La Guerra dei Mashkra II

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SECONDA PARTE

Il Fantasma si muoveva tra gli stretti cunicoli della catena del Lyce, la sua lunga tunica bianca si confondeva nel paesaggio e il suo passo lento e posato non veniva scalfito dai centimetri di neve che coprivano i suoi piedi. Non tremava, non compiva movimenti ripetuti per aumentare l'afflusso di sangue. Si muoveva tra quelle montagne come se le conoscesse, allontanandosi dall'accampamento degli Hundergritch non curante dei pericoli che la montagna potesse preservargli. Un paio di chilometri più tardi si infilò in un'insenatura attraverso le rocce rivelando una parte di montagna nascosta persino alle più precise e minuziose mappe del Regno dei Varawer. Da lì alzando lo sguardo, si poteva scorgere in una corona di montagne altissime, la Roccaforte dei Mashkra.

Questa città fortificata era costruita all'interno di una roccia alta più di settecento metri ed abbastanza capiente da ospitare all'interno più di ventimila anime. Il castello era situato sulla sommità della collina su cui era fondata e tutti i cittadini vivevano alla base del colle o al suo interno, in un intricato sistema di tunnel, con più di sessanta piani.

Il Fantasma iniziò a scendere dal monte e si diresse verso i campi nella periferia della città. Il passo blando, la lunga tunica bianca e il cappuccio tirato su fino agli occhi destarono non poche attenzioni tra i contadini, che tra una fatica e l'altra voltavano lo sguardo verso quella figura amena che avanzava lentamente in territorio ostile. La cinta di montagne che custodiva la roccaforte, permetteva un clima fertile, fresco, ma coperto dai venti gelidi con la neve che spesso si trasformava in pioggia a contatto col terreno.

Arrivato davanti al cancello del colle attirò l'attenzione su di sé << Ehilà!>> Esclamò il ragazzo tenendosi lontano a distanza di una decina di metri. << Chiedo un colloquio con il vostro Re.>>

Una delle guardie dai tipici tratti Mashkra, con una grande barba rossa e lunga, si avvicinò al cancello con la sua ascia sguainata. << Chi ti credi di essere per poter arrivare ai piedi del Colle e chiedere di parlare con il nostro Re?>> Urlò << Chi sei?>>

<< Non è il mio nome che bramate, ma il controllo della mia persona. Lei ha fede signore?>>

La guardia cercò lo sguardo dei suoi colleghi ed accennò verso il ragazzo. << Vede... dare un nome alle cose ci dà potere su di esse. Possiamo parlarne, identificarle, è per questo che tutto ha un nome. Durante gli esorcismi si chiede il nome ai demoni per poterli distruggere. Così si prende il controllo su di loro e così possiamo prendere il controllo delle persone.>> spiegò.

<< Tu...sei religioso?>> chiese la guardia abbassando l'ascia.

<< No, non proprio ecco. Credo... in cose...>> rispose. << Ma la prego, ser...>> schiccò le dita più volte per indurlo a parlare.

<< Ygor...Ma non sono un Cavaliere.>> Il ragazzo sorrise sotto il cappuccio.

<< Ygor...> sorrise. << Potresti gentilmente avvisare il tuo Re che il messaggero degli Hundergritch è qui per un'udienza?>> La guardia si voltò e si diresse verso l'interno del colle. << Ti ringrazio, Ygor...>>

Quando il sole si nascose dietro la montagna, arrivò l'ordine di aprire il cancello, fu Ygor in persona ad aprirlo e scortare dentro il giovane ragazzo. << Mi ricorderò di te tra un paio d'anni.>> sussurrò il ragazzo sogghignando nell'orecchio della guardia.

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