme al mio idolo stavamo uscendo dall'aeroporto.

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