So long, my muse -percabeth oneshot

Francis Forever

Dopo quella veloce discussione con Vincent e, prima ancora, quell'attacco di... panico? rabbia? ansia?, Percy non lo sapeva, ma ciò che sapeva era che dopo tutto ciò che aveva passato quella giornata doveva andare nel suo posto preferito. Nel posto in cui si sentiva al sicuro, il posto dove giaceva tutto ciò che di più caro gli era rimasto.

Quella sera sembrava tutto essere andato per il verso sbagliato. La caduta di Vincent in acqua, la cena mandata a rotoli, la rottura di talmente tanti piatti per delle ragioni che Percy non riusciva ancora a focalizzare bene, sapeva solo di dover parlare con lei.

Dando la buonanotte a Vincent, Percy salí in coperta verificando che non stesse dando nell'occhio a nessuno e cominciò ad avvicinarsi più che potesse alla prua, in modo da riuscire ad avere una visuale della testa di drago Festus, anche se avrebbe veramente tanto riuscire a vedere la polena.

Si sedette in quel posto che adorava tanto ma che odiava allo stesso tempo per le montagne di ricordi felici che tornavano alla sua mente, di quando stava veramente bene con la sua vecchia famiglia.
Alzò lo sguardo verso la testa di drago e con una fievole voce quasi spezzata parlò.

—Hey Annie— anche se sussurrate echeggiarono per un po' nella sua testa mentre cercava le parole giuste per esprimere il resto. Esternamente sembrava che Percy stesse parlando con Festus, sbagliando il suo nome, ma nella sua testa Percy si stava rivolgendo alla polena. Quella che non poteva vedere se non sporgendosi esageratamente dalla prua.

—Continuo a tornare qui e raccontarti tutta la mia vita, anche se non credo tu... — ci fu una brevissima pausa in cui cercava di accertarsi di star usando le parole giuste. —...possa sentirmi — concluse la frase.

Quella sensazione di star parlando da solo o con qualcuno che voleva sentirlo, ma non poteva lo faceva cadere a pezzi e continuava a tornare in quel luogo tutte le sere pieno di speranza che un giorno riuscisse a sentire la polena parlargli telepaticamente. A quei pensieri una lacrima cadde sul legno rovinato della prua.

—Sai, oggi ho detto a Vincent quella cosa... credo; si, credo la abbia presa bene. — raccontò del suo coming out con quelle semplici e poche parole, annuendo anche leggermente a se stesso per darsi confidenza, sapendo che se fosse stata qui lo avrebbe capito al volo senza che dovesse fare troppe spiegazioni, del tronde era sempre stata la più intelligente nel suo vecchio equipaggio. 

Passarono svariati secondi, le parole sembravano moririgli in gola, voleva scoppiare a piangere ma cercava di trattenere le lacrime con un po' di forza di volontà.

—Probabilmente se tu fossi qui, mi avresti risposto con "Sono fiera di te, testa d'alghe"... per una bassa percentuale. Oppure mi avresti detto che sono uno stupido per aver aspettato così tanto prima di smettere di mentire.— face una risata leggera. Non sembrava forzata o niente del genere, era una piccola risata dolce e fievole piena di nostalgia ma pur sempre una risata.

Era sempre stato convinto che non fare coming out, soprattutto come transgender, e nascondere agli amici ciò che sei veramente era come mentire. E lui odiava mentire, non riusciva mai a non essere leale. Eppure pensare a ciò che Annabeth avrebbe detto dopo l'affermazione di prima, lo fece quasi sorridere ma si rattistrò quasi subito pensando che quello che stava auto-convincendosi che fosse Annabeth, in verità era solo una sua immaginazione molto lontana dalla realtà.

Ci fu un altro momento di silenzio imbarazzante aveva tante cose da dire che non sapeva assolutamente da dove cominciare. Si morse il labbro inferiore leggermente e decide di cominciare da un punto un po' delicato facendo un ampio sospiro prima di cominciare.

—Parlando di cose più serie. Sto peggiorando, Annie. Ogni giorno che passa, peggioro sempre di più. — non voleva piangere, non per cose così stupide per lui. Cercava con tutto se stesso si soffocare i singhiozzi che sembravano morire prima ancora delle parole all'interno della sua gola.