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Non so quanto tempo è passato da quando mi sono chiusa dentro questa camera, ma so che mi devo alzare e prepararmi per uscire e spiegare tutto a Chloe. 

Come prima cosa inizio con farmi una bella e lunga doccia, mi vesto con un vestito floreale e dei sandali neri, mi trucco leggermente mettendomi solo un po' di correttore e il mascara. Il mio telefono vibra e vedo che è Chloe "stronzetta sono fuori" sorrido e li dico che arrivo subito. Mi faccio forza e vado ad aprire la porta, scendo lentamente le scale notando di essere sola, trovo Mia vestita dentro il passeggino con un borsa affianco a lei, mi avvicino maggiormente e trovo un post-it attaccato alla borsa -prendi Mia con te, io tornerò dopo cena-, fottuto stronzo, come può darmi la bambina senza nemmeno avvisarmi.

Esco spingendo il passeggino, apro il cancello e vedo che Chloe mi guarda storta "senti non è colpa mia quello stronzo del padre se né andato senza dirmi nulla e ha lasciato la bambina qua" scende dalla macchina e prede in braccio la bambina mentre io metto tutto nel portabagagli, salgo mettendomi la bambina in grembo allacciando la cintura.

Chloe mi guarda socchiudendo gli occhi bevendo il suo caffè "quindi racconta" appoggia la tazzina sul piattino "rimango la solo per avere un lavoro Chloe" alza un sopracciglio "Chloe sai meglio di me quanto mi servano quei soldi" accarezzo la testa di Mia intenta a giocare con una bambola "nient'altro?" finisco di bere il mio caffè, nego con la testa "nient'altro" rispondo decisa.

Ormai siamo in giro da ore, Mia si è addormentata nel passeggino, sto tornando a casa a piedi perché Chloe ha avuto un contrattempo e quindi e dovuta scappare e ne ho approfittato per vedere meglio il posto e comprare dei nuovi vestiti sia a me che alla bimba, mi sono fermata a una pizzeria per cenare e dopo cena sono andata a fare una passeggiata.

Infilo le chiavi nella fessura e apro la porta di casa "signor Malik, lei è qui" l'uomo in giacca e cravatta davanti a me parla attraverso uno di quei cosi che usano le spie, dopo nemmeno un minuto spunta Zayn dalle scale "dove cazzo sei stata" urla venendo verso di me afferrandomi forte gli avambracci "si può sapere dove cazzo eri, ti ho chiamata e mandato messaggi per ore" mi sputa a pochi centimetri dalla faccia "io..." un singhiozzo mi si forma in gola non facendomi parlare "cazzo se sarebbe successo qualcosa a Mia ti ammazzavo, mi hai capito bene, non uscirai mai più" prende la bambina svegliata dalle urla del padre, mi guarda con disprezzo e sale le scale.

Tutte le lacrime che ho trattenuto in quel momento le lascio scendere mentre scivolo contro il muro, non mi interessa se l'uomo in nero mi sente, mi porto le mani alla bocca placando i miei singhiozzi. Appena mi sono calmata mi alzo ma le mie gambe sembrano fate di gelatina e infatti dopo qualche metro cado in terra "signorina Smith" si avvicina l'uomo in nero ma lo blocco con un gesto della mano, alzandomi nuovamente arrivando alla mia camera, mi butto sopra il letto continuando a piangere.

Sono appena le sei di mattina e mi alzo dal letto per prepararmi per andare all'università, mi faccio una doccia e mi vesto un po' più pesante rispetto al solito, visto che oggi le temperature si sono abbassate, non ho dormito niente questa notte, mi pettino soltanto i capelli e poi scendo le scale arrivando in cucina dove mi bevo una tazza piena di caffè.

Mi sto preparando il pranzo da portare come me quando sento dei passi scendere le scale, afferro io mio zaino mettendo il pranzo dentro "sono solo le sette di mattina, mi spieghi dove stai andando" la mano mi afferra l'avambraccio destro facendomi gemere dal dolore e infatti subito la presa viene lasciata.

Mi lego i capelli facendo una coda bassa, aprendo la porta di casa "Grace!" lo ignoro continuando a camminare "Grace dannazione fermati" mi fermo senza girarmi, Zayn si posiziona davanti a me guardandomi negli occhi "senti mi dispiace per ieri" rido "sai una cosa? vaffanculo" lo supero riprendendo a camminare più velocemente ma la sua voce mi blocca ancora "Grace aspetta!" non ascolto ma mi raggiunge di nuovo "Grace ascoltami, non volevo dirle quelle cose ieri" il suo respiro è affannato "non mi puoi trattare da zerbino e poi venire a scusarti con me come se mi avessi dato una spintarella, e poi perché ti stai scusando? ma certo hai paura che me ne vada e non capisco nemmeno il perché quando hai detto che non ti piacci-" mi afferra i fianchi facendo combaciare le nostre labbra, mi stacco subito, guardandolo con disprezzo, la mia mano si alza e subito si va a scontare con la sua guancia "non provarci mai più" mi giro e inizio a correre vedendo che l'autobus sta arrivando. brutto stronzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 12, 2023 ⏰

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