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Jungkook marcò con la punta del suo indice la mappatura di strade che si apriva dal finestrino dell'aereo, attendendo impazientemente di atterrare ma sperando segretamente che il viaggio durasse alcuni minuti in più.

La compagnia di Namjoon aveva avuto un impatto talmente forte su di lui, da scombussolarlo nel più bello dei modi. Era così lontano dal leader impegnato e calcolato che mostrava agli occhi dei media, quel grande pilastro di responsabilità e carisma aveva lasciato posto nelle ultime 17 ore ad un ragazzo semplice, teneramente impacciato e confortevole nel modo in cui sfogliava le pagine di un libro.

Poco fa Jungkook svegliatosi da un sonno imprevisto aveva aperto gli occhi posandoli sul profilo di un Namjoon immerso nella lettura.

I capelli castani arruffati ricadevano sulla sua fronte, andando a sfiorare gli occhiali saldamente posati sul naso, le sopracciglia erano leggermente aggrottate ed era una scena che fece aumentare l'umore già alle stelle di Jungkook.

Questi cercò di non fare rumore, si sporse piano piano a destra per poter vedere il libro. Non ne leggeva uno da parecchio. A dire il vero gli piacevano molto, sui suoi scaffali predominavano manga e alcuni classici che per questione di tempo aveva iniziato ma poi abbandonato alla polvere, con un pizzico di dispiacere che in fondo covava sempre quando si ricordava della loro esistenza. Il Piccolo Principe però aveva conservato un posto speciale nel sul cuore.

"Io prime di te."

Jungkook sobbalzò spalancando leggermente gli occhi, non aspettandosi l'altro si fosse accorto del suo risveglio silenzioso.

"Come hai detto?" Chiese Jungkook sbattendo le palpebre, combattuto ancora dal sonno.

"Il libro." Spiegò rivolgendosi interamente a lui ora. " Si chiama 'Io prima di te'.

"Oh. Scusa.. ero curioso." Ammise timidamente.

"Ho notato" Un piccolo sorriso nacque sulle labbra che Jungkook cercava disperatamente di non osservare per troppo tempo.

"E.. di che parla?" In realtà voleva sentire solo parlare Namjoon, aveva voglia di sentire la sua voce profonda parlare ininterrottamente, non importava di cosa, gli trasmetteva tanto conforto in quel momento e non aveva intenzione di lasciare quell'atmosfera ristoratrice.

"Di due persone profondamente diverse.. imparano a conoscersi senza però rinunciare a se stesse, insegnando l'una all'altra a mettersi in gioco." Rispose diretto Namjoon, sempre abile nel riassumerne l'essenza delle cose, e Jungkook non potè che voler saperne di più. Anzi, voleva ascoltarlo di più. Per lui era un privilegio questo viaggio e voleva godersi ogni minimo dettaglio, gli interessi del più grande rientravano in questo.

"È un bel messaggio.. Mi ricorda noi..uhm noi sette intendo.." Se lo lasciò sfuggire pentendosi di poter risultare ripetitivo e infantile agli occhi scuri che lo scrutavano silenziosi. Aveva toccato una ferita. "S-scusa lo so.." Cercò di rimediare, per un qualcosa di così genuino come la mancanza, la sua stessa sensibilità. Se ne vergognava.

Namjoon posò il libro, inserendolo in una tasca del suo zaino e si lascio cadere completamente sul sedile, chiudendo gli occhi per chissà quale motivo, pensò Jungkook arrivando solo alla conclusione che le guance dell'altro meritavano una carezza. Si scosse da quel pensiero nell'istante in cui Namjoon mosse le labbra.

"Hai ragione. Anche noi ci siamo messi in gioco insieme. Dall'inizio. Quindi non.. non rattristarti più." Concluse il più grande, ancora poggiato contro il sedile, mentre l'aereo era sempre più vicino all'aeroporto.

"Giusto. È un viaggio speciale e io- sono sempre il solito lo so hyung, mi
dispiace.." Abbassò il capo, imbarazzato dal suo modo di essere.

"No Kookie davvero..."

"Si hyung. Lo so." Con un nodo in gola si voltò sperando i suoi occhi smettessero di pizzicare, che la smettesse di mettersi in imbarazzo in momenti così inopportuni.

Non avrebbe dovuto parlarne. D'altronde la distanza seppur necessaria dopo tutti questi splendidi anni di carriera, aveva affetto profondamente tutti i membri del gruppo, sebbene gli altri cercassero di non pensarci impegnandosi in altre attività, ma Jungkook era semplicemente troppo fragile. Troppo fragile per far finta che fosse tutto normale, che non facesse poi così male. Perché in realtà faceva malissimo.

"Hai dormito bene?" Cambiò discorso il più grande, rendendosi conto del silenzio dell'altro.

Jungkook annuì con un'energia forzata. "Il volo è stato molto tranquillo!" Si guadagnò un verso soddisfatto da Namjoon e ricambiò picchiettando sul vetrino, indicando la distesa di campi di fiori coloratissimi. "Guarda che meraviglia. La trovo già bellissima la Svizzera, hyung." Rimase incantato di fronte a quella miscela di colori accesi, non accorgendosi del volto di Namjoon ora estremamente, troppo, vicino al suo.

Si era sporto in avanti per guardare meglio, poggiando una mano sulla sua spalla. La ricopriva interamente arrivando con le lunghe dita affusolate a sfiorargli anche il bicipite. Era un tocco leggero, non importante ma che punzecchiò il suo stomaco un paio di volte.

"Lo è decisamente." Concordò Namjoon in un'espressione serena, mentre nelle sue pupille si riflettevano uno ad uno i colori della natura sottostante a loro. Jungkook si sentiva intrappolato tra due scenari mozzafiato: Il paesaggio svizzero e il suo hyung.

Si ritrassero e ricomposero con l'invito dell'equipaggio mentre la velocità aumentava gradualmente fino a generare il classico tremolio dell'aereo che anticipa l'atterraggio.

Jungkook era ancora perso nella conversazione precedente, nel tocco di prima, in tutte quelle ore di volo, così tanto che pensò di aver immaginato la sua mano interamente ricoperta da un'altra più grande, salda e calorosa.

Namjoon gli stava stringendo la mano, non sapeva perché e non voleva capirlo in quel momento mentre le sue palpebre sbattevano lentamente, combattendo le lacrime che minacciavano di uscire. Si sentiva semplicemente capito e al sicuro, dai suoi pensieri e da tutto.

Ricambiò la stretta timidamente.

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Il mondo in un giorno; Namkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora