Capitolo 21

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«Hai intenzione di dire ai tuoi genitori che ti trasferisci?»

Axel lanciò letteralmente uno scatolone che conteneva i suoi oggetti meno fragili, o almeno sperava, dentro il furgoncino di Evan.

Era giunto il giorno del trasferimento. Si erano incontrati molto presto con Paloma per farsi dare tutte le chiavi, della casa, della cantina e dei due box auto. Poi erano tornati a casa di Lennon a riprendere la macchina di Axel. Una volta saliti nella sua auto, si erano diretti verso la villetta di Evan per farsi prestare il furgoncino. Lennon aveva preferito nascondersi e non farsi vedere dal cantante, ma nel frattempo aveva notato il suo nuovo colore di capelli, erano blu elettrico. Su internet aveva letto che il cantante tendeva spesso a cambiare colore e guardando le foto non c'era stata una sola tinta che avesse stonato sulla sua testa. E si era reso conto di aver pensato a quanto fosse bello e altre cose che prima non avrebbe mai calcolato in un ragazzo.

Axel aveva spiegato al suo migliore amico che gli sarebbe servito il furgoncino per una cosa che doveva fare, senza specificare esattamente cosa e se avesse potuto prestarglielo per un massimo di due giorni. Evan aveva capito che il batterista gli stava nascondendo qualcosa di importante, ma per evitare che si scaldasse per la sua curiosità, gli diede le chiavi con la raccomandazione di non ammaccarlo sennò l'avrebbe ucciso. E cosa più importante: si trattenne da fargli qualsiasi tipo di domanda sul perché gli servisse e cosa gli stava nascondendo.

Quindi ora si trovavano davanti alla casa di Axel per caricare la sua roba. Lennon aveva deciso che al momento avrebbe portato solo il giusto indispensabile per non destare sospetti in sua madre. Doveva ancora pensare a qual era il modo migliore per dirle che molto presto sarebbe andato a vivere con un "amico".

«Al momento no. Sto cercando di immaginare il modo più semplice per dirglielo, ma ogni volta che ci penso, finisce sempre con mia madre in lacrime» gli rispose Lennon, appoggiando con delicatezza lo scatolone dedicato agli album musicali e ai vinili nel furgone. Era quasi del tutto occupato eppure ne mancavano ancora un bel po' di scatoloni, per non pensare alla batteria in sé. Per quella avrebbero fatto un secondo viaggio. Axel non voleva che qualche scatola ci finisse sopra e la rompesse.

«E tu? A tua madre gliel'hai già detto?»

Axel fece spallucce, lanciando uno sguardo rancoroso a quella casa che avrebbe dovuto farlo sentire amato e invece ci aveva trovato dentro solo odio e rancore, «Come se gliene fottesse qualcosa, Neon» replicò stizzito.

Lennon si avvicinò a lui, gli fece passare le braccia sotto alle ascelle poi gliele intrecciò sul petto e dopo averlo attirato a sé, lo strinse contro il suo torace, appoggiando il capo sulla sua spalle e premendo le labbra sul suo collo.

Axel non fece alcuna resistenza. Si sentiva cullato fra le braccia muscolose di Lennon. Ora come ora aveva davvero bisogno del suo sostegno. Aveva sempre sognato di andarsene da quella casa infernale, ma non era mai riuscito a farlo. Nemmeno lui sapeva per quale motivo avesse aspettato e tentennato così tanto tempo per farlo, però ora finalmente ci stava riuscendo e solo grazie al ragazzo che lo stava stringendo a sé, trasmettendogli un immenso senso di protezione e affetto che credeva non avrebbe più riprovato sulla sua pelle.

Aveva dimenticato quanto fosse appagante e splendido avere qualcuno che si prendeva cura di lui con amore.

«Andrà tutto bene» gli sussurrò Lennon, baciandogli nuovamente il collo per poi strofinare la punta del naso contro la sua pelle pallida e calda.

Il corvino abbozzò un sorriso poi voltò leggermente il viso verso quello dell'altro e fece combaciare le loro bocche. Uno schiocco venne rilasciato nell'aria quando si allontanarono di poco l'uno dalle labbra dell'altro, senza però sciogliere quel caldo abbraccio, «Grazie Neon».

Come Una Tempesta ~ Tematica GayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora