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Ci sedemmo sui letti.
-Cosa hai fatto tutto questo tempo?- chiesi io.
-A parte fidanzarmi dici? Oh, niente di interessante. Ho imparato a sparare sia con fucili che con pistole. Vuoi vedere?
Non feci in tempo a rispondere che lei tirò fuori dalla tasca una pistola molto piccola e sparò. La pallottola mi sfioró l'orecchio, me ne sono accorta perché sentii il sibilo del vento attaccato all'orecchio.
-Avresti potuto prendermi!
-No, non penso! Ho una mira perfetta! A voi hanno già insegnato a sparare?
-No, non ancora. Non credo che ci insegneranno però!
-Tu insegno io!
-Grazie ma non grazie.
-Daiiiii, per favore!
-Va bene..... Lo faccio solo per te però!- esclamai io non molto convinta.
-Bene. Iniziamo! Prendi questa!- e mi porse la sua pistola:-Le sai le basi di come si spara?
-In teoria sì! Le ho studiate!
-Hai mai preso in mano una pistola?
-Presa si ma usata mai.- dissi io vergognandomi un po'.
-Come no? Ma non è possibile! Io il mio primo colpo l'ho sparato a dieci anni!
-E io no! Problemi?
-Nessuno! Però devi venire fuori se vuoi sparare. Al poligono!
-Ok. Quando?
-Anche subito se vuoi!
-Mi dispiace ma ora devo incontrarmi con Alex.
-Per fare cosa?
-Ci hanno incaricato di stabilire i turni di volo.
-Va bene. Se quando hai finito hai voglia di sparare, sai dove trovarmi.
Lo sapevo e come dove trovarla.
Io e Alex facemmo i gruppi. Io e Anna eravamo il primo turno e Dimitri e Riccardo venivano dopo di noi.
-Ma perché proprio il primo turno?- mi lamentai con Alex.
-Hai deciso tu- rispose lui, alzando le mani come se volesse arrendersi:- Così avresti avuto più tempo per dormire o per giocare con Lando.
Finito il lavoro, corsi con Lando fino al poligono dove trovai Anna con gli occhi chiusi, la mano sul grilletto e Jim seduto al suo fianco.
-Ma cosa fai?- chiesi io.
-Ssssh. Non deconcentrarmi!
Premette il grilletto. La pallottola trapassò l'aria e andò in un centro preciso.
-Ma, ma..
-Te l'ho detto che ho una mira perfetta.
-Sì, ma non pensavo così perfetta.
-Anni di allenamento... imparerai anche tu.
-Non penso che diventerò brava come te.
-Anche di più. Di solito... l'alunno supera il maestro.
-In effetti..
-Dai prova!
Presi la pistola. Era fredda e piena di sangue secco sopra, ma non ci feci Cao. Il manico era intagliato con le iniziali del suo nome e il suo nome in codice.
-Bella, la pistola.
-Grazie. Me l'aveva regalata il tenente per fine corso, dicendo che ero bravissimo. Gli intagli gli ho fatti io.
-E il sangue?
-Mi hanno sparato nella mano.- disse Anna tranquilla, mostrandomi la cicatrice, sia da una parte che dall'altra parte della mano. Mi scorsero i brividi giù per la schiena.
-Come hai fatto ha sopravvivere?
-Sinceramente.. non lo so.
-Hai fatto male?
-Secondo te?
Sì. Chi è stato?
-Alex.
-Alex?
-Sì, proprio lui. Il peggio è che l'ha fatto anche apposta.
-Adesso gliele suono e gliele canto!
-Non. Ho già fatto io. Gli ho rotto le palle.
-Senso figurativo?
-No. Denke letterale.
-Ahah. Brava! Hai fatto bene!- dissi io, un po' traumatizzata.
-Ma non è il tuo migliore amico?
-No, abbiamo litigato.
-Perchè?
-Ora che sono tornata la tua migliore amica, lo ignoro. Abbiamo discusso, gli ho tirato uno schiaffo e me ne sono andata.
-Brave! Così si fa!
-Grazie!
-Ora però concentriamoci sul bersaglio. Apri un po' le gambe, chiudi un occhio per prendere la mira e spara.

Io, te e i militariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora