7. EDEN
“Il proprio momento magico, nel quale i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle.”
(Paulo Coelho)
Il cortile di palazzo Mikaelson era un disastro: dipinti rovinati, mattonelle saltate, vetri rotti, macchie di sangue.
Elijah si puliva le mani mentre gli altri membri della famiglia si riprendevano dopo aver cacciato gli spiriti.
Il cielo era ancora in tempesta. Lampi, tuoni, pioggia ghiacciata; sembrava la fine del mondo.
Freya, che fino ad allora si era seduta davanti ai cancelli con gli occhi chiusi, tornò vigile e si alzò.
"L'incantesimo di confinamento è stato lanciato. Nessuno può entrare qui eccetto la famiglia."
Rebekah sbarrò gli occhi quando Artemis varcò la soglia senza problemi. La ragazza era spettinata e aveva il tailleur sporco di terra, ma sembrava illesa.
"Come hai fatto ad entrare?"
"Sangue di Mikaelson." rispose lei.
"Sorella, ti spiego dopo." Sussurrò Elijah.
Artemis andò dritta in stanza e iniziò a spogliarsi e a cercare vestiti più comodi.
Freya irruppe e chiuse la porta con uno schiocco di dita.
"Che stai facendo? Klaus dov'è?"
"Oscar ha rapito Klaus. Lo lascerà libero solo quando gli consegnerò mia madre."
Artemis si sedette sul letto e si allacciò gli anfibi, dopodiché si sistemò i capelli e si infilò il cappotto.
"Tua madre è nascosta da un incantesimo. Come pensi di trovarla?"
"Se Oscar la cerca vuol dire che lei è a New Orleans."
Artemis prese una giacca di Klaus e scavò nelle tasche in cerca delle chiavi della macchina.
"Tu sai dov'è?"
"Ho un'idea. Ma ora devo andare, ho solo ventiquattrore ore per trovarla."
Freya le sbarrò la strada e le prese la mano.
"Io vengo con te."
"No. È una faccenda che riguarda la mia famiglia."
"Tu sei la mia famiglia, Artemis."
Artemis sentì un calore irradiarsi nel petto. Freya era la sua migliore amica e la sua mentore, era un onore essere considerata parte della sua famiglia.
"Guido io."
"Andiamo." disse Freya.
"Dove pensi che si trovi tua madre?"
"Quando ero piccola e mi raccontava della sua infanzia, mi diceva sempre che per il suo compleanno i miei nonni la portavano a Eden Isle. C'è una sola chiesa sull'isola e lei voleva essere sepolta lì."
"Effettivamente ha un senso." disse Freya.
Artemis imboccò l'uscita da New Orleans e si diresse sull'autostrada che le avrebbe portate sull'isola.
"Adesso mi dici dove si nascondono Brenda a Mabel? Lo so che cosa stanno facendo."
"Elijah le ha portate in una casa sicura fuori città in modo che potessero stare tranquille mentre studiano il grimorio di Oscar. L'Ancien Vudù è una magia difficile, servono più menti."
“Tu hai dato un'occhiata a quel-..."
"Artemis, frena!"
Artemis schiacciò con tutta la sua forza il pedale del freno. La macchina inchiodò e lei fece retromarcia per allontanarsi.
Al centro della strada c'era Noah, il cacciatore di streghe che Oscar aveva evocato mesi prima.
"Non potete sfuggirmi, streghe!"
Artemis ingranò la marcia a imboccò una stradina laterale perché, in un modo o nell'altro, dovevano arrivare da Yvette.
Freya si resse forte mentre Artemis faceva una curva degna di un pilota esperto.
"Quanto conosci l'incantesimo degli spiriti?"
"Sul mio telefono c'è un file nel drive che contiene i miei studi sul Libro dei Morti. La password è 1815."
"1815?"
"L'anno della Restaurazione, una cosa da studiosa di storia."
Artemis le passò il telefono senza staccare gli occhi dalla strada. Freya inserì la password e cercò il file sul Libro dei Morti. All'interno c'erano una ventina di pagine di appunti e disegni.
"Eccolo! L'incantesimo degli spiriti evoca i morti sulla terra e per la durata di una gamma gli spiriti possiedono un corpo."
Artemis nello specchietto vide che Noah era sparito, ma stentava a credere che si fosse arreso. Prese un'altra strada e il navigatore la riportò in direzione di Eden Isle.
"La gamma è la lettere che simboleggia la costellazione dell'Ariete."
"Quindi l'incantesimo ha una durata limitata?"
"La costellazione dell'Ariete è il simbolo dell'equinozio della primavera. L'Ariete era già conosciuto nell'antico Egitto. Significa che gli spiriti riacquistano il loro corpo, quindi la capacità di interferire col mondo dei vivi, nel giorno dell'equinozio."
Freya controllò la data sullo schermo del telefono e sospirò.
"È oggi l'equinozio di primavera, il 20 di marzo. Quindi i morti fino all'alba di domani potranno ferirci e ucciderci. Che bella notizia!"
"C'è di più! Se non chiudiamo il varco fra i due mondi allora gli spiriti vagheranno per sempre sulla terra e potranno tormentare i vivi."
"Perché questa clausola terrificante?"
Artemis adesso era tornata sulla strada principale e non c'era traccia di Noah, dunque accelerò per togliersi da lì.
"La morte per gli Egizi era una fase importante. Credevano nella vita dopo la morte. L'anima dei morti riposa in eterno quando giunge al cospetto di Osiride e degli altri dèi."
"Cosa succede quando non arriva a destinazione?" Chiese Freya.
"Succede che restano in un limbo e l'incantesimo serve a richiamare questi spiriti vagabondi che non sono stati ancora giudicati dagli dèi."
Freya si massaggiò le tempie. Lei conosceva la magia, ma Artemis era un pozzo di conoscenze storiche a cui lei faticava a stare dietro.
"Perché sono spiriti vagabondi?"
"Perché hanno delle questioni in sospeso. Ciò vuol dire che sono tornati in vita tutti i nemici che volevano ucciderci ma non ci sono riusciti."
"Oh, fantastico. Questa ci mancava proprio!"
L'odore del mare era forte, si sparpagliava in tutta la cittadina. Artemis non aveva mai visto Eden Isle, ma sua madre gliene aveva parlato così tanto che le pareva di conoscere ogni angolo.
"E adesso?" esordì Freya.
"Adesso parcheggiamo e ci facciamo un giro. Per prima cosa andremo alla chiesa."
Artemis fu contenta di scendere dall'auto e stiracchiarsi. Guidare per due ore di fila dopo una notte insonne non era il massimo.
"La chiesa è di là." Disse Freya.
Sullo sfondo del cielo svettava la facciata di pietra bianca della chiesa, sembrava uno scoglio nel mare.
"Cercate me?"
Artemis sentì un brivido. Avrebbe riconosciuto quella voce fra mille.
Ed eccola lì, Yvette Dumont a pochi passi da lei.
"Togliamoci dalla strada. Venite."
Freya afferrò Artemis per la mano e la trascinò, la ragazza era ancora troppo scioccata per ragionare.
Yvette le portò in un vicolo isolato dove c'era un solo cottage. Entrarono e Yvette chiuse la porta con un incantesimo.
"Prego, sedetevi."
Freya prese posto sul divano mentre Artemis rimase in piedi ancora pietrificata.
"Tu sei viva."
Yvette distolse lo sguardo, non era facile sopportare la rabbia della figlia.
"È una lunga storia."
"Allora inizia a raccontarla." Disse Freya.
"Iniziamo da Alice. Quella sera Oscar mi disse che Alice lo aveva minacciato e mi chiese di parlarle per farla calmare. È lì che ho capito tutto."
"Alice, calmati. Lo sai che Oscar agisce solo per il bene del nostro gruppo."
Alice fece una risata sprezzante, era fuori di sé.
"Il bene? Oscar non conosce il bene! Andiamo, Yvette, svegliati! Non lo hai ancora capito?"
"Capito cosa?"
"Oscar ti versa sangue di vampiro nelle tisane e nei cibi, sono poche così il sapore viene coperto. Lo fa da quando sei incinta."
Yvette si portò la mano sulla pancia, era al quinto mese e ormai era evidente.
"No..no...tu stai mentendo..."
Alice le mise le mani sulle spalle e le accarezzò i boccoli.
"Io ti voglio bene, Yvette. Sono tua amica da tutta la vita. Non potrei mai mentirti. Oscar è il male."
"Ma perché il sangue di vampiro?"
"Non lo so. Ma c'è dell'altro."
Yvette sbarrò gli occhi, le sembrava un brutto sogno da cui non poteva svegliarsi.
"Cosa?"
"Oscar pratica l'Ancien Vudù, la magia nera più oscura e potente al mondo. L'ho visto trafficare con oggetti magici e strani incantesimi."
"Ecco perché nel suo grimorio ci sono incantesimi in una lingua che non conosco."
Alice annuì. Si allontanò dall'amica e trafficò nel mobile del bagno in cerca di una scatola. Dentro c'era una piccola chiave dorata.
"Questa è la chiave di un cottage a Eden Isle. Se le cose si mettono male, se devi proteggerti, puoi rifugiarti qui."
Yvette si strinse la chiave al petto, teneva letteralmente la sua salvezza fra le mani.
"E tu? Adesso che Oscar ti considera sua nemica..."
"Per me non c'è speranza. Dì a Oscar che sei stata tu, ti farà guadagnare tempo."
"Sono stata io a fare cosa?"
Poi accadde tutto velocemente. Alice aprì la porta del balcone e si lanciò nel vuoto.
Yvette capì che Alice con la sua morte le aveva concesso tempo per liberarsi di Oscar.
"Nei giorni successivi feci alcune ricerche e scoprii che il sangue di vampiro può amplificare i poteri. Mia figlia sarebbe nata da due congreghe diverse e con sangue di vampiro la sua magia sarebbe stata cento volte più potente. Una settimana dopo la morte di Alice sono scappata a Chicago e non sono tornata mai più."
Freya vide che Artemis era immobile, stava ancora elaborando quelle nuove informazioni. Decise di essere lei a fare le domande.
"Brenda ci ha detto che tu e Oscar vi siete lasciati quando hai scoperto di essere incinta. Il segreto sarebbe stato mantenuto a patto che tu andassi via da New Orleans."
Yvette fece un mezzo sorriso triste. Ricordare i vecchi tempi era doloroso.
"È vero. Dopo la morte di Dana, Oscar è venuto da me e mi ha lasciata. Ma un mese dopo siamo tornati insieme perché lui aveva trovato un posto per gli Esiliati in cui io poteva andare a stare. Diceva che era l'unico modo per stare insieme. Durante la gravidanza io vivevo fuori città in modo da non insospettire Brenda."
"Che strategia." Commentò Freya, schifata.
"Non è tutto. Io e Oscar ci siamo allontanati durante gli anni dell'università, poi una sera ci siamo ritrovati davanti ad una discoteca ed è stato di nuovo amore a prima vista."
"E questo che c'entra?" disse Freya.
"In quegli anni Oscar ha fatto molti viaggi all'estero, uno in particolare in Islanda. Si mormorava che avesse trovato una fonte inesauribile di potere."
"Credi che stia usando questa fonte per alimentare la sua magia?"
"Beh, Oscar è senza poteri ormai e gli serve un modo per nutrire il prezzo che l'Ancien Vudù richiede. Credo che tutti questi anni abbia studiato questa fonte di potere trovata in Islanda e che adesso abbia capito come usarla."
"Gli spiriti..." Mormorò Artemis.
Yvette si illuminò quando sentì la voce della figlia.
"Come hai detto?"
"L'incantesimo degli spiriti non è un diversivo, sta testando questa fonte di potere perché adesso ha capito come funziona."
Freya collegò I fatti e Artemis aveva ragione. Ora tutto aveva senso.
"Cosa c'è in Islanda?"
"Non lo so. Non l'ho mai scoperto."
Artemis guardò sua madre e la trovò invecchiata sebbene fosse passato solo un anno dalla loro separazione.
"Oscar ti vuole. Ha preso Klaus, lo lascerà libero e interromperà l'incantesimo degli spiriti soli quando ti avrò consegnata."
La durezza nella sua voce fece sobbalzare Yvette.
"Se finisco nelle sue mani, mi ucciderà."
"Per davvero stavolta?" ironizzò Artemis.
"Lo so se che sei arrabbiata con me, ma è stato necessario sparire dalla circolazione."
Artemis fece un passo indietro come se quelle parole l'avessero presa a schiaffi.
"Adesso dobbiamo muoverci. Dobbiamo chiudere il varco fra i mondi, dobbiamo scoprire cos'ha trovato in Islanda Oscar e dobbiamo salvare Klaus."
"A chiudere il varco ci penso io. Per quanto riguarda l'Islanda, chiederò a Brenda di fare ricerche." Disse Freya.
"Brenda Copper?" Fece Yvette, stupita.
Artemis la ignorò, quella giornata era già fin troppo faticosa per mettersi anche a difendere sua zia.
"Forza, andiamocene."
Freya salì in fretta le scale del campanile per raggiungere il suo antro. Le bruciavano i polmoni per la fatica, ma il tempo scorreva e Klaus era sempre più in pericolo. Dalla scalinata sentiva le voci di Mabel e Brenda che battibeccavano mentre leggevano i testi che Alaric aveva trovato sull'Ancien Vudù.
Aprì la porta e trovò le due donne a guardarsi in cagnesco.
"Smetterla di litigare come due ragazzine."
Mabel la guardò e la speranza scivolò via dal suo volto.
"Dov'è Artemis? Sta bene?"
"Lei sta bene. È insieme a Yvette, che è viva."
Mabel cadde sulla sedia e una lacrima le rigò la guancia. Freya si rese conto di essere stata indelicata.
"Mia...figlia..."
"Yvette è viva?!" si intromise Brenda.
"È una lunga storia e adesso non abbiamo tempo. Per favore, ho delle notizie da condividere."
Dato che Mabel era ancora persa a fissare il vuoto, Brenda prese le redini.
"Dicci tutto."
"Yvette ha detto che tuo fratello probabilmente ha trovato una fonte di potere in Islanda. Ti sembra plausibile?"
Brenda lasciò andare il libro che stava leggendo e si portò una mano sul cuore.
"Lo ha trovato..."
"Cosa? Che cosa ha trovato?" Disse Mabel, spazientita.
"Oscar sin da bambino era convinto che in Islanda ci fosse un posto speciale carico della magia degli dèi. Nel tempo libero studiava l'isola e le sue leggende, e un giorno scoprì che gli isolani in passato avevano reso sacro un canyon in onore di Odino."
Freya si dovette sedere, le cose incredibili che stava scoprendo quel giorno le facevano tremare le ginocchia.
"Un canyon? Spiegati meglio."
"Asbyrgi, è un canyon a nord dell'Islanda. È soprannominato 'il rifugio degli dèi'. Si narra che le sue rocce siano intrise della magia di Odino. Oscar cercava quelle rocce perché era convinto di poterne assorbire il potere."
"Una fonte inesauribile di magia." Disse Mabel.
Freya ci pensò su e scosse la testa, c'erano delle parti del puzzle che non quadravano.
"Ma perché Oscar avrebbe rapito i due vampiri di Lakewood? Ha già una fonte di potere."
Mabel intanto si era messa alla finestra, guardare il cielo era una sorta di conforto in quell'inferno.
"Perché il sangue di un essere soprannaturale accresce il potere di qualsiasi cosa. Oscar deve aver usato i vampiri e in questo modo ha reso più forte le rocce."
"Ancien Vudù, rocce divine, sangue di vampiro. Oscar anche senza poteri riesce a cavarsela."
Brenda si sentì in colpa. Se solo avesse avuto il coraggio di fermare suo fratello anni prima, oggi le cose sarebbero diverse.
"Artemis sostiene di essere un contenitore. Forse ha ragione. Devo parlare con Vincent e confrontarmi con lui su una teoria. Torno appena possibile."
Mabel la guardò andare via e tirò un sospiro di sollievo. Non le piaceva Brenda, lavorava meglio da sola.
Guardò Freya dritto in faccia e parlò con determinazione.
"Brenda non avrà mai il fegato di uccidere suo fratello. Sto lavorando da un po' a una soluzione."
"Ti serve una mano?" Chiese Freya.
"No, tu devi chiudere il varco fra mondo dei vivi e mondo dei morti. Anche se gli spiriti non saranno in grado di farci male, devono essere comunque fermati."
"Come faccio a chiudere il varco? Non so neanche dove si trovi!"
Mabel recuperò una mappa dalla sua borsa e la distese sul tavolo. Linee dorate si rincorrevano sulla carta.
"Da ieri sera tutte le linee magiche convergono in un solo punto: Six Flags."
"Ma è un parco divertimenti abbandonato." Obiettò Freya.
"Il luogo perfetto per una magia, no?"
Artemis e Yvette erano sedute sotto la capannella degli autobus quando iniziò a piovere.
"Quanto tempo impiegherà Oscar a trovarci?"
Yvette allungò le gambe, si sentiva intorpidita da tutte le ore di viaggio che stava accumulando da quando era comparsa.
"Ho sciolto l'occultamento venti minuti fa, direi che impiegherà almeno una mezz'oretta per arrivare."
Artemis controllò l'ora al telefono ed erano le otto di sera. Si strinse la sciarpa al collo e si tirò su il cappuccio.
"Allora hai tempo per spiegarmi come fai ad essere viva."
Yvette si svegliò in una stanza buia, l'odore di incenso era dappertutto. Si mise a sedere lentamente, le girava la testa e sembrava che il suo corpo stesse andando a fuoco.
"Bentornata."
Lena era seduta ai piedi del letto, vestita di nero, l'espressione stanca.
"Io...ero...morta?"
"Il tuo cuore si è fermato per qualche tempo, ma Heidi ti ha riportata in vita."
Yvette si accorse che nella stanza c'era Heidi, una strega che lavorava con Lena da diversi anni.
"Artemis? Lei dov'è?"
"Yvette, sei morta tre mesi fa. Io e Heidi ti abbiamo disseppellita e ti abbiamo ridato la vita."
Yvette era sul punto di vomitare, ma i morti tornati in vita non hanno nulla da rigettare.
"Dov'è allora mia figlia?"
"Artemis sta bene. Uno dei miei la tiene sotto controllo, non ti preoccupare."
Yvette d'improvviso si ricordò la causa della sua morte e si portò le mani al torace con veemenza.
"Ho avuto un collasso polmonare. Come posso essere sana e viva?"
Lena le lanciò dei vestiti puliti e un paio di scarpe.
"Quel collasso era causato dalla magia. Qualcuno ti ha avvelenata e ha fatto ammalare i tuoi polmoni. Heidi ha sistemato tutto eliminando il veleno dal tuo corpo."
Yvette si vestì in fretta e seguì Lena e Heidi in quel labirinto di corridoi.
"È stato Oscar?"
"Probabile. È anche per lui che ti abbiamo risvegliata." rispose Heidi.
"Che cosa ha fatto?"
Lena aprì una porta rompendo la maniglia ed uscirono in strada; erano a Marrakech, Yvette riconobbe subito la piazza cittadina con i suoi colori e odori.
"Ha rubato uno specchio mesoamericano ed è stato maledetto. Gli hanno tolto i poteri come punizione."
"E io cosa c'entro?"
"Artemis sta facendo ricerche sul Libro dei Morti."
Yvette sentì un brivido lungo la schiena. Quel Libro era pericoloso, sua figlia si era cacciata in un brutto guaio.
"Sta cercando di riportarmi in vita."
"Sì, ma sai a che prezzo." Disse Lena.
Una vita per una vita. Artemis stava per commettere il più grande peccato della sua vita.
"Poi per fortuna hai contattato Klaus. Quando ti ho localizzata a New Orleans, ho scoperto che Oscar stava ancora trafficando con la magia nera. Ecco perché ho finto ancora la mia morte per indagare su di lui."
Artemis si alzò, era troppo nervosa per starsene tranquillamente seduta. Adesso la pioggia batteva più forte, quasi sembrava seguire il ritmo del suo cuore.
"Quindi è stato davvero lui ad avvelenarti?"
"Non lo so ancora per certo."
"Però ti sei avvicinata tanto a lui da rubargli gli incantesimi del suo grimorio."
Yvette incrociò le braccia al petto, lo sguardo perso nella pioggia.
"Quel grimorio è sempre stato pieno di incantesimi potenti. Sapevo che Oscar avrebbe partecipato al Mercato di Marrakech, quindi mi sono intrufolata nel suo alloggio e ho fotografato una parte del grimorio. Ho stampato le foto e te le ho consegnate. Quella sera speravo di riuscire anche ad accendere la tua umanità."
"Beh, una madre che ti spezza il cuore è un forte motivo per riaccendere le emozioni. Quantomeno puoi provare rabbia, delusione e dolore."
"Artemis, mi disp-..."
Un lampo di luce bianca accecò entrambe. Adesso al centro della strada c'erano Oscar e Klaus.
"Una bella riunione di famiglia." Sorrise Oscar.
Artemis vide subito Klaus. Era inginocchiato ai piedi di Oscar, gli colava il sangue dal naso e dagli occhi, era pallido. Fremeva dalla voglia di correre da lui, ma si dovette trattenere.
"Ho trovato Yvette. Adesso lascia andare Klaus."
Oscar ridacchiò e fece qualche passo avanti.
"E tu credi che io ci caschi? Non consegneresti mai tua madre a me."
"Invece sì." si intromise Yvette.
Oscar osò guardarla e per un breve secondo fu come essere tornati a vent'anni prima.
"Pensavo di averti uccisa col veleno. Dovrò cambiare tattica."
"Pensavi male, stronzo. Ora lascia andare l'ibrido, lui non c'entra con questa storia. Tu vuoi solo me."
"Ti stai consegnando spontaneamente?"
"Sì."
"Io credo siate venute qui per uccidermi."
Artemis lanciò un grido. Noah l'aveva afferrata per il collo e le puntava una lama affilata alla gola. Un rivolo di sangue le sporcò la sciarpa.
"Ci rivediamo, mio tesoro." sussurrò il cacciatore.
Artemis sperava che Freya chiudesse in fretta il varco in modo che gli spiriti non potessero interagire col mondo dei vivi.
"Oscar, smettila. Non fare del male ad Artemis." Disse Yvette.
"Non sei mai stata brava a dare ordini. Eppure eri bravissima ad eseguirli. Ti ricordi di Alice? Hai raccontato ad Artemis cosa hai fatto alla tua amica?"
Artemis dovette fingersi afflitta, non potevano rivelare la verità sulla morte di Alice.
"Lo sa che ho ucciso Alice per te." Ringhiò Yvette.
Oscar rise, un suono così oscuro da fare venire i brividi.
"Tua madre non è una santa, Artemis."
"Lo so bene. Ecco perché te l'ho portata. Deve pagare per quello che ha fatto."
Gli occhi di Yvette diventarono lucidi. Sentire quelle parole da sua figlia faceva più male di quanto si era aspettata.
"Noah, per favore, lascia andare Artemis e portami Yvette."
Noah mollò la presa su Artemis e si avventò su Yvette. La spintonò così forte tanto da farla cadere a terra.
"Muoviti, strega."
Yvette si rimise in piedi, aveva una mano ferita fa un ciottolo sull'asfalto, e si avvicinò a Klaus. Lo aiutò a tirarsi su.
"Andrà tutto bene, Klaus."
L'ibrido annuì, era troppo sfinito dalle torture per reagire.
Oscar andò verso Artemis, la osservava come uno scienziato con la cavia. Le accarezzò una ciocca di capelli e lei si scostò.
"Hai così tanto fuoco dentro di te, figlia mia. Sei l'esperimento che mi è riuscito meglio."
"È questo siamo io, Miriam e Nate? Esperimenti?"
Oscar sorrise, sembrava sotto l'effetto di qualche droga.
"Miriam e Nate erano difettosi come la madre. Tu, invece, sei perfetta."
Fu allora che Artemis giunse ad una conclusione spaventosa.
"Tu hai ucciso tua moglie perché avevi fallito con Miriam e Nate."
Oscar alzò gli occhi al cielo e sbuffò come un bambino capriccioso.
"Ho somministrato sangue di vampiro anche a loro ma non hanno mai sviluppato la magia potente che volevo. Dopo tante ricerche ho capito che per avere successo avrei dovuto incrociare il mio DNA con quello di un'altra congrega."
"Tu sei un folle."
"Folle, visionario...molti nomi per un solo nobile scopo."
Un boato squarciò la notte. Persino la pioggia sembrò agitarsi. Dall'altra parte del fiume un fumo bianco si librava nel cielo.
"È a Six Flags." disse Yvette.
Artemis intuì che Freya aveva chiuso il varco, presto anche gli spiriti sarebbero svaniti.
"Questo non dovevate farlo." Disse Oscar.
Artemis gli puntò un dito contro e lo guardò dritto in faccia.
"Ti sei messo contro la donna sbagliata, paparino."
"Io ti uccid-..."
"Invisique!" pronunciò Artemis sorridendo.
Trascinare Klaus verso la macchina fu un'impresa titanica. L'ibrido pesava il triplo di Artemis, quasi si poteva avvertire il peso della sua duplice natura.
"Artemis...tua madre..."
Klaus riuscì a chiudere da solo lo sportello e nel frattempo Artemis mise in moto la macchina. Ruppe l'incantesimo di invisibilità e a tutto gas corse verso la città.
"Non preoccuparti per lei. Abbiamo un piano. Fidati di me."
Un'ora prima
"Tu mi consegnerai."
Artemis quasi sbandò quanto sentì sua madre.
"Come, prego?"
"Ho detto che mi consegnerai a Oscar."
"E perché mai?"
"Perché ho un piano."
Artemis alzò le braccia, rassegnata ormai ai segreti della madre.
"Vuoi condividere o vuoi fare l'agente 007 da sola?"
Yvette rise, almeno il sarcasmo di sua figlia non era cambiato.
"Dobbiamo interrompere in qualche modo il potere di Oscar. Devo avvicinarmi a lui per avvicinarmi alle rocce di Asbyrgi."
"Non puoi distruggere rocce magiche da sola."
"Non le distruggerò. Le manderò a te con un incantesimo e le distruggerai con l'aiuto di Freya."
"È troppo pericoloso, mamma."
Yvette sentì il petto scaldarsi a quella parola. Più di ogni altra cosa al mondo amava essere la madre di Artemis.
"È l'unico modo che abbiamo. Oscar pensa di essere in vantaggio perché ha Klaus, ma noi sappiamo più cose di quello che pensa. Sfruttiamo ogni occasione."
"Hai ragione." Ammise Artemis.
"Fidati di me. Sono sempre tua madre."
Salve a tutti ❤️
Ormai tutti i segreti stanno emergendo. Chissà se il piano funzionerà…
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, un bacio.
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BLOODY WAR 3 || Klaus Mikaelson
FanficKlaus Mikaelson ha un solo obiettivo: riaccendere l'umanità di Artemis. Mentre gli Originali si mettono sulle tracce di Oscar, evaso dalla prigione creata dalle streghe, la città cade in preda alla magia nera. Oscar è disposto a tutto pur di rubare...