capitolo 1

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Colonna sonora

Robert Miles – children

Il viaggio fu un po' stressante per il traffico, ma siccome avevo preso l'autostrada non ebbi problemi rilevanti. Fra una sosta all'autogrill e l'altra, guidavo da sola con la musica a palla, cantando a squarcia gola delle canzoni. Adoravo fare karaoke anche se non ero bravissima. La giornata era di inizio primavera: calda. Troppo calda... ero sicuramente l'unica scema in maniche corte, ma avevo davvero caldo. Arrivai a destinazione. Non era Ravenna centro, ma più zona periferica. L'appartamento era spazioso con una camera da letto, la cucina e il bagno. Ovviamente, c'era lo studio con il grosso dell'attrezzatura. Decisi di sistemare alla bene meglio le mie cose e dopo un po' mi misi sul letto. Guardai il soffitto bianco con aria assorta. Avrei dovuto fare delle foto di nudo quel pomeriggio.

Avevo pensato anche io di farmi delle foto di nudo. Qualcosa ho fatto ma non ho mai pubblicato né nulla del genere. Ho un corpo formoso con le curve al punto giusto e un seno generoso. Non sono frigida, ma il sesso lo vivo in modo decisamente normale, anche se ultimamente vorrei qualcuno con cui sperimentare. Sarà la crisi dei trenta? Chi lo sa. Ad ogni modo, mi addormentai. Mi svegliai di soprassalto perché temevo fosse tardi, invece era solo ora di pranzo. Mi ero resa conto di non avere nulla da mettere sotto i denti, così chiusi tutto a chiave uscii, facendo le scale. Uscita sulla strada, lo vidi, il ragazzo che avrebbe cambiato la mia concezione di sesso. E ancora non lo sapevo. Intuii che abitava di fronte a me. Quella era la casa dei miei affittuari. Si vede che quando andai lì per concludere l'affare lui non era a casa. Comunque, era davvero bello. Alto, moro con gli occhi azzurri. Mi guardò con quei suoi occhi enigmatici, io lo guardai. Stavo sbavando come una scolaretta per uno sconosciuto. Ero voltata di spalle che stavo andando alla macchina, ad un tratto mi chiamò

- Ehi ciao... sei la nuova affittuaria? –

Io mi voltai di scatto.

- Sì, ciao – salutai sorridendo – mi chiamo Ortensia, piacere –

- Io Alex, piacere –

Ci stringemmo la mano. Cominciai a fare un pensiero osceno che mi balenò nella mente. Con quelle mani cosa avrebbe fatto? Avrebbe stretto così forte anche in altri contesti? Ma che cavolo stavo pensando? Manco lo conoscevo... non potevo fare pensieri così lascivi.

- Senti, conosci un posto in cui mangiare qualcosa? Sto morendo di fame –

Alex si mise a sghignazzare.

- Pizzo Calabro o Reggio Calabria? – mi chiese con tono umoristico

- Ah, ah, ah... molto divertente – dissi io con fare sarcastico – anche tu hai l'asshasshino di shasshuolo – e poi mi misi a ridacchiare.

- Dai va là, Chiara Ferragni... se vuoi ti porto a mangiare qui vicino. Visto che siamo vicini di casa, almeno che facciamo conoscenza –

- Ok, ma io per le tre devo andare a lavorare –

- Ok, tranquilla. Ti piace il kebab? –

- Certo, adoro! –

A pochi passi da casa nostra c'era il kebab. Ci sedemmo e cominciammo a parlare. Di solito non do confidenza così subito, ma con lui era diverso. Mi raccontò che i suoi avevano ereditato delle case perché sua madre faceva la badante a una signora senza eredi che le ha lasciato le sue proprietà. Pensai che fosse stata una bella botta di fortuna. Li raccontai del mio lavoro. Finito di mangiare, tornammo ognuno nelle proprie case, ma non prima di scambiarci i numeri.

Si fecero le 15. Il set fotografico era in spiaggia. Era stato dato un divieto di fare fotografie, in quanto erano foto anche topless. Molti mi avevano proposto di fare da modella, ma io mi vergognavo. preferivo fotografare che essere fotografata. La modella era stupenda. Anche lei formosa. Sembrava a suo agio sul set. Nonostante fossi tutto sommato a mio agio col mio corpo, avrei voluto avere la sua audacia e sicurezza di sé.

Quella sera tornai a casa piuttosto stanca e carica di emozioni. Mi feci una doccia e uscii dal bagno con l'accappatoio. Mi stesi sul letto, ancora nuda con la pelle umida. I miei capelli erano stesi come i rami di un albero biondo.

Guardai il soffitto. Cominciai a fare pensieri lascivi. Nella testa c'era Alex. Non ero innamorata, anche perché non puoi innamorarti così di getto. Avrei voluto fare volentieri un giro di giostra con lui. Mi portai un seno alla bocca e cominciai a stuzzicarmi il capezzolo. Con l'altra mano mi toccai in mezzo alle cosce. Stuzzicai il clitoride con tocchi ritmici poi misi il dito dentro finché non venni.

Ansimai leggermente e sospirai. L'eccitamento iniziale diede posto alla calma. Mi addormentai nuda coperta solo dalle lenzuola.

Il collare di cuoio neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora