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Tornai a casa in aereo con Lando e Jim. Quando vidi le colline verdi del Texas tirai un sospiro di sollievo. Ero a casa. Ora iniziava una nuova missione: costruirsi una vita dignitosa.
Il funerale di Anna fu organizzato in Texas, dove lei voleva essere sepolta. Al funerale partecipò tuta la caserma in ricordo della "ragazza che volò in alto", così la definì il tenente Viper, suo insegnante di volo.
-Era una ragazza coraggio da, non si meritava di morire!- disse in lacrime Dominik.
-Lo so! Ma ha osato troppo!- ribatté il padre di Anna:- Io le avevo detto di rimane a casa con sua mamma. Lei ha disubbidito e se lo meritava!- e se ne andò.
La sera la passi vicino alla sua tomba: sistemai i fiori e inciso questa frase "In cielo troverai il tuo mondo"
-Stai bene Fiori?- mi chiese una voce alle spalle.
-Dimitri! Mi hai spaventato! Sì, sto bene.
-Sei sicura?
-Sì, sì. Mi mancherà.
-A tutti mancherà.- mi rispose, prendendomi la mano. Mi avvicinò al suo petto, abbracciandomi da dietro. Io sentivo il suo cuore battere e, per la prima volta nella mia vita, mi sentii amata.
Lui mi girò verso la sua bocca e mi baciò.
-Ti amo Fio!- disse dopo.
-Anche io!- risposi abbracciandolo.
-Tuo padre è molto arrabbiato- dissi io, ancora abbracciata a lui.
-Gli passerà. Cosa ha inciso?- chiese lui, spostando lo sguardo sulla tomba marmorea di Anna.
-Una frase.
-Hai sentito come ti hanno soprannominata?
-No. Come?
-Ne hai addirittura due di soprannomi: "Quella che la conobbe" e "Il falco di chi sopravvive". Praticamente... sei diventata una dea!
-Non esageriamo! Non sono neanche riuscita a salvarla!
-Eppure sei diventata un'idola! Vedi?- disse lui, porgendomi la prima pagina del "Nashville dinner". La guardai e strabuzzai gli occhi. C'era un articolo che parlava cpdi Anna e di come era morta. Il problema era che c'ero anche io.
-Dove l'hai trovato?
-È arrivato per posta questa mattina.
Lo poggiai sulla tomba di Anna.
-Riposa in pace- dissimo insieme per poi allontanarci mano nella mano verso casa mia.

La mattina dopo mi svegliai all'ora di pranzo, rendendomi conto di aver dormito come non dormivo da tre anni.
-Buongiorno, signorina.- disse una voce angelica che non sentivo da troppo tempo.
-Emily!- esclamai, saltando giù dal letto e correndo ad abbracciarla.
-Come stai?- mi chiese.
-Benino.
-Cosa ti tormenta, Fiory?
-Anni è morta, Alex pure e io sono distrutta dalla guerra. Ho un braccio bucato con una cicatrice grande come una palla da golf.
-Vieni. Ti ho preparato la colazione.
Mangia tutto con gusto, poi uscii. L'aria fresca mi spettinava i capelli.
-Sono felice di non dover più portare quella terribile parrucca- pensai io.
Dieci anni dopo mi sposai con Dimitri. Il matrimonio fu felice. Riccardo si trovò una nuova fidanzata e si sposò pure lui.
Io ebbi due figlie: Anna e Mirabelle.
Il mondo era tornato quello che era prima della mia partenza per la guerra. La mia vita era felice, ma il ricordo di Anna era ancora vivo nei miei pensieri e, certe sere, bussava alla porta della tristezza e io mi abbandonavo a grandi pianti.

Io, te e i militariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora