Capitolo 3: Aki, l'Amico dal Tempo Prezioso

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Nel baratro della mia consapevolezza, i miei genitori mi regalarono un cucciolo di nome Aki. Era un piccolo cane dalla pelliccia morbida e gli occhi vivaci, carico di energia e di amore incondizionato.
Aki divenne il mio fedele compagno, un raggio di luce nella mia vita offuscata dalla consapevolezza della morte. Trascorrevamo ore gioiose insieme, esplorando il mondo e condividendo attimi di pura felicità. Tuttavia, il pensiero della morte incombente mi impediva di godermi appieno quei momenti di gioia con Aki.
Ogni carezza e ogni sorriso condiviso erano accompagnati da un'amara consapevolezza: un giorno, Aki sarebbe stato strappato dalla mia vita. Questa prospettiva mi costringeva a tenere una distanza emotiva, a trattenere l'affetto per evitare un dolore ancora più acuto quando l'addio avrebbe preso forma.
Nonostante il mio amore per Aki, il peso del futuro mi opprimeva. Ogni giorno mi ritrovavo a chiedermi se fosse giusto permettermi di amare così intensamente, sapendo che sarei stato privato di quella gioia. Era una lotta interiore tra il desiderio di godermi il presente e la paura di essere annientato dal dolore futuro.
La morte era l'ombra che si stagliava sul nostro rapporto. Il tempo con Aki sembrava scorrere più velocemente, come se ogni attimo fosse una corsa contro il tempo. Mentre cresceva, il suo sguardo amoroso mi penetrava l'anima, sussurrandomi l'impermanenza della vita. Era come se Aki stesso comprendesse la sfida che ci stava di fronte e cercasse di insegnarmi a vivere consapevolmente, nonostante il destino che ci attendeva.
Mi ritrovavo spesso a rimandare il piacere di stare con Aki, cercando di proteggermi dal dolore futuro. I giochi e le passeggiate erano accompagnati da una malinconia nascosta, da una consapevolezza dolorosa che offuscava la gioia presente. Era un'ambivalenza che mi tormentava, come se il destino stesso volesse mettermi alla prova.
Ma nonostante le mie riserve, Aki continuava ad amarmi senza riserve. La sua affettuosità incondizionata sfidava le mie paure e mi costringeva ad affrontare la realtà dell'impermanenza. Nel suo modo semplice e genuino, Aki mi insegnava a godermi i momenti preziosi, a vivere intensamente nonostante la consapevolezza della morte che ci aspettava.

Nell'Orizzonte dell'Abbandono: Riflessioni di un Ventiduenne sulla Morte"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora