Il lavoro in tribunale non finisce mai. Passo le giornate a leggere e studiare documenti, vado da un'aula di giustizia all'altra e questo mi aiuta a non pensare alla mia vita privata.
Giorgio è un amico vero ed è sempre gentile con me. Questa sera si è offerto di darmi un passaggio fino a casa. Allora gli propongo di salire a cena da me.
Apro il portone del condominio e seduto sulle scale vedo il "mio" Comandante. "Massimo, che ci fai qui?" esclamo stupita.
Intanto Giorgio, al quale avevo raccontato di me e Massimo, è stato molto comprensivo e senza esitare è andato via dicendo "A domani Dottoressa Vinci".
"Sono arrivato fin qua in moto, stavo perdend 'a capo" dice mentre saliamo le scale.
"Ma avresti potuto avvisarmi, almeno" dico con tono un po' stizzito.
"Ero sicuro avresti provato a convincermi a rimanere a Napoli".
Probabilmente aveva ragione.
"Chi era quell'uomo insieme a te prima?" chiede.
"Un collega" rispondo.
"Mmm, solo un collega?" dice, come se sospettasse qualcosa.
Mi sta facendo innervosire. "Ora fai il geloso? Il Dottor Rossi è un mio carissimo amico, niente di più. E poi ci eravamo promessi che non ci saremmo più cercati in modo da poter costruirci una nuova vita, io qua e tu a Napoli".
"O sai qual è u problema? Io una vita senza di te non riesco ad immaginarla!" risponde alzando la voce.
Lo faccio entrare nel mio appartamento e non gli rivolgo la parola. Vado a prendere una coperta da dargli: questa notte dormirà sul divano.
Nei giorni a seguire, mi ammorbidisco un po' ma non gli dò particolare confidenza. Tuttavia non ho il coraggio di mandarlo via. Anche se cerco di fare la dura per non farglielo notare, sono ancora follemente innamorata di lui.
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A vita è n'araputa 'e fenesta
FanfictionLa storia tra Paola e Massimo non può essere finita così. Il Comandante e la Direttrice hanno ancora tanto da raccontare.