siamo a casa

703 26 24
                                    

24 dicembre

"Suvvia, non è stato così traumatico questo viaggio!" ridacchiai, dandogli uno spintone
"Questo lo dici tu! La signora accanto a me ha dormito sulla mia spalla! Tutto il viaggio! "
"Almeno non russava!" esclamai afferrando la mia valigia.

Alex, dopo numerose discussioni, si era convinto a venire a Parigi con me per Natale. A mezzanotte della vigilia, il primo spettacolo sarebbe terminato. La sera del giorno dopo ci sarebbe stata l'unica replica.
Amavo esibirmi in un evento così speciale, tutte le autorità e i personaggi in vista di Parigi si presentavano a teatro accompagnati da figli, nipoti, cugini...

Io ed Alex non avevamo ancora ben definito cosa eravamo in realtà. Dopo il famoso bacio, che aveva fatto il giro del web, ce ne erano stati numerosi, ricchi di emozioni; eppure, eravamo ancora confusi sulla nostra situazione.

"Ma tu sei certa di saperti orientare per Parigi? Non stai camminando a caso, vero?"
"Ale, fidati: ci sono nata e cresciuta a Parigi, so arrivare a casa dei miei nonni"
Avevo chiesto al taxi di lasciarci a Place de la Concorde, in modo da mostrargli il paesaggio del centro la mattina della vigilia.
I dubbi di Alessandro scomparvero appena passammo accanto alla Tour Eiffel: rimase senza parole e rimase cinque minuti ad osservarla in silenzio, totalmente estasiato.

Gli ultimi minuti di passeggiata, Alex smise di lamentarsi e mi seguì senza fiatare.

Arrivati davanti al palazzo di casa dei miei nonni, suonai il campanello: "Allo?"
"Factrice"
"Perchè le hai detto che sei il postino? Non sanno che veniamo?" chiese, mentre salivamo le scale
"Pensano che arriveremo nel pomeriggio, volevo stupirli"

Appena la mia cuginetta, Noémie, aprì la porta, iniziò a strillare emozionata, attirando l'attenzione di tutta la casa.

"Quella è Noémie" spiegai ad Alex dopo averla presa in braccio.
Noémie si sporse fino a toccare una fossette di Alex.
"Mi ha appena infilzato la guancia?"
"Le piaci" lo rassicurai.

In pochi istanti davanti alla porta si presentò una buona legione della mia famiglia, capeggiata da mia nonna Doriane, che nel vedermi si portò le mani alla bocca, stupita.

"Il est Alex" comunicai, facendoci strada per l'atrio.

La folla si aprì per farci entrare e mio cugino Mylan si sporse per afferrare i nostri bagagli.

"Questa è una piccola parte della famiglia: dopo suppongo ci sarà occasione di presentarsi... Vuoi venire a vedere la stanza in cui starai?" 
Alex annuì, ancora confuso. I suoi occhi vagavano per la stanza, fra tutti i volti curiosi.

Con fatica arrivammo in cima alle scale e mostrai ad Alessandro la stanza che avrebbe occupato, posta di fronte alla mia. 

"Quelli sono solo una parte? Sei sicura?" chiese, dopo essersi sdraiato sul letto, decorato con una marea di cuscini colorati, profumati di lavanda fresca. 

 "Alex, mia nonna Doriane, la vecchietta dai capelli grigi che hai intravisto, ha avuto 8 figlie, tutte femmine. Ognuna di loro ha avuto almeno tre figli: questo ci lascia con una buona quantità di nipoti"
"Quanti siete?" curiosò, girandosi verso di me
"27 nipoti"
"27 NIPOTI?" 
"Non uno di più, non uno di meno" assicurai con un sorriso.

"Ora, se hai finito di fare tutti questi calcoli, ti porto a fare un tour parigino" 

In meno di un minuto, Alex era completamente vestito e ben coperto; pronto per visitare la città.
Salutammo con una mano tutta la famiglia, ancora super curiosi, e ci dirigemmo fuori dal palazzo.

Facciamo finta che mi ami - Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora