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Mi sveglio con un forte mal di testa mi metto a sedere e apro gli occhi e sobbalzo perché vedo il padre di Mia che mi fissa da lontano, mi guardo attorno e capisco di non essere nella mia stanza ma bensì nella sua, o mio dio, ho dormito nel letto di uno sconosciuto!

Mi alzo di scatto pentendomene subito perché la mia testa inizia a pulsare abbasso lo sguardo notando che indosso una maglietta non mia e sono senza pantaloni, mi ributto nel letto alzandomi le coperte fin sotto il mento "mi hai cambiata tu?" ringhio guardandolo "non ho avuto scelta come sei caduta sei finita dentro una pozzanghera" si alza venendo verso di me e successivamente si siede nel letto "quindi adesso mi dici chi sei?" il mio sguardo si abbassa sulle sue mani, ha le nocche spaccate "le tue mani" dico prendendone una passando delicatamente il  dito sulla zona ferita "le mie mani non sono importanti" la ritrae "rispondi alla domanda che ho fat-" veniamo interrotti da un pianto.

Mi alzo di scatto e corro fuori dalla porta aprendo la porta della stanza di fronte, Mia è in piedi sulla culla che piange, mi avvicino e la prendo in braccio superando il padre che era fermo ad osservarmi sulla soglia della porta e scendo le scale guardandomi in torno non sapendo dove andare "da questa parte" l'uomo di cui non conosco ancora il nome si avvicina e mi mette una mano sul fianco e mi guida verso la cucina.

Appena arrivati in cucina passo Mia al padre e io mi metto a prepararli il latte "dove sono i miei vestiti?" chiedo appoggiando il biberon finito nel lavandino "sono a lavare e non mi hai ancora detto chi sei" mi si piazza davanti "lei non ha il diritto di sapere il mio nome, non dopo quello che è successo ieri" lo supero ma vengo sbattuta contro il muro e le sue mani mi bloccano l'uscita.

"Ne ho tutto il diritto, sei a casa mia hai dormito nel mio letto e ti occupi di mia figlia" rimango incantata dai suoi occhi "mi chiamo Grace ho vent'anni e Agata mi ha assunta come babysitter pensavo che l'avesse informata" detto questo toglie le mani "grazie per tutto ma io non voglio più rimanere e non è per Mia ma per lei è fortunato se non la denuncio" cerco la mia borsa dove l'avevo lasciata il giorno precedente "dove ha messo la mia borsa?" mi giro incrociando le braccia sotto il seno "dove non la puoi trovare" alzo un sopracciglio incredula, si avvicina "ti propongo una cosa" si ferma a tre centimetri dal mio viso "vivrai qua per 1 anno intero ma dovrai fingere di essere la mia fidanzata, ti pagherò" sbarro gli occhi "cosa? e perché mai?" dico allontanandomi "sennò mi toglieranno la custodia di Mia, ti prego non voglio perderla" potrei giurare di aver visto i suoi occhi lucidi "va bene ma lo faccio solo perché non voglio allontanarmi da Mia, ora mi dirai dov'è la mia borsa?" punta il dito dietro di me e vedo la mia borsa e posso giurare che prima non c'era "un'altra cosa" si avvicina di nuovo "hai delle bellissime mutandine" arrossisco e mi tiro più giù la mia maglietta "pedofilo" sussurro abbassando lo sguardo "ho solo cinque anni più di te" e questo cosa vuol dire?

Sto finendo di sistemare i miei vestiti dentro l'immenso armadio che c'è nella camera del padre di Mia, e si non so ancora il suo nome, e si mi ha costretta condividere la camera perché come dice lui 'non ci sono altre camere' cosa a cui ovviamente credo poco la mia attenzione viene catturata dalla bimba che mi guarda attenta da sopra il letto "cosa c'è piccola peste?" mi alzo avvicinandomi a lei, lei mi guarda e mi sorride e io inizio a farli il solletico inizia a ridere ancora più forte e mi fermo ammirandola "sei proprio bella Mia, ti va di andare al parco a giocare?" in risposta mi sorride "prima però un bel bagnetto" la prendo in braccio e vado nella sua camera prendendo tutto il necessario la metto dentro la sua culla giusto il tempo per riempire la sua vaschetta torno da lei la spoglio e finalmente le faccio il bagnetto e sembra che si sia divertita a bagnarmi "sei una monella" dico avvicinandomi e passandogli la  sua peperella di gomma. Passati dieci minuti a giocare con l'acqua decido di triarla fuori "adesso ci asciughiamo va bene tesoro?" lei in risposta mi sorride e non sono riuscita a trattenermi a farle una foto, prendo l'asciugamano che era affianco a me e glielo appoggio sulle spalle e la tiro fuori, mi giro e per poco non prendo un'infarto "mi ha spaventata" dico mettendomi una mano sul petto "dove andate?" chiede rimanendo appoggiato alla porta "andiamo al parco a prendere una boccata d'aria" dico oltrepassandolo.

Preparo tutto il necessario per andare al parco, cibo sia per me che per lei, ciuccio e qualche giochino, porterò anche una tovaglia per sdraiarci sull'erba, io indosso uno shorts in jeans con un top nero seguito da una camicia bianca lasciata aperta, invece Mia ha un vestitino bianco dove ci sono raffigurate delle fragoline e li ho messo anche una fascetta rossa, è la cosa più tenera del mondo.

Guardo la piccola Mia che gioca sopra la tovaglia ridendo, prendo il mio telefono e le faccio qualche foto "scusi sa dirmi che ore sono?" una voce mi richiama "si certo" prendo il mio telefono "sono le 18:48" dico alzando lo sguardo "grazie mille, un'altra domanda come si chiama?" mi alzo lanciando un'occhiata a Mia che guarda incuriosita il ragazzo di fronte a me "mi chiamo Grace"  sorrido "io sono Josh mi lasci il tuo numero? sai così posso chiederti di uscire" rido leggermente "certo" li do il mio numero e lui mi saluta con un gesto della mano. "Andiamo a casa adesso va bene? fra un po' devi mangiare" la prendo e la metto dentro il passeggino e successivamente raccolgo tutte le cose che erano appoggiate sopra la tovaglia raccogliendo anch'essa, e inizio a spingere il passeggino verso casa.

Ignara che qualcuno mi stia seguendo.

Parole 1028

babysitter // zayn malikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora