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"Dio sono disperata" urlo buttandomi sopra il divano "ehi che succede?" chiede Chloe prendendo un altro cucchiaio di gelato "mi hanno licenziata e non so cosa fare, come faccio adesso a pagarmi l'università le bollette oddio" dico mettendomi le mani sui capelli "perché ti hanno licenziata?" Chloe si piega verso di me per togliermi un ciuffetto caduto in precedenza sul mio viso "perché non avevano più bisogno di me" dico imitando la voce di quella arpia "che cosa vuol dire che 'non avevano più bisogno di te'?!" la guardo "hanno trovato un'altra cameriera mi sexy e mi hanno subito scartata" mi passo le mani sul viso "dio che stronzi, mi dispiace Grace" mi abbraccia "grazie Chloe adesso vado ci sentiamo domani mattina" annuisce e mi accompagna alla porta. 

Sono appena uscita del supermercato quando un qualcosa attira la mia attenzione 'cercasi babysitter' subito faccio una foto al numero di telefono. 

Sono arrivata a casa e sono seduta sul tavolo in cucina fissando quel numero, o al diavolo mi serve questo lavoro, schiaccio il pulsante per attivare la chiamata, 'bi' silenzio 'bi' ancora silenzio, dopo il 4° 'bi' sto per chiudere la chiamata ma una voce mi ferma "pronto?" è una donna "si salve chiamo per il lavoro di babysitter" rispondo "oh si! potrebbe venire subito? abbiamo bisogno subito di lei, come si chiama?" cerco di elaborare tutte le cose appena sentite "mi chiamo Grace Smith" sento un sospiro "perfetto Grace li mando l'indirizzo di vediamo tra 15 minuti" e senza farmi rispondere chiude la chiamata.

Sono difronte all'immensa villa e suono il campanello e subito una voce si sente dal citofono "chi è?" mi avvicino "sono Grace" si sente un "click" e subito il cancello immenso e si apre, appena vedo l'ingresso di questa casa spalanco la bocca, non ci posso credere c'è una piscina enorme e almeno tre macchine che non riesco nemmeno di capire di che modello sono.

Lentamente mi avvicino alla porta d'ingresso dove esce una signora paffutella "ciao Grace io sono Agata, vieni" entra dentro seguita da me "allora purtroppo devo andare via subito ma c'è una cartina della casa sopra il tavolo, la bambina è in salotto sta giocando ci sono tutte le istruzioni per la bimba sempre sopra il tavolo ci sentiamo, ciao" prende la sua borsa ed esce dalla casa, quasi correndo

Una cartina? quanto cavolo è grande questa casa? 

Entro nella prima stanza che vedo e fortunatamente e il salotto dove vedo la bambina che gioca tranquilla, mi avvicino e la guardo bene ha dei capelli castani, sentendosi osservata alza lo sguardo e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime e nel giro di pochi secondi scoppia a piangere, mi catapulto sulla bambina prendendola in braccio e sembra calmarsi ma dai suoi occhi scendono ancora lacrime.

Prendo il foglio e leggo '20.30 Mia deve mangiare' okay quindi si chiama Mia, con ancora la bambina in braccio guardo dov'è la cucina sulla mappa ed è affianco al salotto quindi seguo le indicazioni e a quanto pare devo darle il latte, la bimba si è appoggiata a me e sento che mi sta succhiando la pelle dalla spalla, dio che schifo.

Inizio a cercare il latte in polvere aprendo tutte le mensole e finalmente lo trovo e fortunatamente il biberon era appoggiato sopra l'isola della cucina, metto dentro un po' d'acqua e la riscaldo dentro il microonde e dopo 20 secondi lo tiro fuori e metto tre misurini di latte come scritto, lo agito e lo porto in salotto.

Mi siedo sul divano e metto la bambina sulle mie gambe inchinandola leggermente facendola appoggiare al mio braccio e lentamente inizia a mangiare mentre i suoi occhi mi guardano, devo dire che è davvero bella accarezzo i suoi capelli e solo ora noto che ha i buchi alle orecchie, sorrido, che cosa carina.

La bambina ha appena finito di mangiare e porto il biberon in cucina appoggiandolo sopra il lavandino, sento la porta dell'ingresso e subito mi fermo "Agata!!" urla una voce "Agata dov'è Mia?" grida "Agata!!!!" grida ancora più forte, sento dei passi avvicinarsi e subito stringo la bambina "e tu chi diavolo sei! lascia subito mia figlia!" urla venendo verso di me e strappandomi la bambina dalle braccia, estrae il suo telefono dalla tasca e chiama qualcuno "c'è una ragazza che si è intrufolata a casa mia vi do l'indirizz-" li strappo il telefono dalla mano e chiudo la chiamata "mi spieghi che problemi hai? riddami il mio cazzo di telefono squaldrina" la sua faccia è girata dalla parte opposta e mi porto istintivamente le mani sulla bocca.

Lentamente si gira verso di me e dire che è arrabbiato e dire poco, si avvicina pericolosamente verso di me, mi mette una mano alla gola e mi spinge contro il muro stringendo la presa sul mio collo soffoco un urlo e la bambina si mette a piangere e urla allungando le mani verso il braccio del padre cercando di staccarlo dalla mia gola. Il padre toglie la mano dalla mia gola facendomi cadere a terra, tossisco in cerca di ossigeno.

Alzo lo sguardo e vedo che la bambina cerca di allontanare il padre piangendo ancora di più, mi alzo mantenendomi contro l'isola della cucina mettendomi una mano sulla gola, guardo verso il tipo a me sconosciuto e vedo che la bambina tende le braccia contro le mie, prendo la bambina in braccio e subito mi si attacca come un koala, le accarezzo la schiena cercando di calmarla dal suo pianto isterico.

In qualche modo arrivo in salotto dove appoggio la bambina dentro il box, mi giro verso l'uomo che mi osserva da lontano e senza preoccuparmi di prendere la borsa e il telefono corro fuori dalla porta, sento dei passi dietro di me e subito una mano mi afferra il braccio voltandomi "non toccarmi stronzo" tolgo la sua mano dal mio braccio "senti mi dispiace ho reagito d'impulso" dice "apri questo cazzo di cancello" dico ignorandolo mi sento afferrare di nuovo il braccio "non mi hai ancora detto chi sei" e nuovamente tolgo il suo braccio dalla mia mano, senza ascoltarlo riesco a scavalcare prima che lui mi prenda.

Cado dall'altra parte e zoppicando inizio a correre senza fermarmi trovando un vicolo, mi appoggio al muro riprendendo fiato, e me ne pento subito visto che vengo accerchiata da due tipi "ciao bellezza" dice accarezzandomi il viso "non mi toccare" cerco di uscire ma il tipo mi prende e mi riattacca violentemente al muro facendomi uscire un gemito, porto la mano sul punto dolorante, la testa, e mi porto la mano davanti agli occhi, sangue.

Il tipo si attacca al mio corpo strusciandosi "stammi lontano" dico cercando di spingerlo via e qualche secondo dopo non è più attaccato al mio corpo ma si trova in terra, guardo in alto e vedo il padre della piccola Mia lo guardo e lui guarda me, mi sento le gambe cedere e cado in terra vedendo completamente nero. 

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babysitter // zayn malikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora