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Inspirò
l'aria contaminata
da quella
che alcuni chiamano
felicità.
Sentì
l'odore pungente
d'un fuoco
che attecchiva
nei polmoni suoi,
che bruciava quelle erbacce
che le crescevano nel cuore.
Inspirò
e lo fece fino a saziarsi
di quella stupida felicità,
tanto che le fiorì
un sorriso in volto,
che divenne risata,
e dopo ancora si trasformò in
piccole rughe allegre attorno allo sguardo.

Espirò,
e le erbacce
riipresero a crescere
in piccoli germogli di tristezza.
Lei fu nuovamente famelica;
bisognosa di assaporare ancora
la felicità
che, repentinamente,
fuggiva via.

Piovono paroleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora