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MALIA POV

Alla fine Michelle e Nikolai si sono allontanati e noi 4 ci siamo spostati da lì.

Stavamo camminando verso la macchina, non serve neanche dire che come solito mi stavano guardando malissimo, se avessi detto qualsiasi cosa sarebbe scoppiata una guerra.

Entrarono tutti in macchina, quando lo feci anch'io, sbattei la portiera ed Ethan scoppiò:
«Malia ma è possibile che ogni volta devi portare sempre guai?» iniziò a gridare sbattendo le mani sul cruscotto.
Alexander sospirò.
«Ha ragione Ethan, non possiamo sempre starti dietro!» alzò la voce Sascha.

Io non risposi, sapevo che avevano ragione.

«Ragazzi abbassate la voce, non mi sento bene.» esclamò Alexander.
«Devi vomitare?» si allarmò Sascha.
«No, ho solo mal di testa, ho bisogno di aria.»
«Hai ragione. Scusa se abbiamo urlato, ma avevamo una testa di cazzo incosciente da cazziare.» rispose Ethan guardandomi.
«Io vi ricordo che sono sempre qua!» sbottai incrociando le braccia.

La macchina si fermò ed Alexander scese subito, io mi sentì in colpa perché nonostante stesse male lui con una chiamata era corso qua per farmi calmare.

Sospirai tremante, avevo paura di perdere i miei fratelli e sopratutto Alexander.

I miei fratelli mi hanno dato la forza e mi insegnarono tante cose.

Alexander...
Non ci sono parole per descriverlo davvero, è la persona migliore che io conosca, ha sempre una soluzione a tutto, è positivo nelle cose anche se non sembra, è protettivo, non ho neanche il tempo di chiamarlo quando sto male che è già accanto a me.

Scesi dalla macchina e mi sedetti affianco a lui, sospirai ed aprì la bocca per parlare.
«Scusa.» dissi sinceramente.
«Non dire una parola, non voglio sentirti stasera. Non sai quanto cazzo mi hai fatto preoccupare, stupida.» sputò ed io girai la faccia dall'altra parte per non farmi vedere sconvolta dalla sua risposta.
«Quando vuoi parlare sono qua.» mi alzai.
«Di ai ragazzi che stasera non torno.»

Non torna? E dove va? Da chi va?
La mia gelosia mi stava bruciando dentro, sarebbe andato da Leila?

«Come vuoi.» risposi con finta calma e tornai in macchina.
«Partite, Alexander non torna stasera.» dissi e poi misi le cuffie per ascoltare le canzoni.
Sascha uscì dalla macchina e andò a parlare con Alexander, poi lo vidi annuire a ciò che stava dicendo e rientrò in macchina.
Ethan mi tirò la custodia della radio addosso ed io alzai la testa già pronta per fulminarlo, ma lui stava già parlando perciò tolsi le cuffie.
«Hai intenzione di rientrare a casa a dormire stasera o devi ancora fare l'offesa?» domandò provocandomi Sascha.
«Fare l'offesa? Ma se non sai un cazzo di cosa è successo, stai zitto.» risposi con tono velenoso.
«So tutto ma voglio darti un consiglio Malia, cresci.» poi si mise al posto di guida e partimmo.
«Bene, se devo crescere puoi anche evitare di stare sempre a casa mia. Non vi voglio stasera, entrambi.» urlai e li mandai a fanculo.

Sapevo di aver tirato su la corazza e di aver risposto da bambina ai miei fratelli.

**

Cucinai pasta al sugo per me e Celine, non avevo molto in casa, mi sono arrangiata.
«Celine, a mangiare!» urlai per chiamarla dalla camera, lei tutta assonnata venne a sedersi a tavola.

Lei girò la pasta più volte, io sbuffai.
«Non hai fame piccola?» chiesi dolcemente.
«Cosa sta succedendo in famiglia? Che hai fatto in faccia?» chiese preoccupata continuando a girare la pasta.
«Niente, perché?» chiesi.
«Non mentirmi Malia, se loro sono qua tu non ci sei ed all'incontrario. Qualcuno ti ha fatto del male.» alzò lo sguardo verso di me e vidi i suoi occhi delusi da me, che non riuscivo nemmeno a dirle la verità.
Sospirai ed annuì, pronta a spiegarle più o meno la situazione.
«Io ed Alexander abbiamo litigato quindi loro stanno cercando di aiutarci, ma a volte lo capisco tardi e litigo anche con loro. Nessuno mi ha fatto male, è lei che si è fatta male.» provai a ridacchiare e bevvi un po' di acqua per mandare giù l'amaro che provavo.
«Perché tu ed Alexander avete litigato?» sorride un pochino e chiese, venne a sedersi di fianco a me, ringraziai il fatto che non mi abbia chiesto altro.
«A volte incominciamo ad amare persone sbagliate, non c'è ne rendiamo conto.» risposi con voce bassa e mi alzai pronta a lasciare in sospeso la conversazione.
«Se non vuoi la pasta non fa niente, sistemo dopo io.» chiusi la porta della camera e mi buttai nel letto, chiusi gli occhi.

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