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"Però co' te è diverso dai hai capito, no?" mormorò Manuel mentre ciondolava per le vie di Roma seguito da Simone.

"Io non credo di aver capito invece..." sussurrò Balestra, campione nell'analizzare e rimuginare su parole e azioni altrui.

Era la sera del compleanno di Simone e, per l'occasione, il ragazzo in questione aveva organizzato una festa. Ferro vi aveva preso parte, ma dopo qualche birra si era allontanato dalla scuola per sfogare la rabbia dovuta al rifiuto di Alice avvenuto poco prima.

Simone lo aveva tenuto d'occhio durante tutta la serata e, non appena lo vide uscire dall'edificio, gli fu subito dietro.

Ci fu un breve dibattito tra i due, poi scattò il bacio e forse qualcosa di più.

Fu così che ora, sotto il buio cielo che avvolgeva la città, i ragazzi erano intenti a camminare, discutendo dell'accaduto.

A dire la verità Manuel, che si era sempre rivelato come l'esatto opposto di Simone, non aveva alcuna intenzione di soffermarsi su quel momento. Ma anzi, dinnanzi all'affermazione dell'altro, il suo carattere schietto e impulsivo sembrava essere sparito, lasciando spazio alle sua versione più riservata e silenziosa.

Continuò quindi a dirigersi verso una meta imprecisa senza aprir bocca, fingendo semplicemente di non aver sentito.

Perchè a Ferro questo faceva comodo.

Lui aveva persino affermato che a nascondersi non vi era alcun male, pensiero in netto contrasto con quello di Giordano Bruno: protagonista di una delle lezioni di filosofia di Dante.
Era una di quelle che gli era rimasta più impressa... forse perchè gli aveva aperto gli occhi.

Simone nel frattempo si era deciso a porre fine a quel viaggio senza scopo del più grande. Perciò lo chiamò per nome e in seguito lo tirò dalla felpa.

Manuel, piuttosto stizzito dal gesto, esclamò: "Simò lasciame, nun ne voglio parlà".

"E invece ora ne parliamo perchè sono stufo di continuare a rincorrerti e a non capirci mai un cazzo di te" sbottò Balestra, infastidito dal comportamento dell'altro che, come al solito, risultava essere guardingo quando si trattava di far chiarezza su ciò che provava per lui.

"E chi t'ha detto di farlo?" ribattè prontamente Ferro.

"Eh?" domandò curioso Simone.

"Di rincorrermi, Simò, chi te 'ha detto di continuare a farlo?"

Il più giovane stava per controbattere, ma venne improvvisamente sovrastato dalle parole dell'altro.
"Lasciame annà Simò" pronunciò Manuel, abbassando lo sguardo sulla punta dei suoi anfibi consumati dal tempo.
Gesto che fece emergere la disperazione che ormai da qualche tempo faceva parte della sua vita.

"Manuel io non ti lascio, lo sai" mormorò Simone, adagiando una mano sulla spalla del più basso come a volergli ricordare che lui sarebbe stato sempre al suo fianco.

Ferro si concesse di appoggiare per pochi secondi la sua mano su quella di Balestra per poi spostare quella dell'altro da sè e puntare gli occhi in quelli della figura davanti a lui.
Successivamente sbuffò sconsolato un: "E che cosa pensi di fare?
Io non so nemmeno cosa voglio dalla vita a differenza tua che hai sempre tutto sotto controllo.
Non so se me laureerò, se uscirò mai dal giro de Sbarra, se riuscirò mai ad avè i sordi pe' vive come chi non c'ha 'a costante paura de essè sfrattato de casa - fece una breve pausa e poi riprese a parlare - io non so nemmeno chi sono.
Non so se me piace Chicca, Alice o se so... come te".

"Come me cosa Manuel?" chiese Simone, temendo un'offesa da parte dell'altro ragazzo.

Non sarebbe di certo stata quella la prima volta che il più grande si rivolgeva a lui con appellativi sgradevoli.
Episodi simili erano infatti già accaduti in passato, durante qualche discussione in cui la rabbia di Ferro aveva preso il sopravvento.

" 'O sai" si limitò invece a dire.

"Voglio sentirtela dire quella parola" propose il più alto, capendo che Manuel non aveva intenzione di definirlo con gli epiteti temuti.

"Simò accanna" controbattè il più grande, infastidito dal disagio che in quel momento provava nel dover etichettare l'altro ragazzo.

Deluso dalla risposta di Ferro, Balestra provò a riportare la conversazione al punto precedente.
"Che c'è di così strano a essere uno come me?"

"Niente, te 'o già detto" spiegò il più grande mentre scrollava lievemente le spalle per rimarcare il concetto che aveva appena espresso a parole.

"E allora qual è il problema?"

Il più basso, intuendo dove Simone volesse andare a parare, proclamò: "Non me piacciono i ragazzi Simò, me pare di avertelo già detto".
E i ricordi di accese litigate tra i due fecero capolinea nella sua mente  fino a quando le parole del più giovane lo riportarono alla realtà.

"Anche io ho avuto paura ad accettarlo, sai?" ammise Balestra.
Poi, abbassando lo sguardo sulle sue dita che giocherellavano nervosamente per quella confessione, disse: "Insomma perchè proprio io? Perchè è toccato a me essere quello diverso dagli altri? È... spiazzante, all'inizio..."

"Simò io..." riuscì a sussurrare Manuel poco prima di essere interrotto.

"Poi però capisci che non c'è niente di diverso dagli altri perchè in fondo tutti siamo differenti".
E dopo tutto il coraggio che aveva avuto nel rivelare del suo percorso di accettazione all'altro, Simone ne trovò altrettanto per accarrezzare delicatamente la guancia del più grande.

Ferro temette che il cuore potesse schizzargli fuori dal petto per quanto batteva in quel momento.
Non capiva bene a cosa fosse dovuto tutto quel trambusto nella sua gabbia toracica, ma era convinto che quella che stava avendo non era una reazione che solitamente si ha con il proprio migliore amico.

Balestra proseguì: "Siamo simili a molte persone, ma non saremo mai uguali a nessuno ed è giusto mostrare a tutti la propria diversità... la propria bellezza.
Non tutti potrebbero apprezzarla è chiaro, ma tutto sta solo nel lasciarsi guardare dagli occhi giusti".

Il più alto abbozzò un sorriso e stava per aggiungere dell'altro, quando... "Io mi vedo bello solo nei tuoi Simo" esalò Manuel tutto d'un fiato che, senza aver nemmeno avuto il tempo di realizzare ciò che aveva appena detto, si ritrovò le labbra di Simone schiacciate contro le sue in un disperato bacio.



Un trambusto nella gabbia toracica | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora